Cronaca

In pensione il giudice Salvini
Intensi i suoi 5 anni a Cremona

Più di 40 anni di lavoro in magistratura, di cui cinque passati a Cremona, dal 2010 al 2015, dove Guido Salvini, giudice per l’udienza preliminare e giudice del dibattimento, si è occupato di casi importanti: dalla maxi inchiesta sul calcio scommesse al processo Tamoil, al caso di Arianna Zardi, la ragazza di 25 anni di Casalmaggiore trovata morta sotto un ponticello a Torricella del Pizzo il 2 ottobre del 2001. Era stato proprio il magistrato milanese a far riaprire l’inchiesta. E anche a Milano, la sua sede di provenienza dove poi è tornato dopo i cinque anni passati a Cremona, ha trattato innumerevoli procedimenti.

Oggi la notizia del suo pensionamento. Un giudice indipendente, Guido Salvini, che ha da poco compiuto i 70 anni. Un magistrato, come ha sempre amato definirsi, lontano dalle correnti e che ha avuto sempre cura sia dei processi piccoli che di quelli grandi.

Entrato in magistratura nel 1982, si è occupato di inchieste sul terrorismo rosso e nero (la colonna milanese delle Br, i Nar, Prima linea, Autonomia operaia). Alla fine degli anni Ottanta ha riaperto l’istruttoria sulla strage di piazza Fontana, arrivando a dimostrare la responsabilità del movimento eversivo neofascista Ordine Nuovo. Più recentemente si è occupato di terrorismo internazionale e poi a Cremona dell’indagine sul calcio scommesse. Tornato a Milano, è stato impegnato in inchieste sulle mafie al nord, ha presieduto uno dei processi a Fabrizio Corona e ha coordinato le indagini riguardanti fenomeni sociali, come le curve ultrà e i ‘trapper’. È stato consulente delle commissioni parlamentari sulle stragi e sul sequestro Moro, e attualmente lo è della Commissione Antimafia.

“I momenti più coinvolgenti di questi quarant’anni”, ha ricordato Salvini, “sono stati certamente gli anni del terrorismo durante i quali con altri colleghi siamo riusciti a convincere centinaia di giovani ad abbandonare la lotta armata e a reinserirsi nella società. Così come sono state coinvolgenti, per me che all’epoca ero studente, le indagini che hanno consentito di dare una paternità storico-giudiziaria alla strage di piazza Fontana”.

Un giudice curioso, su ogni argomento, colto, preparato, disponibile, sempre desideroso di arrivare alla verità dei fatti. A Cremona, in un caso di diffamazione, ordinò di svolgere approfondite indagini storiche che stabilirono che il famoso baritono cremonese Aldo Protti, scomparso nel 1995, non partecipò ai rastrellamenti in Val di Susa dove vennero trucidati anche partigiani cremonesi.

“Non limitatevi a studiare leggi e sentenze”, ha sempre consigliato ai giovani desiderosi di intraprendere la carriera in magistratura. Lo ha detto nelle lezioni che ha tenuto, nei dibattiti in scuole, università, sedi comunali e associazioni culturali e giovanili a cui ha partecipato. “Siate curiosi, abbiate sensibilità, siate disponibili con le parti e fatevi una cultura generale, indispensabile per chiunque voglia fare questo lavoro”.

Sara Pizzorni

© Riproduzione riservata
Caricamento prossimi articoli in corso...