Politica

Comunali, scintille nelle prime
prove di campagna elettorale in Tv

Paola Tacchini, Paolo Carletti, Giovanni Biondi, Stefano Foggetti nello studio di La Piazza. In collegamento, Simone Bossi e Gabriele Gallina

Partiti e movimenti politici cominciano a scaldare i motori in vista delle amministrative 2024. Alla trasmissione La Piazza di Cremona 1 andata in onda ieri sera si è avuto un assaggio del tono che potrà avere la campagna elettorale, con un centrosinistra a guida Pd  convinto di poter andare nel solco della continuità pur ammettendo la necessità alcune correzioni di rotta rispetto agli ultimi 10 anni e un centrodestra che vuole “rivoluzionare” la città. Questa l’espressione usata da Stefano Foggetti, segretario uscente di Fratelli d’Italia (di cui non è ancora certa la ricandidatura al congresso provinciale del 2 dicembre) che però glissa sul nome di Oreste Perri, sondato in via ufficiosa da esponenti del partito circa una sua disponibilità ad eventuale candidatura:  “L’importante – ha detto – in questa fase è dare il messaggio che ci stiamo impegnando per una ‘rivoluzione’ a Cremona. La città ha bisogno di una scossa veramente grande, altrimenti è destinata al declino. Poi ci prenderemo tutto il tempo necessario  per la scelta del candidato, noi come Fratelli d’Italia e poi come centrodestra”.

Ospiti in studio con Giovanni Palisto, oltre a Foggetti, Paola Tacchini per il M5S, Paolo Carletti Pd, Giovanni Biondi Italia Viva e in collegamento, Simone Bossi, Lega e Gabriele Gallina, Forza Italia.

Caustico Paolo Carletti nel ricordare a Foggetti che negli ultimi 150 anni di storia i cremonesi  non hanno mai votato a destra, fatta salva la breve parentesi del governo Perri – appunto – e tralasciando il Ventennio. “Cremona negli ultimi dieci anni si è aperta all’esterno ed è destinata da qui in avanti ad essere una città più giovane grazie ad investimenti ed operazioni di medio lungo termine”.  Università e impulso a nuove forme di imprenditoria legate all’innovazione sono i riferimenti, anche se non manca l’autocritica. “E’ vero, ora bisogna riprendere in mano l’ordinaria manutenzione, la prossima amministrazione dovrà badare molto di più alla quotidianità. Strade, rifiuti, la città deve diventare un bella bomboniera grazie alla manutenzione”.

Il Pd, ha aggiunto Carletti, “è un partito che discute, si confronta al proprio interno con opinioni differenti, ‘come è giusto che faccia un partito'”,  ma alla fine sceglierà il proprio candidato in autonomia, a differenza di chi deve attendere input dalle segreterie sovralocali, un centrodestra “diviso e divisivo”.

Per Bossi, concorde con Foggetti sulle modalità di scelta del candidato, Cremona “è una città spenta, basta vedere quante vetrine vuote ci sono, si vede che è governata da 150 anni dal centrosinistra”. Gli fa eco Gallina: “Vogliamo una Cremona diversa, che sia punto di riferimento per il territorio circostante, invece Cremona è assente; vorrei vedere una città a cui tutto il territorio circostante guarda, come oggi invece non succede”. E parla anche di una necessaria svolta in campo culturale “sembra che la cultura sia orientata a qualcosa di autoreferenziale del centrosinistra”.

Giovanni Biondi, segretario provinciale di Italia Viva, scinde le questioni locali da quelle nazionali e non nasconde l’obiettivo di chi sul Cremonese si è riconosciuto nel partito di Renzi: ridare vita a quel Terzo polo che alle Regionali è uscito pesantemente sconfitto, ma che a livello cittadino può ancora avere un ruolo mettendo insieme soggetti politici (in primis Azione che sta rinnovando i propri organi), e civici.

Disponibili ad allearsi con la destra o la sinistra, ma al momento con ben  pochi punti in comune con gli uni e con gli altri,  i 5Stelle, come spiega Paola Tacchini: “Noi non abbiamo pregiudizi a prescindere né nei confronti delle destre – a Piombino contro il gassificatore FdI e M5S si sono uniti- né delle sinistre, come accade ad esempio in Sardegna con la Todde a capo della coalizione. Ma al momento, qui a Cremona, ci sono ben pochi punti in comune con gli uni e con gli altri.

“Se si fanno le scelte per il bene dei cittadini siamo pronti ad allearci con chiunque, intendo ad esempio Unione Popolare, Sinistra Italiana o i Verdi, ma a Cremona serve soprattutto un sindaco coraggioso, invece in questi anni è stato venduto e svenduto di tutto, penso ad AEM, ai parcheggi, come quello di fronte al San Camillo o alla Tamoil.
I nostri punti fondamentali sono ben chiari: no al biometano, no all’agrovoltaico, quello su campi che sottrae terreno allo colture, sì invece al fotovoltaico su aree già edificate e alle comunità energetiche. Quanto alla sanità, no al nuovo ospedale, dal momento che ci sono esperti autorevoli a certificare che quello esistente può essere riadattato”.
Siccome il nuovo ospedale invece, è l’unico punto su cui centrodestra e centrosinistra parlano a una voce sola, ecco perché dovremmo necessariamente essere una terza voce”.

Giuliana Biagi

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