Ambiente

Fanghi tossici sui campi
La Provincia chiederà i danni

La Provincia di Cremona ha deciso – con una delibera del presidente Mirko Signoroni dell’8 novembre – di costituirsi  parte civile nel procedimento penale a carico dei vertici aziendali della Società WTE S.r.l. su cui pesa la pesante accusa di spandimento di fanghi tossici, tra 2018 e 2019, su 3mila ettari di campi del bresciano e del nord Italia e nei comuni cremonesi di Formigara, Castelvisconti, Pieve D’Olmi, Pieve San Giacomo, Sospiro, Martignana di Po, Torricella de Pizzo, Castelleone, Gussola, Casalmorano, Piadena, Persico Dosimo, Derovere, Scandolara Ravara. Il 15 novembre è prevista, finalmente, la prima udienza davanti al giudice per l’udienza preliminare di Brescia, dopo che lo scorso giugno era slittata per un vizio procedurale: non era stato notificato l’avviso di fissazione dell’udienza al Ministero dell’Ambiente, che quindi non aveva potuto chiedere di costituirsi parte civile.

Le motivazioni della decisione – che giunge diversi mesi dopo quella analoga assunta dalla provincia di Brescia – sono succintamente riassunte nell’atto: “trattasi di condotta illecita che si ritiene gravemente lesiva degli interessi patrimoniali e non patrimoniali dell’Ente in termini di danno all’immagine”. Inoltre, “data la stretta connessione di materia e di contenuto e la necessità di un coordinamento con la Provincia di Brescia, in assenza di avvocatura interna, per l’assistenza e la difesa della Provincia si dà mandato agli uffici di conferire l’incarico di patrocinio legale all’avv. Ennio Buffoli, con la massima tempestività, in considerazione dell’imminenza dell’udienza fissata per il giorno 15.11.2023”.

Il rischio, se l’udienza dovesse saltare ancora, è che il caso vada in prescrizione, almeno per alcuni capi di imputazione. Nel procedimento figurano 15 persone fisiche, tra cui il titolare della Wte, Giuseppe Giustacchini, insieme a collaboratori e contoterzisti, e 7 aziende, di cui 6 bresciane e una con sede legale a Castelvisconti.

Le  accuse vanno dal traffico illecito di rifiuti alla gestione di rifiuti non autorizzata, fino al getto pericoloso di cose. Sotto accusa c’è anche Luigi Mille, ex direttore dell’Agenzia Interregionale per il fiume Po. Per lui l’ipotesi di reato è quella di traffico di influenze illecite.

A rappresentare l’ente cremonese sarà l’avvocato Ennio Buffoli, che già cura gli interessi di vari comuni del bresciano e della stessa Provincia di Brescia. A supporto della decisione assunta dalla Provincia di Cremona c’è la relazione del dirigente del settore Ambiente e Territorio, Mattia Guastaldi.

Già costituiti parte civile Legambiente Lombardia, il comitato cittadino di Calcinato, l’associazione Ambiente futuro Lombardia, la Lega per l’abolizione della caccia, il Comitato referendario per l’acqua e una famiglia (marito e moglie di Calcinato). gbiagi

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