Cronaca

Dall'eredità dei tre fratelli Volpi
donazione a Fondazione Sospiro

All’ingresso del Dipartimento delle Disabilità di Fondazione Sospiro campeggia ora una targa con una dedica: “Famiglia è il luogo in cui anche i nostri silenzi hanno voce, dove non siamo solo qualcuno, ma siamo noi stessi. Famiglia è sapere che qualsiasi cosa accada, c’è chi si prenderà cura di noi. Alla nostra famiglia di Fondazione Sospiro. Clementina, Vincenzo, Enrico Volpi”.

È stata donata dai discendenti dei tre fratelli Volpi, vissuti per molti anni all’interno della struttura e scoperta alla presenza del presidente di Fondazione, Giovanni Scotti, del Direttore Generale Fabio Bertusi e di Serafino Corti, Direttore del dipartimento delle disabilità. Accanto a loro si sono riuniti i parenti dei Volpi giunti dalle province di Parma e di Cuneo che hanno offerto in favore della Centro Nazionale Autismo, una cifra consistente, l’eredità dei fratelli Volpi, scoperta solo di recente grazie alla determinazione di Elisa Rozzi, la nipote da cui è partita una lunga ricerca sulle proprie origini.

La storia è molto bella e vale la pena raccontarla. Elisa, che vive nell’alto Appennino parmense, al confine dell’Emilia con Toscana e Liguria, decide di andare alla ricerca delle sue radici e scopre l’esistenza di tre zii di cui si sono perse le tracce. Si rivolge alla madre che descrive tre bambini, due maschi e una femmina, con problemi caratteriali e disabilità fisiche e sensoriali che vennero affidati a un Istituto in provincia di Cremona, dove si rinchiudevano, negli anni del dopoguerra, coloro che avevano malattie mentali.

Elisa Rozzi si mette in contatto con Sospiro e scopre che gli zii erano morti da qualche anno, si reca di persona a Sospiro e chiede i fascicoli riguardanti i tre ragazzi, trova le cartelle cliniche, alcune carte personali, fotografie e un estratto conto bancario. La somma è interessante e dopo una verifica scopre che il conto è ancora attivo.

Con la famiglia decide che non sia giusto che quei soldi vengano spartiti tra cugini e pronipoti che neppure ne conoscevano l’esistenza e, per onorare la memoria dei tre ragazzi e affinché possano essere aiutati altri giovani che oggi hanno quegli stessi problemi, dona l’eredità a chi se ne è preso cura per decenni. Il passaggio successivo è una lunga opera di convincimento per trovare l’accordo tra tutti gli eredi per affidare il denaro a Sospiro e lei stessa provvede ai versamenti di buona parte dell’eredità, ottenendo la promessa che anche gli eredi rimanenti si uniranno alla maggioranza della famiglia.

In queste ore, Elisa Rozzi con una decina di parenti ha raggiunto Sospiro per l’intitolazione del nucleo nel Dipartimento delle Disabilità di Fondazione in cui hanno vissuto i tre ragazzi la cui memoria si era perduta nel tempo.

Cristina Coppola

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