Colosseo, il gestore biglietti: “Da ‘Iene’ tono intimidatorio e gravissime menzogne”
(Adnkronos) – “Riteniamo gravissime le menzogne che continuano a essere diffuse dal programma ‘Le Iene’, anche avvalendosi di un sistema mediatico esterno evidentemente non interessato a cercare la verità”. E’ un attacco durissimo quello che il direttore di CoopCulture, Letizia Casuccio, che gestisce il servizio di vendita dei biglietti per il Colosseo, affida all’Adnkronos all’indomani di un servizio della trasmissione ‘Le Iene’ sul caos biglietti, annunciato ma mai andato in onda. Un servizio, però, descritto nei minimi particolari da un articolo di ‘Repubblica’ uscito stamane, e che parla di “beffa” del nuovo biglietto nominale.
“Sta succedendo qualcosa di incredibile – tuona la Casuccio – La trasmissione di entertainment ‘Le Iene’ nei giorni scorsi ci ha richiesto un’intervista, a cui noi abbiamo risposto positivamente proprio nell’obiettivo di mostrare con trasparenza tutti i dati che ci era legalmente concesso mostrare”. Ma “all’intervista si sono presentati senza preavviso non solo l’autore e il conduttore ma anche un tour operator che già si era esposto nelle puntate precedenti con affermazioni calunniose che sono all’esame dei nostri legali, con l’evidente proposito di creare un’atmosfera conflittuale”, racconta il direttore di CoopCulture, secondo cui il tentativo di spiegare con chiarezza l’enorme mole di dati si è rivelato quasi impossibile. “Era evidente che loro avessero in mano delle informazioni di non precisa fonte né verifica di correttezza e che fossero guidati nella conduzione dell’incontro da qualcuno che suggeriva loro le domande da porre”.
Nelle anticipazioni del programma di ieri sera, il sito della trasmissione annunciava una discrepanza tra i dati in loro possesso e quelli ufficiali. Il servizio non è mai andato in onda, “tuttavia ‘La Repubblica’ di questa mattina ne riportava un’accurata descrizione citando un acquirente che sarebbe riuscito a scardinare anche il sistema del biglietto nominale e a effettuare acquisti fraudolenti. Vogliamo essere precisi e categorici -sottolinea il gestore – Ribadiamo che il barcode associato al biglietto per il Colosseo contiene i dati inseriti al momento dell’acquisto da parte del visitatore, dati non modificabili in alcun modo e confrontabili immediatamente con quelli riportati sul documento di riconoscimento, obbligatorio per completare l’operazione altrimenti il biglietto non è valido ed è inutilizzabile”. I biglietti sono falsificabili? “I biglietti non sono falsificabili in alcun modo e non esistono bug che consentano di aggirare il sistema”.
“Mi preme sottolineare che la nostra buona fede e il nostro desiderio di trasparenza sono stati ripagati con un tono intimidatorio e con mezzi che non appartengono non solo al giornalismo ma neanche alle minime norme di educazione e di rispetto che dovrebbero essere alla base di qualsiasi relazione umana”, scandisce la Casuccio all’Adnkronos. “Per questa ragione riteniamo di non dover da ora in poi sottostare a forme ricattatorie che sono contrarie a qualsiasi professionalità, contrarie all’illustrazione della verità dei fatti, lesive della dignità delle persone”. Ad oggi, “a parte alcuni casi isolati e circoscritti, non sono arrivate richieste di chiarimenti da nessuna delle testate che sono state invece sollecite nel dare spazio alle falsità diffuse dalla trasmissione. Le sembra normale?”, chiosa il direttore di CoopCulture.
Casuccio tenta di fare chiarezza sul funzionamento dell’acquisto del tagliando per il monumento, su cui è in corso un’indagine dell’Antitrust, e lo fa a partire dal biglietto nominativo introdotto qualche giorno fa dal ministro Sangiuliano. “Riteniamo che il biglietto nominale sia l’unico sistema per bloccare qualsiasi acquisto fraudolento -assicura Casuccio I nuovi biglietti nominali sono sicuri perché dotati di un codice a barre che, proprio come quelli dei biglietti aerei, contiene il nominativo del visitatore e gli estremi del documento di identità. Non solo, lo utilizziamo già da tempo per i visitatori dei sotterranei del Colosseo”.
Questa modalità di accesso “ha però una grande efficacia solo se correlata da una puntuale verifica della corrispondenza del nominativo con il documento di identità da parte del parco archeologico -spiega il direttore di CoopCulture- Teniamo a sottolineare che la modalità del biglietto nominativo, richiederà l’intervento di personale autorizzato alla verifica dell’identità del visitatore e presumibilmente questa operazione rallenterà, il regolare afflusso dei visitatori. CoopCulture non è in alcun modo parte di questo processo di cui esclusivo responsabile è il Parco”.
Sulla difficoltà di reperimento dei biglietti “non risponde al vero quanto riportato dalla stampa e dai media, ovvero la circostanza secondo cui i consumatori non avrebbero la possibilità di acquistare il biglietto sul sito del rivenditore ufficiale”, scandisce Letizia Casuccio. Che spiega: “Noi siamo ‘il concessionario’ che opera secondo le regole previste dai bandi di gara per gli enti amministratori dei siti. È così anche per il Colosseo, il cui ente di riferimento è il Parco Archeologico del Colosseo, responsabile della sua conduzione e delle sue regole. CoopCulture non può operare in difformità da quanto indicato dall’ente e previsto dalla concessione”. Ovvero: il numero dei biglietti messi in vendita, la tipologia di biglietti, i destinatari, le modalità di accesso, il numero delle biglietterie e le griglie orarie di accesso (quante persone possono accedere), sottolinea il gestore, “sono decise dall’ente e CoopCulture non può fare altro che adeguarsi a queste richieste”, spiega il gestore.
Il 3 e il 10 ottobre sono andati in onda due servizi delle ‘Iene’ che parlano di ‘bot’, ovvero di sistemi automatici che comprerebbero in blocco i biglietti del sito ufficiale rendendoli introvabili, di difficoltà di reperimento dei biglietti e di bagarinaggio fuori dal Colosseo. Ma CoopCulture respinge al mittente ogni accusa. “Siamo dotati dei più avanzati software antibot che riescono a respingere in media 2.500.000 richieste al giorno. Il software in uso è Cloudflare, supportato da successiva analisi euristica. Per gli esperti del settore informatico questo sistema è il best in class, una vera best practice, secondo un parere indipendente che abbiamo raccolto per avere analisi di terza parte”.
Nella stessa trasmissione si è parlato di un sistema di vendita che avvantaggerebbe “i grandi clienti”, ovvero i grandi distributori a cui prima della stessa messa in vendita, sarebbero riservati numeri ingenti di biglietti. “Non esiste alcuna corsia preferenziale e in nessun modo gli operatori possono acquistare i biglietti prima degli altri o sottrarli ad altri canali di vendita ufficiali -scandisce all’Adnkronos Letizia Casuccio- I biglietti disponibili per gli operatori turistici sulla piattaforma b2b sono, ad oggi, come deciso dal Parco Archeologico del Colosseo, il 25 % della totale disponibilità. I biglietti acquistabili online e da call center dai singoli è, quindi, a oggi, pari al 55% delle disponibilità totali giornaliere. Il restante 20% è a disposizione dei visitatori individuali non intermediati, presso le biglietterie del Colosseo”. Infine, una nota sui dipendenti CoopCulture: “Lavorano in tutta Italia più di 2000 persone nella gestione di molti siti culturali. Sono dispiaciute per questo attacco mediatico, per alcuni comportamenti scorretti e minacciosi da parte di alcune redazioni. Ma assolutamente tranquilli e fiduciosi, per quanto riguarda le indagini in corso”, conclude il direttore Casuccio.
(di Ilaria Floris)