Cronaca

Per la Cremona-Mantova
lo stesso fondo della Brebemi?

Sarebbe il fondo di investimento IFM Global Infrastructure il soggetto con cui ha interlocuzioni Regione Lombardia per finanziare il progetto dell’autostrada Cremona Mantova. La notizia viene rilanciata in queste ore dalla consigliera regionale del Movimento Cinque Stelle Paola Pollini.

Questa notizia – afferma la consigliera –  sembra smentire quanto dichiarato il 5 luglio dalla Giunta regionale in risposta a una mia interrogazione. L’Assessore alle Infrastrutture, infatti, aveva scritto che: Non si hanno informazioni al riguardo di trattative e/o possibili interessamenti di soggetti privati terzi”.

E’ stata quindi presentata una nuova interrogazione per chiedere alla Giunta chiarimenti, anche se probabilmente i contatti sono avvenuti solo a livello informale.

Secondo M5S, “la Regione ha già bocciato il progetto in quanto insostenibile a livello economico. Mi chiedo quindi come sia possibile che un privato si voglia accollare i relativi evidenti rischi finanziari. Abbiamo già assistito ad opere faraoniche dove, dopo l’iniziale coinvolgimento dei privati e delle banche, le Istituzioni, a partire da Regione, hanno dovuto coprire gli enormi buchi di bilancio con i soldi dei contribuenti. Penso alle centinaia di milioni di euro sperperate per Pedemontana o alla BreBeMi, quest’ultima fra l’altro verrà a breve gestita proprio dallo stesso fondo che sarebbe interessato alla Cremona Mantova. Non vorrei che i modelli fallimentari proposti per Pedemontana e BreBeMi, siano nuovamente replicati”.

Come noto, il 29 novembre è prevista l’udienza al Tar in merito al ricorso fatto da Stradivaria – a cui la Regione ha revocato la concessione autostradale – contro la delibera regionale che stanzia 25 milioni per l’acquisizione del progetto. Altrettanti ne ha chiesti Aria (società regionale e nuova concessionaria) nell’ambito delle schermaglie legali.  Una data entro la quale,  come emerso in un recente dibattito organizzato dal Pd tra favorevoli e contrari all’opera, viene auspicato un chiaro pronunciamento politico della Regione sulla realizzazione dell’infrastruttura e cioè se sia ancora possibile l’alternativa della strada a scorrimento veloce da realizzare con fondi statali (Anas).

L’INTERVENTO DEI COMITATI – “Come mai questo “Fondo” è interessato a questa operazione?” si chiedono i Comitati che si oppongono alla Cr-Mn coordinati da Cesare Vacchelli.  “Quali sono i loro veri obiettivi? Quali garanzie e/o gli aiuti economici pubblici, modello “Bre-Be-Mi”, stanno trattando al fine di concludere questa operazione? Cosa ne pensano gli ignari cittadini contribuenti lombardi e non?

Si torna inoltre a parlare della contestuale necessità della prosecuzione del Ti-Bre autostradale, almeno fino alla sua confluenza col tratto comune della Cr-Mn, magari portando in capo al soggetto attuatore della Cr-Mn l’onere realizzativo dell’intero tratto o del solo tratto comune da Calvatone a Marcaria.

Un’operazione, quella del solo parziale prolungamento del Ti-Bre, peraltro già tentata in passato, sulla quale molto avrebbe da eccepire, se informata, la stessa Commissione Europea, che con un preciso accordo politico col governo italiano, concesse nel 2009 la sanatoria condizionata della proroga senza gara di tale concessione autostradale.

Il futuro viaggia in treno, e tra meno di un decennio le merci provenienti dai nostri porti marittimi e da quelli fluviali di Cremona e di Mantova raggiungeranno il cuore dell’Europa attraverso la galleria ferroviaria di base del Brennero, che oltre ai passeggeri toglierà dalla strada gran parte dei 2,4 mln di mezzi pesanti che ogni anno attraversano il valico, ma soprattutto renderà ancora più evidente l’incompatibilità e la supposta strategicità di questa scelta autostradale.

L’auspicio è che alla ostinata miopia della politica non si sovrapponga anche quella di interessi speculativi”.

© Riproduzione riservata
Caricamento prossimi articoli in corso...