Cronaca

"L'orco" non demorde nonostante la
condanna. Atti persecutori: arrestato

Il 20 giugno del 2023 il tribunale di Cremona lo aveva condannato a 8 anni e 6 mesi per violenza sessuale e maltrattamenti in famiglia. Un 40enne albanese era accusato di aver picchiato e minacciato di morte la moglie, di 32 anni, e di averla costretta ad avere rapporti sessuali con lui anche alla presenza delle loro due bimbe di 10 e 4 anni. Un uomo violento e pericoloso, che dal dicembre del 2017 al maggio dell’anno scorso aveva terrorizzato moglie e figlie, costrette alla fine a chiedere aiuto e ad essere ospitate in una comunità, sempre guardate a vista e protette da una rete solidale dei servizi sociali.

Ieri “l’orco”, che non ha mollato la presa e ha continuato a cercare moglie e figlie, è stato arrestato per atti persecutori. Nei suoi confronti, gli uomini della Squadra Mobile della Questura di Cremona hanno dato esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip.

Gli accertamenti erano iniziati nei primi mesi del 2022, quando la vittima, moglie dell’indagato, aveva denunciato ai poliziotti le vessazioni e i maltrattamenti che subiva da anni da parte del marito. L’attività investigativa coordinata dalla procura aveva portato alla luce i numerosi comportamenti violenti dell’albanese nei confronti della moglie, che, spaventata per la propria incolumità, aveva deciso di allontanarsi da Cremona.

Il marito l’aveva picchiata frequentemente, impedendole di farsi visitare, controllata in modo ossessivo, nascondendole le chiavi di casa, il telefono cellulare e i documenti personali, fino ad impedirle di vedere qualsiasi altra persona e, persino, di andare a lavoro.

La donna, inoltre, era stata sopraffatta fisicamente e psicologicamente, costretta ad avere ripetuti rapporti sessuali nonostante la resistenza fisica e verbale da lei opposta e nonostante la presenza delle figlie minorenni. Un’attività che ha poi portato alla condanna del giugno scorso.

Tuttavia, in attesa che la sentenza diventasse definitiva, con la conseguente espiazione della pena, l’uomo ha perseverato nelle sue condotte, arrivando a cercare la moglie in maniera ossessiva da alcuni parenti in diverse aree dell’Italia, fino a minacciare gli ex insegnanti delle figlie, nella convinzione che sapessero dove fossero e che gli impedissero di vederle. In un’occasione avrebbe detto che Cremona si sarebbe ricordata di lui perchè avrebbe bruciato tutto.

Sul caso è stato aperto un nuovo fascicolo nel quale sono stati raccolti i nuovi reati commessi dall’indagato, per il quale il gip ha emesso l’ordinanza di custodia cautelare in carcere per atti persecutori.

Dopo due giorni di intense ricerche, gli investigatori della Mobile guidati dal dirigente Marco Masia sono riusciti a rintracciare l’albanese, che è stato accompagnato nel carcere di Cremona.

Sara Pizzorni

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