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Un mate con Abrego: "Sogno
la Serie A con la Cremonese"

Il centrocampista argentino ha parlato in esclusiva a Il Grigio e il Rosso su Cremona1

Gonzalo Abrego, centrocampista argentino arrivato alla Cremonese in estate, si è raccontato a Il Grigio e il Rosso su Cremona1 nella puntata di ieri sera, lunedì 16 ottobre. Dal suo percorso alle sue aspirazioni, con il mate in mano, la bevanda tipica del suo Paese.

Come ti stai trovando a Cremona e con i tuoi compagni?

“Molto bene, anche se è tutto nuovo, ma la città è carina, piccola, ma carina. E i miei compagni, la verità è che mi hanno colto molto bene e sin dal primo momento mi sono sentito integrato nel gruppo”.

Stiamo bevendo mate: cosa rappresenta per te questo momento? Ci sono compagni che hanno iniziato a berlo o che magari lo bevevano già?
“Credo che il mate non possa mancare mai, in Argentina è un’abitudine, è molto raro che un argentino non lo beva, sin da piccoli lo beviamo e quando sono arrivato sono rimasto sorpreso che Serni (Leonardo Sernicola, nda) beveva mate, però è bello poterlo condividere con qualcuno”.

Come è stato l’impatto con l’Italia e con il campionato italiano?
“Come ho detto prima è tutto nuovo, le abitudini, la lingua, ma anche come si vive il calcio: qua è diverso, ma credo che mi sto adattando bene”.

Che differenze ci sono tra il calcio italiano e quello argentino?
“Come si sente il calcio qui e l’ambiente che c’è allo stadio è diverso e il calcio stesso qui è molto più tattico e credo un po’ più difensivo”.

Cosa hai pensato e provato quando hai debuttato con la Cremonese?
“Credo che sia stato un momento molto felice e quello che ho sempre desiderato era venire qui in Europa a giocare e la Cremonese è un club molto bello perciò sono stato molto contento di debuttare con questa maglia”.

Tra gli allenatori che hai avuto quale credi abbia avuto la maggior influenza?
“Credo che nel tempo che ho giocato ho avuto tantissimi allenatori, ma se mi chiedi un nome non te ne posso dire uno in particolare anche perché credo che ognuno di loro mi abbia lasciato qualcosa”.

Come è stato invece lavorare con Diego Flores?
“È andata molto bene, è un tecnico molto professionale che lavora molto bene. Grazie a lui sono cresciuto tecnicamente e anche fisicamente perciò credo che sia stata una tappa molto buona”.

Ho letto che prima delle partite e dopo quelle in trasferta eri solito chiamare tuo papà: è una cosa che continui a fare?
“Sì, cerco di farlo, ma adesso è più complicato con la distanza, il fatto che sono lontani e non sono potuti venire e con la differenza di orario”.

Più in generale quanto è importante per te la famiglia?
“La famiglia è la cosa più importante che ho, se non fosse stato per loro non starei qui adesso: sempre sarò loro grato”.

Cosa ha significato per te poter debuttare nella squadra di cui sei tifoso, il Godoy Cruz?
“Ovviamente è stato un sogno per come è avvenuto e per come l’ho vissuto nel posto dove sempre sono stato sin da piccolo, dove andavo a vedere le partite: nel momento di stare dentro il campo come sempre l’ho sognato è stato meraviglioso”.

Cosa hai pensato quando ti hanno detto che saresti entrato in prima squadra? Cosa hai provato al debutto?
“Sono state un sacco di emozioni insieme: è come uno se lo è sempre immaginato, stare lì, poter difendere i colori che ami è stato stupendo”.

Quanto è stato difficile lasciare il Godoy Cruz e cosa ti ha convinto della proposta della Cremonese?
“È stato difficile dopo essere stati tanti anni là, però credo che era il momento per far avanzare la mia carriera. Era un sogno che ho sempre avuto quello di venire a giocare in Europa ed è successo. Ho scelto la Cremonese perché è un bel club, molto organizzato, che ha ambizione: avendo giocando in Serie A ha l’aspirazione di tornarci e anche questo mi ha convinto”.

Quali obiettivi hai a livello personale e di squadra per questa stagione?
“A livello personale cercare di aiutare la squadra più che posso. Sono venuto qua per giocare, per aiutare la squadra e vengo con l’ambizione di esser promosso perché sarebbe un sogno per me giocare in Serie A e credo che sia anche l’obiettivo della squadra”.

Pensi alla nazionale? È un sogno o un obiettivo?
“Per adesso è più un sogno, ma spero che più avanti possa esserci più vicino e possa averlo come un obiettivo”.

Mauro Taino

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