Spettacolo

Stagione d'opera, in scena
capolavoro di Antonio Vivaldi

Un vero gioiello va in scena nella stagione d’Opera 2023, il 20 ottobre (ore 20 e in replica domenica 22 ottobre ore 15.30), la Juditha Triumphans di Antonio Vivaldi sarà protagonista al Teatro Ponchielli. La storia biblica di Giuditta, che seduce e decapita l’invasore Oloferne, fu usata dal compositore come allegoria per celebrare la vittoria veneziana dei Turchi nell’agosto del 1716.

Un’opera preziosa e di straordinaria bellezza, dove l’intensa atmosfera di guerra è trasmessa attraverso una scrittura corale dinamica; la fede e l’integrità di Juditha, invece, attraverso una scrittura lirica e tenera. Di grande interesse è l’uso di molti strumenti diversi e relativamente rari, come la viola d’amore, il chalumeaux e la tiorba, che hanno il compito di mettere in evidenza i momenti più significativi dell’opera.

Bernardina del Violin, Candida e Caterina della Viola, Lucrezia e Mariarosa del Violon, Pelegrina dall’Oboe, Adriana e Prudenza della Tiorba, Lucietta e Tonina dell’Organo, Fortunata, Polonia e Gertrude Cantore, Apollonia, Albetta, Bolonesa e Chiaretta sono solo alcuni dei nomi delle famose figlie di coro per cui Antonio Vivaldi compose la musica che esse eseguivano, nascoste da grate alla vista del pubblico che accorreva ad ascoltarle da tutta Europa, impegnandosi tra l’altro a non intraprendere mai una carriera nei teatri d’opera, anche quando fossero uscite dall’Ospedale della Pietà. Le orfanelle ospiti degli Ospedali veneziani vestivano un’uniforme simile ad un abito da religiosa; la divisa della Pietà era rossa.

Nello spettacolo, momenti di azione scenica si alternano a tableaux in cui la musica dell’oratorio Juditha Triumphans è lasciata alla fruizione prevista dal compositore, basata più sul sentire dell’orecchio e del cuore che sulla visione delle prospettive sceniche.

L’uso della gestualità retorica settecentesca contribuisce ad una resa teatrale del testo latino, in un agile dispositivo scenico in cui abbiamo immaginato che, per una volta, le figlie di coro potessero portare in scena il capolavoro vivaldiano mostrandosi al pubblico. Affrancate momentaneamente dalla loro invisibilità storica nella fisicità delle interpreti odierne, le putte mettono in scena una società operosa tutta femminile, una riflessione sulla fragilità del potere maschile e sulle armi della seduzione e della trasformazione.

Nella trama d’ispirazione biblica della Juditha Triumphans, una bella e giovane vedova motivata dall’amor patrio è guidata dall’acume strategico della più anziana e pure vedova Arba nella missione che garantirà agli Ebrei il trionfo sui nemici. Obiettivo della strategia di seduzione è il grande condottiero Holophernes – nelle parole di Vagaus ‘dall’ aspetto terribile e soave’ – vittima della propria sete di bellezza, oltre che di vino.

In un tempo come il nostro, ancora piagato da guerre tra popoli, ci piace concentrarci sulle dinamiche della solidarietà tra i personaggi femminili, più che sulle ragioni della loro violenza sanguinaria.

 

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