Cronaca

Omicidio Senatore: chiesti
24 anni per Mauro Mutigli

Mauro Mutigli scortato dagli agenti della penitenziaria

Per l’omicidio di Giovanni Senatore e per il tentato omicidio di Alessandro Ferrari, il pm Andrea Figoni ha chiesto una pena di 24 anni di reclusione per Mauro Mutigli, 39 anni, l’operaio di Castelleone accusato del delitto del 40enne assassinato davanti al bar Meteora la sera del 10 agosto dell’anno scorso in paese al culmine di una lite e del ferimento dell’amico della vittima che era intervenuto per fermare la colluttazione, finendo in ospedale con quattro coltellate. Nella sua requisitoria, il pm ha riconosciuto la provocazione di Senatore verso l’imputato.

Gli avvocati Marco Soldi e Consuelo Beber

Per Mutigli, processato con il rito abbreviato, il gup deciderà lunedì prossimo. L’imputato è assistito dagli avvocati Consuelo Beber e Marco Soldi, mentre il legale Mario Tacchinardi rappresenta le parti civili: i genitori di Senatore, papà Francesco e mamma Emilia, le due sorelle Sonia e Barbara e il fratello Gaetano. L’avvocato Michela Sinelli, invece, assiste Alessandro Ferrari, anch’egli parte civile.

Per l’omicidio di Senatore, a Mutigli è stata aggiunta l’accusa del porto d’arma, un coltello da cucina di ceramica con una lama lunga 18 centimetri, mentre non è più contestata l’aggravante dei futili motivi. Agli atti, c’è un video che testimonia che era stato Senatore il primo a provocare e a menare le mani, scatenando la reazione di Mutigli, che si era allontanato dal locale, era uscito a prendere il coltello custodito nel suo monopattino elettrico per poi sferrare i colpi al rivale, morto per shock emorragico dopo sette coltellate, di cui una mortale.

Gli avvocati Mario Tacchinardi e Michela Sinelli

Al giudice, la difesa ha chiesto come prima cosa l’assoluzione con l’esimente della legittima difesa putativa, ovvero quella esercitata a fronte di una la situazione di pericolo che non esiste obiettivamente, ma è supposta erroneamente dall’imputato a causa di un erroneo apprezzamento dei fatti. In alternativa, l’omicidio preterintenzionale, in quanto, per i legali della difesa, Mutigli non voleva uccidere. Per quanto riguarda invece l’accusa per il ferimento di Ferrari, i difensori hanno chiesto di far cadere l’accusa di tentato omicidio in favore di quella delle sole lesioni.

Ma perchè tra Senatore e Mutigli, che si conoscevano, ci fu una lite così violenta? Per la difesa, figura chiave sarebbe proprio quella di Ferrari. I motivi del contendere, infatti, non sarebbero stati tra Mutigli e Senatore, ma tra Mutigli e Ferrari, con il quale ci sarebbero stati sentimenti di astio. Lo si evince dalle analisi dei telefonini da cui emerge che Mutigli non voleva che Ferrari, che frequentava la sua ex compagna, vedesse i suoi figli. Mutigli e Senatore, al contrario, non si erano mai messaggiati, nè parlati al telefono. Esiste solo una telefonata persa, il 7 agosto, fatta da Senatore a Mutigli. Ci sono poi messaggi inviati a ridosso del giorno dell’omicidio in cui il presunto omicida parla con un amico e gli dice di aver ricevuto minacce da parte di Senatore, che gli intima di andarsene da Castelleone.

Sara Pizzorni

Da sinistra Mutigli, il bar teatro dell’omicidio e Senatore

 

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