Cronaca

Boom di reati fiscali, tempi brevi per la gestione dei fascicoli

Reati fiscali in aumento anche a Cremona. A raccontarlo è l’avvocato Alessandro Zontini, che in queste settimane sta gestendo alcuni fascicoli relativi a reati di evasione fiscale, false fatturazioni per operazioni inesistenti, occultamento di documenti, omesso versamento di imposte dirette e di Iva, nonchè di indebita compensazione nei confronti dell’Erario. In città sono cresciute le denunce dell’Agenzia delle Entrate, così pure l’attività della guardia di finanza, dell’Ispettorato del lavoro e dell’Ausl, conseguenza da un lato di un più elevato numero di comportamenti irregolari, dall’altro di una accresciuta attività di vigilanza. “Reati”, secondo Zontini, “che negli ultimi mesi la procura di Cremona tratta con una certa celerità, visti i tempi molto brevi tra l’apertura delle indagini e il rinvio a giudizio”.

Su certe questioni di carattere generale, però, il legale si è mostrato critico, in particolare su alcune decisioni del governo Monti “che hanno criminalizzato alcune violazioni tributarie ed inasprito regole di illeciti penali”. “Anche se tutto questo lo si deve considerare in un’ottica di un rinvigorito e legittimo contrasto all’evasione fiscale”, il legale si è però detto contrario all’incremento delle violazioni che prima erano considerate illecito tributario e che ora invece sono reati a tutti gli effetti. “Per questi crimini sarà istituito un processo con tutti e tre i gradi di giudizio”, ha ricordato Zontini, “il che vuol dire un notevole dispendio di energie e l’esigenza di dover affrontare significative spese, sia per i contribuenti, ma anche per lo Stato”. Un esempio: l’omesso versamento delle imposte dirette o dell’Iva. “Un reato, quest’ultimo”, per l’avvocato cremonese, “che potrebbe nascondere un atteggiamento truffaldino, ma che va ad individuare una condotta omissiva implicante l’accertamento di una semplice condotta sotto un mero profilo oggettivo, senza tuttavia la verifica dell’intento criminoso: si parla, cioè, di persone che, ad esempio, hanno pagato le imposte dirette ma che non hanno versato l’Iva dovuta, magari per mera dimenticanza, o perché impossibilitati a pagare”. “In questo caso, però”, ha sottolineato Zontini, “il reo è facilmente individuabile e il problema si potrebbe risolvere senza la necessità di istruire un processo. Si tratta, a mio avviso, di un problema di carattere amministrativo che dovrebbe essere esaminato e gestito dal giudice tributario, non da quello penale”.

E ancora: le nuove norme limitano l’accesso ai riti alternativi, “con il conseguente ingolfamento delle procure”. “In questo caso”, ha sottolineato il legale, “se l’indagato non risarcisce lo Stato non può patteggiare la pena, e quest’ostacolo, ancora una volta, comporta l’avvio di un procedimento penale. Magari per tre gradi, con costi conseguenti”.

Sono state poi abrogate le attenuanti speciali, “cioè quelle che scriminavano la condotta o che consentivano l’applicazione di una pena proporzionata al reato commesso. Ora, invece, l’indirizzo è quello di sanzionare la medesima condotta, indipendentemente dall’importo di cui si tratta nell’ambito processuale”.

Non solo: le nuove direttive prevedono anche limiti nell’applicazione della sospensione condizionale della pena, e, in più, colui che commette reati di natura fiscale avrà delle forti ostacoli all’accesso al c.d. gratuito patrocinio, una limitazione che non si riscontra in tutti gli altri reati. “Norme che mi paiono del tutto incostituzionali, ma che forse si spiegano unicamente nell’ottica del quadro della lotta all’evasione ed alle altre condotte penalmente rilevanti in ambito tributrario”, ha concluso Zontini.

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