Cronaca

Crisi, ecatombe di negozi in centro "Cultura e turismo per il rilancio, adesso bisogna agire"

foto Francesco Sessa

Alcuni non hanno atteso neppure il rientro dalle vacanze. Giù la saracinesca, cessata attività. Una strage di attività commerciali in centro città. E purtroppo non pare finita. Sono attese altre chiusure dopo l’estate e con il nuovo anno. Commercialmente Cremona è sempre più povera. In corso  Campi ha chiuso il negozio in franchising “Oltre”, appartenente ad una catena internazionale. “Affittasi negozio” anche all’imbocco di corso Campi dove pochi mesi ha aperto una parfarmacia subentrata a “L’altro sport”. Tutto chiuso anche a “Prima Classe”, sul lato opposto a testimoniare una crisi che vede il settore abbigliamento sulla graticola. Serranda abbassata anche alla storica “Casa del bottone”, qualche decina di metri più avanti sempre su corso Garibaldi. Per la prima volta si contano diverse chiusure in questo primo tratto del corso che arriva fino alla chiesa di Sant’Agata quasi a fare un tutt’uno con il disastro della seconda parte di corso Garibaldi (dal Cittanova fino a porta Milano) dove i negozi chiusi sono ventitre. Scricchiolii di tenuta anche più in centro, sotto i portici della Camera di Commercio tra via Baldesio e piazza Stradivari. Annuncia la svendita totale e il cedesi attività, lo storico negozio di foto-ottica Faliva, una presenza di oltre cinquant’anni in città (il padre Angelo poi i figli Roberto e Giuseppe). Ha chiuso i battenti, su via Baldesio, il negozio “La principessa sul pisello”, altro punto di vendita di abbigliamento che aveva sostituito “Marenoni abbigliamento” solo qualche mese fa. La situazione è difficilissima e nemmeno i  saldi hanno dato una mano a sostenere il commercio cittadino (più del 10% in meno nelle vendite, secondo un nostro rapido sondaggio). Ma la crisi sta colpendo anche l’editoria e la vendita di giornali, così si cedono le edicole. Sono almeno tre quelle attualmente in vendita in centro città.

MANTOVANI (BOTTEGHE DEL CENTRO): “SERVE UN PIANO DI RILANCIO DEL CENTRO. E’ IL MOMENTO DI AGIRE”

Di seguito l’intervento integrale di Paolo Mantovani, presidente delle Botteghe del Centro, sulla questione.

La “crisi” non è certo finita. Le chiusure di questa estate testimoniano in maniera chiara e drammatica che i nostri imprenditori sperimentano sulla propria pelle tutto l’impatto delle difficoltà dell’economia. Lo stillicidio delle aziende, verosimilmente, continuerà (purtroppo) anche nei prossimi mesi. Un fenomeno che non interessa solo Cremona. Basta, in proposito, citare i dati elaborati da Federmoda. Nei primi mesi di quest’anno, in Italia, si è registrato un saldo negativo di ben 4.000 realtà del comparto, a fronte delle 5.000 in meno di tutto il 2011. Calo dei consumi, accesso al credito sempre più difficile, aumento della pressione fiscale: sono i fattori che incidono più pesantemente sull’andamento delle nostre imprese. A queste criticità, di carattere generale, si inseriscono anche temi locali. Penso all’assenza di un vero piano per il rilancio del centro (che al contrario è sempre più chiuso e inaccessibile) con azioni concrete di rilancio, che nascano proprio dal confronto con le forze economiche. Chiedere il pagamento dei permessi di sosta non muove certo nella giusta direzione. Così come non giova il comportamento di quei cittadini che vorrebbero, per la loro quiete, una sorta di “coprifuoco”.
L’unica soluzione possibile, per il bene del paese, è rilanciare i consumi, fare leva sulla domanda interna e sulle imprese dei servizi di mercato, che a questa domanda fanno particolare riferimento.
Da qui, la nostra richiesta fondamentale e di lungo corso: una politica per i servizi – cioè un sistema di regole, di strumenti e di ragionevoli risorse – che supporti i processi di rafforzamento della produttività.
Ne trarranno giovamento non solo il commercio ma anche l’identità e la vivibilità delle nostre città. Quando chiude un negozio si indebolisce tutto il sistema, la città perde progressivamente la sua capacità attrattiva, rinuncia ad essere polo di aggregazione sociale. Ecco perché serve un progetto chiaro ed efficace sul centro, che lo renda più facilmente accessibile, che permetta la sosta (razionalizzando anche i costi). E ugualmente serve maggiore attenzione agli eventi e alla promozione turistica. Progettare il rilancio di Cremona richiede necessariamente mettere al centro i temi del turismo e della cultura. Non si può pensare solo a chi vive in città. Un Territorio progredisce solo se è in grado di camminare con tutte due le gambe, la gamba della comunità locale e la gamba che nasce dall’aprirsi al mondo, dalla dimensione globale. Occorre essere consapevoli che abbiamo potenzialità straordinarie che fino ad oggi non sono state sfruttate per nulla (o quasi). Ma anche in questo caso occorre mettere al centro il bene comune, superare interessi di parte. Non è un percorso scontato (come dimostra la cronaca di queste ultime settimane). Responsabilità è capire, innanzitutto,  quali sono le energie che in concreto determinano lo sviluppo complessivo, ed allora tutte le energie vanno tenute in considerazione, non solo una parte. E vanno valorizzate facendo sistema, a partire dalle Istituzioni locali, senza dimenticare le forze dell’economia o il ricco mondo culturale della città.
Alla politica (ad ogni livello) chiediamo di non limitarsi all’enunciazione di grandi proclami che tali restano, stentando a calarsi – per migliorarla – nella vita quotidiana. Occorrono precise scelte di campo indirizzate a scommettere con rapidità e decisione sullo sviluppo e sulla crescita, puntando a tutto campo sulle ragioni vere e concrete dell’economia reale, del mondo dell’impresa e del lavoro. “Il tempo è scaduto!” ha detto il presidente della Confcommercio Sangalli all’ultima assemblea nazionale. Anche i negozi chiusi di Cremona confermano che è arrivato il momento di agire.

LA LEGA A DIFESA DEI COMMERCIANTI: “INACCETTABILI PENALIZZAZIONI E SCARSA ATTENZIONE DALL’AMMINISTRAZIONE COMUNALE”

Forse l’amministrazione comunale non ha capito che siamo nel bel mezzo di una crisi economica senza precedenti i cui effetti inevitabilmente si fanno sentire con vistosi cali dei consumi – dichiara il Commissario della Lega Nord di Cremona Stefano Borghesi – in una tale situazione dovrebbero essere attuate misure che vadano nella direzione di difendere ed agevolare i commercianti e non di punirli. E’ inaccettabile constatare che un ricorso esasperato alle ZTL combinato con l’apertura di diversi cantieri sta producendo in questo momento forti penalizzazioni al commercio del centro storico”.

“Da parte nostra – prosegue Borghesi – riteniamo che il commercio in centro vada rivitalizzato mediante un utilizzo delle ZTL meno severo. Proponiamo che venga concesso un maggior numero di permessi agli operatori ad un costo inferiore rispetto all’attuale, una modifica delle fasce orarie della ZTL con la chiusura al traffico infrasettimanale a partire dalla mezzanotte e l’apertura al traffico nelle giornate di sabato pomeriggio ed eventualmente anche di domenica, in occasione di eventi particolari da concordare con gli stessi commercianti. Pensiamo ad indennizzi per i commercianti penalizzati dalla presenza di cantieri. In molti comuni inoltre i parcheggi a pagamento nei pressi del centro sono gratuiti per la prima mezzora, crediamo che questa misura possa essere applicata anche a Cremona, e che tale agevolazione possa essere estesa per tutto il sabato pomeriggio. L’amministrazione comunale, infine, dovrebbe impiegare le forze di polizia municipale per interventi che combattano l’abusivismo commerciale invece che fare multe per fare cassa”.

“Porteremo avanti queste posizioni anche in consiglio comunale – conclude Borghesi – e, subito dopo le vacanze estive, la Lega Nord si farà promotrice di incontri con i commercianti del centro e con le associazioni di categoria per cercare di analizzare al meglio la situazione ed elaborare ulteriori proposte concrete che vadano nella direzione opposta a quella delle misure assunte dal comune che ha chiaramente dimostrato una scarsa attenzione verso gli operatori del settore”.

Michele Ferro

Galleria fotografica di Francesco Sessa

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