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Cremonese, Stroppa non
si tira indietro: "Ci crediamo"

È stato presentato ufficialmente oggi, mercoledì 20 settembre, Giovanni Stroppa, il nuovo allenatore della Cremonese.

A prendere per primo la parola l’amministratore delegato grigiorosso Uberto Ventura che ha sottolineato: “Voglio ringraziare Davide Ballardini che ci aveva aiutato nella scorsa stagione, non fortunata perché terminata con la retrocessione, ma in cui abbiamo vissuta una storica semifinale di Coppa Italia. Nonostante gli sforzi di proprietà e società, non ci sono stati prestazioni e punti in classifica, ancorché dopo cinque giornata, per avere il passo per rimanere competitivi. Ricordo che due anni fa alla quinta di campionato, il Monza era in 14esima posizione con 6 punti: non so se è una fortunata coincidenza, ma siamo ancora in corsa per prendere i treni per i nostri obiettivi”.

Il direttore sportivo Simone Giacchetta ha quindi presentato il nuovo tecnico: “Ha ormai un suo percorso importante che parte da lontano e che l’ ha visto sempre in continua ascesa: è un vincente per questa categoria, sia nella mentalità che nei risultati. È un allenatore che ha lavorato in piazze importanti con pressioni importanti, è in grado, lui insieme al suo staff, è in grado di sostenere questo impegno dando anche il giusto riconoscimento alla rosa che abbiamo messo a disposizione quest’anno”.

Quindi la parola è passata allo stesso Stroppa: “Gli stimoli sono quelli di entrare a far parte di una società eccezionale che con questa proprietà ha fatto passi da gigante, a partire da questo Centro Sportivo che è molto invidiabile da tutti: gli stimoli non mancano, si arriva in una realtà dove si cercherà di essere competitivi al 100%. Mi dà l’impressione che ci siano qualità improtanti all’interno della rosa per competere perché vincere si vince in pochi: dalla Serie B il passaggio è per tre, sicuramente è un obiettivo, ma ci sono talmente tante squadre che non è così semplice e scontato arrivarci”.

“Ci crediamo assolutamente – ha aggiunto parlando della promozione -, e l’esempio è stato fatto dal dott. Ventura fotografando quello successo due stagioni fa: è chiaro che non bisogna perdere terreno e cercare di essere tra le prime. Ritrovo una Serie B che da qualche anno è una A2 in cui c’è chi parte bene e arriva, chi parte bene e si ferma e chi parte meno bene e arriva di slancio. Sarà fondamentale il lavoro, dobbiamo crederci sempre: testa bassa e capire dove possiamo arrivare con quello che è il percorso che non si deve scalfire né nei momenti buoni né cattivi”.

“Voglio dare tutto me stesso – ha detto ancora -, come anche il mio staff, e fare di tutto e di più per portare una idea e i numeri. Abbiamo iniziato ieri, la squadra è molto ben predisposta: mi piace il gruppo per come è stato costrutio, poi ci sarà il campo e il campo non smentisce ed è la cosa più difficile da fare. Poi per me allenarli ogni giorno è bellissimo”.

Sulla sua filosofia di gioco ha chiarito: MI piace giocare per vincere ed essere dominante: diventa fondamentale l’occupazione degli spazi e i movimenti, che deve essere assolutamente supportato da qualità tecniche. E in queste squadra ce ne sono. Non so quanto tempo ci vorrò, ma miracoli non se ne fanno. Sarà un processo ssolutamente graduale, è impossible incidere in tutti i concetti: è difficile  iniziare da luglio e già avere identità precisa, figuraicomoi in qualche ora di allenamento. Dobbiamo fare poche cose, ma fatte bene. Ci sono tante cose in testa, ma poche  da dare ai ragazzi, mi preme soprattutto l’atteggiamento, l’equilibrio, la capacità di tenere il campo, poi non è semplice e non c’è tempo di poter sbagliare: bisogna portare a casa i punti e in questo saranno fondamentali l’atteggiamento e la cattiveria”.

“Zeman – ha chiarito – è un mio maestro e ci può stare quel paragone, ma non sono Zeman. Al di là della presunzione che posso avere per fotografare il mio percorso e senza fare confronti con Ballardini che ha una sua identità straordinaria per cui i numeri parlano per lui, io ne ho un’altra. Cercherò di farlo perché è difficile, ma voglio dare una identità propositiva e far giocare tanti giocatori tecnici insieme”.

In questo senso ha precisato: “Mi piacciono i giocatori di qualità e nel mio pensiero c’è quello di averli in campo assieme, ma se non corrono bene e non dà equilibrio alla squadra non gioca. Nell’immediato sarà difficile vederli tutti insieme. Poi la differenza la fanno sempre i giocatori: l’allenatore può avere l’idea e dare lo spartito, ma sono i singoli ad esaltarli e qui ci sono singoli straordinari, fuori concorso per la categoria. Cercherò di farli giocare insieme”.

Un tema caldo è anche quello della rosa ampia, più volte lamentato dal predecessore: “Lasciare fuori qualcuno mi dispiace, ma questo è il nostro mestiere: meglio avere alternative che non averne, inoltre ci sono potenzialità tecniche ed economiche. Ben vengano i giocatori forti, anche con i doppi o tripli ruoli perché il campionato è lungo. Devo essere molto bravo a coinvolgere tutti, le partite si vincono anche con chi entra dopo: vediamo che le partite cambiano inerzia quando ci sono le sostituzioni. Mi auguro di avere la disponibilità e stimolare chi non inizia. Arrivo da una esperienza identica, per cui non è che vengo a giustificare una scelta che non mi piace”.

In questo senso ha parlato degli altri parallelismi con l’esperienza al Monza: “Il Centro Sportivo, la proprietà: il Cavaliere Arvedi non lo devo descrivere io. Per me il lavoro quotidiano è fondamentale, non si può chiedere qualità se non si ha qualità. Lo stadio inoltre, con tutte le migliorie fatte che sono li da vedere, è comodo ed ha un rumore coinvolgente: c’è un clima eccezionale e questo è sicuramente un vantaggio”.

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