Cronaca

Allarme annegamenti: quali
rischi e come evitarli

Marca e Lancetti

Una vera e propria scia di morti per annegamento sta caratterizzando questa estate 2023: piscine, laghi, fiumi e mari, mete ambite da tutti per rinfrescarsi dalla calura, possono nascondere insidie e pericoli. Ma spesso dietro agli incidenti in acqua vi sono anche disattenzioni, disinformazione e comportamenti incauti.

Una delle cause più frequenti è l’annegamento dovuto ad un malessere: “Ad esempio, il fare il bagno poco dopo aver mangiato, o tuffarsi nell’acqua molto fredda quando si è particolarmente accaldati: situazioni che possono provocare dei malori improvvisi” spiega Riccardo Lancetti, Fiduciario Fin Cremona e Brescia per la sezione Salvamento. Per questo tornano utili i consigli delle nonne, che raccomandavano di aspettare qualche ora dopo aver mangiato, prima di entrare in acqua.

Un’altro problema non da poco è la scarsa capacità natatoria. Come spiega Lancetti, infatti, oggi “si registra una mancanza di cultura dell’acqua. Una persona che non sa nuotare bene deve prestare particolare attenzione quando fa il bagno e limitarsi a luoghi sicuri. Fiumi e laghi spesso sono caratterizzati da fondali improvvisamente profondi o mulinelli”.

Un problema che in una città come Cremona è meno sentito: “la grande presenza di società canottieri o comunque di società sportive dedite al nuoto fa si che nella nostra città la cultura dell’acqua sia piuttosto diffusa: qui i bambini vengono indirizzati fin da piccoli ai corsi di nuoto” sottolinea Gabriele Marca, maestro di Salvamento. Dunque, diffondere questo tipo di cultura, soprattutto tra i più piccoli, è il primo passo per fare il bagno in sicurezza.

Ma i consigli per evitare incidenti sono molteplici: “Innanzitutto la prudenza” sottolinea Marca. “Come per andare in montagna è necessario prestare attenzione, anche per fare il bagno servono cautele, soprattutto se si accede a corsi d’acqua dove non è presente un servizio di salvamento”.

Attenzione anche quando si vuole intervenire per salvare qualcuno in difficoltà: in molti degli incidenti verificatisi nelle ultime settimane, la dinamica è stata proprio di questo tipo. “Buttarsi per salvare qualcuno senza sapere come fare è molto rischioso” spiega Marca. “Quando si vede qualcuno in difficoltà, la prima cosa da fare è chiamare aiuto. Se si è costretti a intervenire, è sempre indispensabile portare con sè qualcosa a cui l’altro possa aggrapparsi, ed evitare il contatto fisico diretto: chi sta annegando, infatti, non ragiona razionalmente e se si cerca di toccarlo è facile che provi a dimenarsi, facendo affondare anche chi cerca di salvarlo”.

Laura Bosio

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