Cronaca

"Truffa milionaria", la causa:
"La banca non è danneggiata"

Nell’indagine interna della banca si ricostruiscono
i movimenti e si scoprono quei "bonifici sospetti"

Chiede danni per un milione e 700.000 euro alla Credem e alla sua ex funzionaria Cristina Pedrabissi, Maria Rosa, la compagna del figlio deceduto di Giordana Zanardi, l’anziana che insieme alla sorella Marise, entrambe correntiste del Credem, sarebbe stata raggirata dalla Pedrabissi, che, dopo essere riuscita a guadagnare la fiducia delle due anziane, decedute nel 2020, avrebbe spolpato il loro patrimonio di oltre due milioni di euro. Maria Rosa, nominata erede, ha intentato una causa civile che entrerà nel vivo nel gennaio del prossimo anno.

In sede penale, invece, mercoledì scorso il gup ha rigettato il patteggiamento richiesto, e ha rinviato a giudizio la Pedrabissi, accusata di truffa aggravata e autoriciclaggio, e il marito Maurizio Merlini, lui accusato di ricettazione e autoriciclaggio. I due andranno a processo a novembre insieme alla madre della ex funzionaria di banca, alla madre di Merlini, e alla figlia di lui, accusate di riciclaggio. Rigettata dal giudice la costituzione di parte civile della Credem, in quanto “non è provato il danno che ha ricevuto”. La banca è stata invece chiamata in causa come responsabile civile dall’avvocato Roberto Peccianti, parte civile per conto di Leonardo Ardigò, erede di Marise.

Lo scorso anno la banca aveva chiesto “il sequestro conservativo fino alla concorrenza di 2 milioni e mezzo di euro” nei confronti di Merlini Maurizio e di sua madre, proponendo analogo sequestro nei confronti della propria dipendente Pedrabissi, deducendo che gli stessi avrebbero concorso nelle “gravissime condotte” di cui la Pedrabissi si sarebbe resa responsabile nella sua qualità di dipendente di Credem.

Ma il giudice ha rigettato la richiesta, perchè la banca non era legittimata. “Le operazioni anomale descritte, se hanno prodotto un danno, lo hanno prodotto nel patrimonio delle correntiste (e degli eredi), non in quello della banca. “È evidente”, scrive il giudice, “che i soli soggetti legittimati alla richiesta risarcitoria sono i danneggiati e non anche il danneggiante concorrente nel cui patrimonio, peraltro, alcun danno si è ancora verificato”.

Era stata Maria Rosa, l’erede di Giordana Zanardi, con una pec del 5 aprile del 2022, a chiedere il risarcimento dei danni alla banca per le operazioni “fraudolente” della Pedrabissi, nei cui confronti aveva già depositato una querela in procura. A quel punto in banca erano stati ricostruiti i movimenti dai quali era emerso un giro di bonifici sospetti: “la scultura e il regalo di nozze da 8mila euro, l’acconto imposte da 25mila, la fornitura di porte, maniglie e luci per 14.400 euro”.

Dagli accertamenti bancati risultava che Maurizio Merlini aveva un conto aperto alla Fideuram sul quale la 90enne Giordana Zanardi avrebbe disposto vari bonifici. Il primo luglio del 2020, per esempio, ce n’era uno per 8 mila euro con causale: “Regalo matrimonio”. Quella stessa mattina, però, l’anziana era stata ricoverata nella casa di cura Figlie di San Camillo. Per Credem, “sembra dunque chiaro che l’operazione non sia stata disposta dalla signora Zanardi né ai fini indicati nella causale”.

Sara Pizzorni

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