Cronaca

Rsa, verso patto per uniformare
criteri di accesso e liste d'attesa

Costruire un vero e proprio Patto fra Azienda Sociale Cremonese, Comuni, Rsa e loro rappresentanti, Ats, Asst e Cgil, Cisl, Uil per il Welfare Sociale Territoriale, attraverso percorsi di accoglienza, valutazione e accesso al sistema Rsa improntati a principi condivisi, trasparenti, uniformi ed omogenei a livello territoriale. 

E’ questo in sintesi l’obiettivo al centro dell’incontro fra Azienda Sociale Cremonese (Giuseppe Tadioli Presidente, Graziano Pirotta Direttore, Chiara Donelli e Sara Bertolini Area NA), da un lato e, dall’altro Maria Teresa Perin (Cgil), Patrizia Rancati (Cisl), Fabio Caparelli (Uil) e le Federazioni dei Pensionati Palmiro Crotti (Spi Cgil), Giancarlo Allegri(Fnp Cisl), Amedeo Giuliani (Uil Pensionati) svoltosi in questi giorni.

Dopo la drammatica emergenza pandemica, azienda e sindacati ritengono “indispensabile un impegno comune per un miglioramento delle prassi oggi esistenti in tema di accoglienza, valutazione e accesso al sistema sociosanitario e alle case di riposo” sottolineano i promotori dell’incontro. “Attualmente, infatti, gli utenti devono presentare la domanda di accesso per ognuna delle diverse Rsa, con dispendio di tempo e risorse da parte dei cittadini. Con una situazione di squilibrio fra “città” (i cui cittadini dispongono di uno Sportello Unico di Accesso) e “territorio” (assolutamente privo)”.

Manca una “regia” di Ambito che garantisca semplificazione al cittadino e alla famiglia: un unico punto di accesso per tutte le Rsa e, possibilmente, l’utilizzo di modulistica standard comune. “Requisiti fondamentali per un servizio pubblico territoriale che metta al centro la cura della persona e della famiglia e il valore di cura”.

La stessa Regione Lombardia ribadisce, del resto, la necessità di garantire accesso e modalità di applicazione uniformi ed omogenee su uno stesso territorio, e sottolinea l’impegno dei diversi attori del sistema di welfare locale a muoversi come “snodi di un’unica rete di servizi”. La definizione di una Modulistica Standard (sanitaria e sociale), inoltre, semplificherebbe il lavoro anche ai Medici di Famiglia.

L’Ambito Territoriale Sociale Cremonese non ha mai definito un sistema unitario di accesso per tutti i residenti e le famiglie. Un passo avanti in questo senso risponderebbe ad un altro aspetto altrettanto importante: realizzare un quadro unitario delle Domande in lista di attesa dell’intero Ambito cremonese, fondamentale nella nuova fase di sviluppo dalla sanità territoriale aperta con il DM 77 (Case di Comunità, Centrale Operativa, etc). 

“Ciò consentirebbe non solo di rendere trasparente il sistema, ma soprattutto evitare le innumerevoli fatiche che parenti e persone con disabilità devono affrontare quotidianamente” continuano gli esponenti di sindacati e di Azienda Sociale. “Per questo ribadiamo che è necessario un Patto per il welfare dell’Ambito cremonese che garantisca innanzitutto semplificazione per l’utente e la famiglia, nonché affiancamento, presa in carico, sostegno e aiuto per le famiglie, insieme al massimo possibile di appropriatezza nella definizione delle soluzioni adottate. Tutto questo migliorerebbe ed assicurerebbe il diritto alla cura e alla salute di tanti cittadini cremonesi, ed sosterrebbe anche la ripartenza del benessere sociale e morale del nostro territorio, così martoriato dalla pandemia”.

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