Cronaca

"Il futuro è con Mantova"

I cremonesi sognano una “Grande provincia del Po” con Cremona “baricentrica” tra Lodi e la città di Virgilio – L’on.Pizzetti: “Anche senza lodigiani la relazione con il Mantovano sarebbe indissolubile”. Il presidente Salini conferma: “E’ un passo logico, presto ne parlerò con Pastacci”.

Cremona vuole accorparsi con Mantova. E magari pure con Lodi. Ma ad una condizione: restare “baricentrica” tra le due province, come ha già anticipato l’onorevole Luciano Pizzetti, parlamentare del Pd, zarino del Torrazzo sostenuto dal foglio locale;uno che lo scorso 7 febbraio, in una intervista rilasciata al quotidiano amico (di proprietà della Libera Associazione Agricoltori) dichiarava: ”Ritengo assurdo che si aboliscano le Province sulla spinta delle spese da tagliare”. Pizzetti, dopo la sforbiciata voluta da Monti, lunedi scorso ha corretto:”Io non ho dubbi: dobbiamo impegnarci tutti, da subito, per realizzare una Grande Provincia del Po che copra tutto il sud Lombardia e che abbia – per posizione, estensione e caratteristiche uniche – potere concreto”. Con Cremona , appunto,in cabina di regia. E l’accorpamento ipotizzato con Piacenza? Pizzetti lo ha già escluso categoricamente: “No, la relazione indissolubile è tra Cremona e Mantova. L’ipotesi Piacenza la bollo come fuffa. E’ un accorpamento impraticabile agli occhi del governo per l’appartenenza a Regioni differenti”.

Da un mini sondaggio effettuato dopo la decisione presa dal Consiglio dei ministri è emerso un “Sogno cremonese” che non va sottovalutato. Eccolo: Cremona vuole accorparsi con Mantova, resistere alla “fuga” di Crema che vorrebbe fare asse con Lodi e diventare il capoluogo di una nuova, grande “Provincia del Po”. Magari accettando , al limite, le “migrazioni” di piccoli comuni verso Brescia (Ostiano) e verso Bergamo (i centri cremaschi):” No,questo spezzatino è inaccettabile” ha tuonato tre giorni fa l’on.Pizzetti. Insomma Cremona non vuole arretrare di un passo. Non vuole cedere alcunché.

GRANDI MANOVRE

Le grandi manovre politico-istituzionali per il riassetto delle nuove province lombarde sono già iniziate. Roberto Maroni, neo segretario della Lega, venerdi scorso è piombato a Soncino alla Festa del Carroccio ed ha attaccato senza indugi: ”In Lombardia resteranno solo quattro Province: Milano, Bergamo, Brescia, Pavia”. Soncino? Potrebbe essere assorbito dal Bresciano essendo in asse con Orzinuovi. Il quotidiano La Provincia si è già messo avanti pubblicando ogni giorno una pagina sub titolata “Soncino-Orzinuovi”. Il risultato per ora è modesto ma il “riordino” annunciato da Monti potrebbe sortire gli effetti desiderati (almeno in termini di copie). Entro la fine dell’anno tutto (forse) sarà più chiaro. In Lombardia le tessere da sistemare sono in ogni caso molte. E già si profilano “guerre”, veti,incognite, conflitti di interessi. Dice Giuseppe Torchio da Spineda, classe 1951, ex deputato eletto nella Circoscrizione “Mantova-Cremona” per un paio di legislature (X,XI), presidente della Provincia di Cremona (2004-2009), stroncato alle amministrative del 2009 dal giovane Salini ( vincitore al primo turno), oggi consigliere provinciale:”Il quadro è confuso”. Ma Torchio, meditando un suo personale rilancio (la sua vittoria su Salini nel 2009 era data quasi una formalità, ed invece ha rastrellato appena il 38% dei voti) è pure per un rilancio dell’autostrada Cremona-Mantova: “Ci sono 80 milioni per questa autostrada di cui alcuni nel bilancio 2012 e qualche decina nel 2013 ma il presidente di Stradivaria, Sciumè, ci ha detto che con questi volumi di traffico non è possibile realizzare l’opera”. Sull’ipotesi che sta prendendo corpo in queste ore ( Crema con Lodi, il tribunale di Crema con Treviglio, Cremona con Piacenza, il casalasco con Mantova) l’ex presidente dell’Anci Lombardia prende le distanze ed invoca “una forte sinergia di tutte le componenti socio-economiche per una proposta credibile e seria per il futuro”.

VELENI &RICORDI

Cremona sta vivendo ore di fibrillazioni e veleni. I ras della città (l’ex sindaco Paolo Bodini, centrosinistra, presidente della Fondazione Stradivari) ed Antonio Piva (presidente della Libera e della Fiera, editore del quotidiano locale, patron di Mndomusica) sono allo scontro frontale;il primo contesta il decisionismo del secondo che promuoverebbe il marchio liutaio di Cremona senza passargli parola, specie sulla rassegna a New York già in cantiere. Salini è nel mirino dei Poteri Forti perché gli è venuta la voglia di fare l’editore e fondare un giornale web col fratello Rossano. Gian Domenico Auricchio, “re del Provolone”, erede del leggendario papà Gennaro (morto nel maggio 2007), galleggia tra le varie posizioni. Il sindaco Perri, amico di Mantova (con Mino Rizzotti ha preso parte a numerosi Gala dello sport negli anni in cui trionfava nella canoa), ha rotto con la Lega ed è costretto a vendere i gioielli della città per fronteggiare la crisi. Lo scorso maggio è stato ricevuto da Benedetto XVI e da Napolitano – era a capo di una delegazione – in occasione del concerto offerto dal capo di Stato per il settennato del Papa (Cremona ha prestato quattro violini di Stradivari, Guraneri del Gesù, Antonio e Girolamo Amati); operazione che ha (parzialmente) risollevato i suoi personali consensi dopo la retrocessione di sei posizioni decretata dall’ultima indagine del Sole 24 Ore sulla qualità della vita. A Crema sono sulle barricate gli avvocati, contrari all’accorpamento del loro Tribunale a quello del capoluogo. Tuona il presidente Ermete Aiello: “A Cremona volano avvoltoi”. Ma su tutti vigilano da “garanti” il cav.del lavoro Giovanni Arvedi col nipote Mario. L’ultima parola spetta sempre a loro.

FAVALLI & CASERMA MANFREDINI

C’è un riscontro con il passato che depone a favore di una svolta pro-Mantova. Una corrispondenza simmetrica tra “sacro e profano”, dove il sacro è una caserma militare ed il profano è il calcio. Cioè la Caserma Manfredini e il calciatore Erminio Favalli. Due “trofei” cremonesi passati a Mantova. Due storie che hanno arricchito l’album virgiliano.

Erminio Favalli , classe 1944, ala-interno, arrivò al Mantova, nell’anno della resurrezione biancorossa. Campionato 1970-71, serie B. Proveniva dalla Juventus, fu il “portbonheur della compagine” (Alberto Gazzoli, “Un grido solo Mantova”, pag.127). Mi raccontava, quando veniva a trovarmi al giornale:” Sì, Mantova mi ha portato fortuna ed è rimasta nel mio cuore. Noi cremonesi siamo come i mantovani, stessa razza contadina, stessa civiltà”. E si finiva a tavola a ricordare quel Mantova fantastico: Da Pozzo in porta (e brillante negli spogliatoi), Masiello e Ossola terzini, Bacher stopper randellatore, Tomeazzi mediano, Micheli libero, Favalli a macinare chilometri sulla fascia, De Cecco a supportarlo con tecnica e posizione, Dell’Angelo in regia, Blasig e Toschi a buttar dentro, il Giagno in panchina. Erminio se ne è andato nel 2008. Oggi tiferebbe ancora per Mantova e la sua parola avrebbe un certo peso. Se n’è andato nel 2008.

La Caserma Manfredini, gloria della città e sede della artiglieria missili contraerea fin dal 1967 (nel 1798 ospitava 500 soldati e 400 cavalli) ha chiuso – dopo due secoli – nel settembre 2011 e gli artiglieri dove sono passati ? A Mantova, naturalmente. Così aveva deciso Roma. Per la capitale, Cremona e Mantova sono sempre state le due facce della medesima medaglia.

Enrico Pirondini

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