Sea Watch risponde a Meloni: “Non fu speronamento”
(Adnkronos) – “Non fu speronamento. Fu ingresso in porto in stato di necessità con naufraghi stremati, ostaggio da 18 giorni della propaganda sovranista. Fu, secondo la Cassazione, ‘adempimento di un dovere’. Presidente Giorgia Meloni, disconosce la massima autorità di giustizia del Paese?”. A dirlo è Sea Watch in riferimento alla comunicazioni della premier alla Camera in vista del prossimo Consiglio europeo.
“Il vero nodo della questione – ha detto Meloni nel corso delle comunicazioni alla Camera – per noi rimane uno: distinguere i migranti economici da chi ha diritto invece alla protezione internazionale. Sono due materie molto diverse che per anni sono state colpevolmente sovrapposte. Per noi la difesa dei confini esterni è l’aspetto fondamentale. Chi ha dato fiducia a me e a questo governo si aspetta risultati concreti nel contrasto all’immigrazione irregolare, e li avrà. E non importa se servirà tempo per ottenerli, perché i risultati ai quali stiamo lavorando saranno strutturali e duraturi”.
“Questo è l’impegno che ci siamo assunti, questo è quello che faremo. E voglio dire – ha concluso Meloni – che sono fiera di essere arrivata alla guida di questa nazione quando era lanciata a folle velocità verso la cancellazione dei confini nazionali, il riconoscimento del diritto inalienabile alla migrazione e quindi ad essere accolti in Europa senza vincoli e senza distinzioni, il divieto di adottare qualsiasi misura di contenimento dell’immigrazione illegale, arrivando perfino a legittimare chi sperona le navi dello Stato italiano; e di ritrovarmi oggi a rappresentare una Nazione che si fa portatrice di una visione diametralmente opposta”.