Cronaca

Crescono i poveri, più che raddoppiati i pacchi della S.Vincenzo

Faccio appello alle parrocchie della città e dei paesi limitrofi che non hanno la Conferenza di San Vincenzo: aiutate la sede centrale attraverso delle raccolte di generi alimentari o di offerte. Le richieste, soprattutto dei pacchi mensili, in questo tempo di crisi sono più che raddoppiate e ogni giorno di più fatichiamo ad aiutare persone che fanno parte delle vostre comunità. Alle parrocchie, invece, che hanno la fortuna di avere il gruppo vincenziano chiedo di sostenerlo e di dargli fiducia». È questo l’accorato appello che Angela Pluderi Carli, presidente della San Vincenzo diocesana, lancia in questi giorni caldi, non solo dal punto di vista meteorologico: «La crisi si fa sentire in maniera prepotente e sempre più famiglie di cremonesi bussano alla nostra porta e quando lo fanno è perchè, vinto ogni pudore, sono proprio senza risorse».

LE CUCINE BENEFICHE

Seduta alla sua scrivania al Centro d’Ascolto della sede centrale dell’associazione caritativa fondata da Federico Ozanam, la presidente Pluderi fa scorrere l’agenda con elencato i tipi di servizi offerti e i numeri degli utenti. Una carità a 360° che non si esaurisce solo nella gestione delle Cucine Benefiche ospitate nei locali della Casa dell’Accoglienza di via Sant’Antonio del Fuoco. Questa attività è certamente la più conosciuta e la più amata dai cremonesi fin dai tempi in cui era collocata in alcune stanze al piano terra del Palazzo vescovile. Alle «Cucine» si alternano ogni giorno, domenica compresa, un’ottantina di volontari che distribuiscono il pasto ad una quarantina di persone, per lo più straniere. «A ciascuno consegniamo un vassoio – spiega la presidente – con un primo, un secondo e un frutto o a volte anche un piccolo dolce. Vorrei precisare che non si tratta di una trattoria come qualcuno può pensare: chi entra alle Cucine deve esibire un documento di identità e instaurare un rapporto di conoscenza con i volontari. Soprattutto ai giovani noi offriamo ospitalità al massimo per un mese: desideriamo aiutarli nell’emergenza, non vogliamo scadere nell’assistenzialismo più becero».

«Rispetto all’anno scorso – continua Angela – gli ospiti a pranzo sono calati di una decina: ho l’impresso che molti siano stati costretti dalla crisi a tornare nel loro paese d’origine. Ma non ci sono solo persone straniere, ci sono anche gli italiani: i cosiddetti poveri “cronici”, i tossicodipendenti o gli alcolisti che non hanno la forza di riprendere in mano la proprio vita, e purtroppo anche qualche insospettabile che non riesce ad arrivare alla fine del mese. Persone che solo qualche anno fa, mai e poi mai avrebbero pensato di doversi appoggiare alle Cucine Benefiche. Le ragioni del loro improvviso impoverimento sono da ricercare nella perdita o nel ridimensionamento del lavoro o dalla separazione dalla moglie».

Dal 30 luglio al 25 agosto il servizio, però, si interromperà: «Purtroppo molti volontari in questo lasso di tempo hanno programmato le ferie e non possiamo garantire un servizio efficiente. Ma i poveri non verranno lasciati soli! Da tempo collaboriamo con i frati cappuccini di via Brescia: saranno loro a prendersi cura dei nostri utenti in queste quattro settimane».

IL SERVIZIO DOCCE

Oltre al pasto quotidiano le Cucine offrono, tre volte la settimana, il servizio docce con un cambio settimanale degli indumenti intimi: «Gli utenti sono sempre una quarantina – continua Pluderi – e possono usufrire anche di prodotti per l’igiene e degli asciugami. Tengo a precisare che questo servizio, al contrario della distribuzione dei pasti, continuerà per tutto agosto, anche se l’apertura delle docce sarà solo due volte e non tre la settimana».

LA DISTRIBUZIONE DEI PACCHI VIVERI

Ma è soprattutto la distribuzione mensile dei pacchi che preoccupa maggiormente la presidente Pluderi: «Prima delle crisi consegnavamo circa 200 pacchi, ora sono diventati 450 se non di più. La generosità dei cremonesi è ancora encomiabile, i rifornimenti del Banco Alimentare periodici e anche la Caritas ci dà una mano, ma tutto ciò non basta. Grazie al Cielo il Comune di Cremona ci ha versato i contributi che da tre anni non ci corrispondeva – circa 14.500 euro -, ma anche questo è una goccia nel mare delle necessità. Per questo faccio appello alle parrocchie della città e del circondario che non hanno la San Vincenzo: molti vostri poveri bussano alla nostra sede centrale in cerca di un aiuto, dateci una mano per sostenerli in questo difficile momento. Aiutateci attraverso raccolte di generi alimentari o di denaro. Alle parrocchie, invece, che hanno la fortuna di avere un gruppo vincenziano chiedo di sostenerlo e di dargli fiducia».

IL CENTRO ASCOLTO

L’opera della Conferenza centrale della San Vincenzo non si ferma qui. È attivo il Centro d’Ascolto al quale ogni settimana bussano almeno dieci persone: «Per la maggior parte – continua Pluderi –  hanno bisogno di un aiuto per il pagamento delle utenze o dell’affitto. Naturalmente non riusciamo a soddisfare tutte le richieste e alcune le dirottiamo alla Caritas che può erogare somme attraverso il  Fondo diocesano anticrisi o il microcredito promosso insieme a Banca Cremonese. Al di là dell’aiuto economico, comunque, cerchiamo di instaurare un rapporto umano: ascoltiamo le loro storie, le loro difficoltà, ma anche i loro sogni e speranza. Fondamentale è la rete di relazioni che abbiamo creato sul territorio con i servizi sociali comunali, le parrocchie, la Caritas diocesana, le diverse conferenze della San Vincenzo. Crediamo che solo uniti si vince la povertà. È, indubbio, comunque che le famiglie cosiddette modeste con la crisi sono diventate povere».

IL DOPOSCUOLA A SAN PIETRO E CRISTO RE

Infine Pluderi racconta del doposcuola, un’iniziativa nata due anni fa in collaborazione con le parrocchie di San Pietro al Po e Cristo Re. «È una proposta che ci riempie di soddisfazione – conclude Pluderi – perchè riusciamo a seguire circa venticinque ragazzi tre volte la settimane. Le famiglie, perlopiù straniere, sono soddisfatte dei risultati ottenuti grazie all’impegno di una ventina di volontari e di tre professionisti stipendiati: due pedagogisti e una psicologa. Queste figure professionali tengono i rapporti con i genitori e con la scuola e offrono consulenza anche ai nostri volontari. Non tutti sono ragazzi facili da trattare, ma questo non ci spaventa. Una buona istruzione è già un antidoto alla povertà e allo sfruttamento».

IL RADICAMENTO TERRITORIALE

Le San Vincenzo parrocchiali attualmente sono ventinove. Ben dodici sono attive in città, le altre sull’intero territorio diocesano. Sono radicate sul territorio e svolgono un importante servizio sociale di lotta alla povertà e di difesa della dignità della persona.

Cremona città
  1. Cattedrale
  2. S. Agata
  3. S. Ilario
  4. S. Abbondio
  5. S. Agostino
  6. S. Francesco
  7. S. Imerio
  8. S. Pietro
  9. Cristo Re
  10. S. Ambrogio
  11. S. Bernardo
  12. Conferenza giovanile San Facio – Cristo Re
Diocesi
  1. Azzanello
  2. Bozzolo
  3. Calcio
  4. Casalbuttano
  5. Casalmaggiore San Leonardo
  6. Casalmaggiore Santo Stefano
  7. Casalmorano
  8. Castelverde
  9. Cingia de’ Botti
  10. Pandino
  11. Pieve San Giacomo
  12. Pizzighettone
  13. Rivarolo Mantovano
  14. Rivolta d’Adda
  15. San Daniele Po
  16. Soncino
  17. Soresina

Per informazioni: sanvincenzo.cremona@alice.it
Per aiutare la San Vincenzo diocesano è possibile fare una donazione sul c/c BANCO DI BRESCIA – IBAN IT 71J 03500 11405 000000000 864.

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