Cronaca

Ondata di calore: i consigli per
affrontare il caldo estivo

Massima attenzione raccomandata a persone anziane, fragili o con patologie croniche. Prevenire e riconoscere i sintomi dei disturbi provocati dall’eccesso di calore è fondamentale per evitare complicanze.

 

La prima ondata di calore è arrivata. Da qualche giorno, infatti, le temperature hanno raggiunto i 35 gradi anche nella provincia di Cremona. Idratarsi, scegliere un’alimentazione leggera e – quando si può – evitare di uscire nelle ore più calde sono tre regole di buon senso, semplici e conosciute, che non sempre vengono seguite. Abramo Bazza, specialista di Medicina Interna all’Ospedale di Cremona, ci aiuta a capire cosa succede quando il nostro corpo si trova esposto a temperature elevate e come gestire eventuali difficoltà, per scongiurare lo sviluppo di problemi cardiovascolari, cerebrovascolari e respiratori. Soprattutto per le persone anziane, fragili o con patologie croniche. «Anzitutto va subito precisato che in caso di variazioni ambientali come le ondate di calore, il nostro organismo tende a mantenere costante la temperatura corporea. Come noto, la sudorazione consente al corpo di tollerare le alte temperature, a patto che vengano reintegrati acqua e sali minerali» dice Bazza.

 

“Gli anziani hanno un maggior rischio di complicanze a causa di un ridotto stimolo della sete, di una maggiore sensibilità al calore e una minore efficienza dei meccanismi di termoregolazione. Nelle categorie a rischio rientrano inoltre i bambini, le donne in gravidanza, le persone con problemi di salute mentale, le persone socialmente isolate e i lavoratori all’aperto” prosegue il medico. Ma come si riconosce un colpo di calore? “Le patologie da calore insorgono in seguito ad un’esposizione prolungata a temperature elevate, che non consentono all’organismo di preservare il proprio equilibrio. Le manifestazioni cliniche variano da sintomi lievi, come stanchezza e crampi muscolari, fino allo stato confusionale, la sincope (svenimento), la disidratazione e le alterazioni della concentrazione di elettroliti. Per capirci: gli elettroliti sono dei minerali in grado di aiutare la regolazione della funzionalità dei nervi e dei muscoli e mantenere l’equilibrio acido-base e idrico dell’organismo. Poiché il nostro corpo non li produce in autonomia è necessario assumerli giornalmente con la giusta alimentazione (i cibi ricchi di elettroliti, ad esempio, sono le carni, i fagioli e i frutti di mare). Detto questo, il colpo di calore costituisce di fatto un’emergenza medica: quando la temperatura corporea è superiore a 40° C possono subentrare coma e disfunzione multiorgano». Ecco che cosa fare: “In caso di sintomi lievi e passeggeri come stanchezza, sete, ansia, insonnia, affaticamento, gonfiore alle gambe e crampi, non bisogna preoccuparsi. Chi è in buona salute, non deve recarsi al pronto soccorso né sottoporsi ad esami diagnostici. È sufficiente seguire le solite regole di buon senso: non uscire nelle ore più calde della giornata (dalle 11 alle 18), rimanere in ambienti freschi e ombreggiati, bere molta acqua e consumare pasti leggeri preferendo frutta, verdura, carboidrati e pesce, evitando i cibi elaborati e gli alcolici”.

 

 Un focus poi sull’attività sportiva da parte del dottore: “È bene evitare l’esercizio fisico nelle ore più calde della giornata. Paradossalmente, nelle giornate più calde è consigliabile non praticarlo nelle aree verdi, dove si registrano le maggiori concentrazioni di ozono. Se si vuole praticare sport è importante idratarsi con regolarità, vestirsi comodi e leggeri con indumenti traspiranti e di colore chiaro” dice “la disidratazione può portare ad un’elevata concentrazione di sodio nel sangue (ipersodiemia), più o meno associata al calo di potassio (ipopotassiemia) nelle fasi iniziali. La ridotta concentrazione di sodio nel sangue insorge invece in caso di eccessiva sudorazione, quando l’acqua non basta a reintegrare i sali minerali dispersi. In caso di sport agonistici o attività fisiche intense e prolungate, oltre a bere molto è utile compensare la perdita di elettroliti con integratori. Anche in questo caso, la prevenzione è la prima cura”.

 

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