Lettere

"Aeroporto ai cinesi? Questo
matrimonio non s’ha da fare"

da Marcello Ventura - Consigliere regionale FdI

Cremona consegnata ai cinesi, o meglio, i cinesi mettono piede in città grazie all’accordo fatto con un primo protocollo firmato con la società che gestisce l’area per l’utilizzo di un primo Hangar.

Da aeroporto a circuito cinese di prova per le gomme. Questo il successo di chi gestisce, che per sanare i propri debiti non ha visto niente di meglio che consegnarsi al governo cinese senza curarsi di aver snaturalizzato un patrimonio del territorio cremonese. Questo è quello che si legge e che è trapelato. Ovviamente la verità è in mano ai registi dell’operazione, ma questo è quello che si sa e su questo si deve intervenire.

Ma perché non guardare verso aziende del settore aeroportuale, perchè non cercare investitori anche stranieri giustamente, per sviluppare la pista a fini turistici richiamando aerei più importanti sviluppando in accordo con l’amministrazione un piano turistico visto che si parla di collegare la pista con l’hangar e successivamente di allungarla di 500-600 metri?
E’ questa la lungimiranza della Presidenza che gestisce? E’ quella di ridurre l’attività stessa del 30 % lasciando spazio ai “gommisti” cinesi ( con rispetto dei gommisti ovviamente )?

E’ la stessa lungimiranza delle Istituzioni che fino ad ora hanno preferito non intervenire sull’argomento? Il Sindaco, l’Assessore alla partita, cosa dicono? Perché invece di sedersi intorno a un tavolo magari anche con Provincia e Regione per cercare una soluzione reale, l’Amministrazione ha liquidato al momento l’argomento con un pilatesco: “non si varia il pgt “? Si si fosse parlato di fare un nuovo supermercato avrebbe già preso la palla in mano.

Dove è la capacità degli amministratori di trovare ed individuare strategie di sviluppo del territorio? Qui si possono far fare studi da esperti, come il Masterplan 3 C finchè si vuole, ma se mancano le capacità sul territorio, tutto lascia il tempo che trova. E questa operazione ne è un esempio. Già nel mio scorso intervento mi chiedevo perché questa decisione fosse stata presa senza interessare i soci della società che gestisce.

Però quando si doveva chiedere il contributo ai soci per comprare l’aeroporto da Fondo Eridano e fare il mutuo ci si è rivolti ai soci. Perché ora no che riguarda la loro proprietà? Così mi è stato riferito. Ben felice di essere smentito e vedere che tutto è stato fatto secondo i crismi della trasparenza.

Ma chi ha valutato il contratto con tutti i pro e i contro prima della firma? Perché nascondersi dietro la riservatezza di un patto se tutto è a norma come mi auguro e immagino? Si esca chiaramente allo scoperto.

Ma è ora che anche i soci non aspettino passivamente quello che sarà il devastante risultato dell’operazione. Escano allo scoperto, manifestino tutto il loro dissenso nel modo più opportuno dimostrando che non devono essere considerati solo dei pagatori di quota, ma che devono essere considerati come la parte attiva dell’aeroporto, quella parte attiva che viene messa in un angolo quando vengono prese decisioni importanti sulla loro passione.

Inoltre sappiamo benissimo, perché tutti leggono, che l’accordo Pirelli-Cina è sotto la lente d’ingrandimento dello Stato italiano; sappiamo benissimo che la società cinese che ha firmato un primo accordo non è legata solo a Pirelli ma è una società multimarca; sappiamo benissimo che chi firma accordi con società cinesi deve stare alle regole del governo di Pechino; sappiamo benissimo come il governo voglia chiudere la via della seta. Perché dunque svendere un patrimonio culturale e turistico per 70.000,00 euro?

Chiedo ai soci di farsi sentire, non possono accettare passivamente una situazione del genere. Ripeto, mi auguro di essere smentito su tutto quanto detto e letto, pronto a riunire le istituzioni affinchè si trovi una soluzione che avvantaggi società ed intera città. Ma questo matrimonio non s’ha da fare.

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