Cremona 2012, abbandono e decadenza al Quartiere Aler delle Sabbie Una vergogna alle porte della città
Foto Francesco Sessa
Stando sulla rotonda, guardando verso la prima fila di case che danno su via Bergamo, si ha la sensazione di essere in un luogo che non è Cremona. Un salto indietro nel tempo e nel degrado. Il quartiere è l’ex quartiere Sabbie, o dei Fratelli per il nome delle strade. Tra via Castelleone e via Bergamo, c’è via Fratelli Bandiera, via Fratelli Cairoli, via Fratelli Rosselli. Case popolari fatte oggetto di un intervento di riqualificazione agli inizi del 2000, in questi giorni scenario di una maxirissa per un motivo futile, il rimprovero ad un bambino che stava giocando a pallone (leggi l’articolo).
Palazzine che sono dei blocchi, disposte in fila. Alcune ben tenute e appena pitturate, altre con i muri talmente scrostati da far vedere i mattoni. “Quelle là sono dei proprietari che hanno acquistato gli appartamenti e che provvedono alla loro manutenzione”, spiega un residente. E’ un signore napoletano, sposato con una moglie invalida e bloccata in casa. “Abito qui da 22 anni e, quando sono arrivato, pagavo 45 mila lire al mese. Oggi pago 200 euro al mese nonostante abbia più volte dimostrato all’Aler che le mie entrate non sono cambiate. Percepisco 650 euro al mese di pensione oltre quella di accompagnamento della moglie. Quante volte ho fatto presente le condizioni di disagio, ma nulla da fare. Non meritiamo di vivere in queste condizioni!”.
Le persiane si staccano, c’è chi ha rattoppato con nastro adesivo e cartone i vetri delle finestre. I balconi sono consumati e l’anima in ferro che li sostiene è sempre più visibile. Tra un palazzo e l’altro l’erba è alta e in disordine e quello che un tempo doveva essere lo spazio riservato ai cani è diventato un’area maltenuta per i bidoni della spazzatura.
“Fino a quando posso – racconta il signore, commosso – provvedo a cementare le persiane per evitare che con folate di vento queste possano cadere e creare danni. La mattina quando le apro trovo vermi sulle finestre. Mi creda. Nemmeno le bestie meriterebbero di vivere in queste condizioni”, e se ne va scusandosi per lo sfogo e per aver messo in pubblico la propria storia.
Gli altri protagonisti del quartiere sono i bambini e i ragazzi. Girano in bicicletta, giocano a pallone, di sera si siedono in cerchio sul cemento. Tra loro si fa avanti un bimbo in bicicletta con il suo amico Giorgino. “Finalmente qualcuno arriva a raccontare le condizioni in cui viviamo”, dice una ragazza che porta a spasso il proprio cane. “Gli inquilini, a loro spese, provvedono a mantenere nello stato di decoro migliore le proprie abitazioni – si lamentano tre signore dal balcone – ma anche internamente alcune problematiche non sono sanabili da noi, come il riscaldamento o i serramenti distrutti”.
Qui, come alle case popolari a San Felice (leggi il reportage), si respira un’aria di abbandono e di decadenza. Certo, è un quartiere ‘difficile’ per dinamiche sociali. Ancora più difficile se tenuto così. Il signore napoletano meriterebbe delle persine nuove, il bambino amico di Giacomino un prato tagliato con qualche gioco, solo per cominciare. Così, nel 2012, è solo una vergogna alle porte della città.
Fotoservizio di Francesco Sessa ©
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