Cronaca

Biometano, Cremona e Gerre sempre
più distanti, tensione in Vigilanza

Una seduta carica di tensione quella della Vigilanza di ieri pomeriggio in sala Quadri, la seconda sul progetto per l’impianto di biometano che A2A intende realizzare accanto al termovalorizzatore, con il pieno consenso del Comune di Cremona (che pure chiede “il maggior rigore possibile” nell’iter autorizzativo in Provincia) e tra le preoccupazioni dei residenti di Bosco ex Parmigiano e il netto ostruzionismo del comune confinante di Gerre de Caprioli.
Dopo l’audizione dei vertici di Agripower – A2A un paio di settimane fa, questa è stata l’occasione per il comitato BiometaNO di esprimere il proprio dissenso sulla dislocazione dell’impianto e anche sul biometano in sé come reale fonte alternativa ai combustibili  fossili. In mancanza dell’interlocutore tecnico, quale sarebbe stata la presenza di A2A, la serata ha visto soprattutto uno scontro politico non solo, come già avvenuto diverse volte, per gli affondi da parte di Malvezzi (Forza Italia) sulla mancanza di processi partecipativi ma soprattutto tra sindaco e vicesindaco di Cremona e il collega di Gerre, Michel Marchi.

Che nel suo intervento iniziale ha usato espressioni quali “l’ecologismo senza lotta di classe è solo giardinaggio”, citando un giornale di sinistra; “alle parole devono seguire i fatti. E i fatti oggi dicono che si predica bene ma si razzola molto male”, in riferimento a una frase pronunciata da Galimberti nel discorso del 2 giugno. Più di una volta Marchi ha parlato di business che arreca profitto solo ad A2A a discapito della popolazione e dell’ambiente, e ha citato il “Principio di precauzione” della Convenzione di Rio de Janeiro in base al quale un prodotto o un processo produttivo non vanno considerati pericolosi soltanto dopo che è stato determinato quanti danni ambientali, malattie e morti producono, ma al contrario, possono essere considerati sicuri solo “se siamo in grado, al di là di ogni ragionevole dubbio, di escludere che possano presentare rischi rilevanti e irreversibili per l’ambiente e per la salute”.

“Il Comune di Gerre de’ Caprioli – ha concluso il primo cittadino – continuerà a opporsi con forza in tutte le sedi consentite e necessarie. Contro la speculazione, contro le bugie, a favore dell’ambiente, a favore di una vera transizione ecologica, per la salute di ognuno di noi.

Improntata al realismo, la replica del vicesindaco Andrea Virgilio che ha riconosciuto il diritto a ricevere garanzie da parte dei residenti, ma ha rivendicato le scelte dell’amministrazione Galimberti in tema di transizione energetica. “Proprio perchè questo è il luogo della democrazia, il  compito di chi amministra è delineare chiaramente i propri indirizzi alla cittadinanza. Lo abbiamo fatto presentando pubblicamente più volte il progetto Cremona 20/30, all’interno di questo Consiglio è stato descritto quel contesto territoriale come parco dell’economia circolare e si è esplicitato che là sarebbero sorti altri impianti”.

L’aver pianificato con una variante di Pgt ulteriori possibili insediamenti nella zona accanto all’ex discarica di san Rocco, rappresenta insomma la “chiusura di un cerchio” che per tanti anni è rimasto aperto e irrisolto. Ed ora potranno essere attuate quelle compensazioni che la stessa amministrazione comunale di Gerre – ha detto Virgilio – aveva richiesto in prima battuta nelle proprie osservazioni al progetto di A2A.
“Crediamo nella Via, vogliamo il percorso più rigoroso possibile e abbiamo posto nelle nostre osservazioni la questione dell’impianto odorigeno, mica ci accontentiamo dei 20 camion citati da A2A”.

“Ho pieno rispetto dell’effetto nimby”, ha aggiunto, “esiste, non è da dipingere in termini negativi”, ma occorre riconoscere che nel contesto attuale “le reti di approvvigionamento energetico saranno sempre più brevi e questo genererà sempre di più conflitti con la cittadinanza”.

“C’è un elemento che accomuna tutte le forze politiche: nei loro programmi di governo tutte descrivono il biometano come elemento importante: il Pd, il M5S, Regione Lombardia che promette migliaia di impianti di questo tipo”.

“Dobbiamo continuare a interloquire con i sindaci ma senza ambiguità”, è stata poi la chiusura dell’intervento, “non si può essere portatori di pace il sabato e poi fare Fort Apache la domenica. Siamo consapevoli che il progetto Cremona 20/30 è un percorso delicato ma nostro compito è essere chiari rispetto agli indirizzi che ci siamo dati”.

Più tecnico l’intervento di Luigi Lipara, presidente del Comitato BiometaNO. Ci sono studi che smentiscono che lo smaltimento dei reflui zootecnici attraverso la digestione anaerobica sia un metodo ottimale per evitare le dispersione di metano in atmosfera; il fabbisogno di metano nei prossimi decenni andrà a diminuire progressivamente: “con il biometano non stiamo salvando il mondo”, ha detto, aggiungendo che l’impianto in progetto immetterà in rete 3,5 milioni metri cubi standard all’anno, “quantitativo sufficiente per riscaldare 3000 famiglie, ma a Cremona ce ne sono quasi 34mila, quindi neanche un decimo, a fronte di un investimento di 12milioni e 400mila euro di risorse a debito. Un contributo energetico residuale, quindi” ha detto, citando poi l’ex ministro Cingolani: “è in atto sul gas naturale una politica speculativa”. Ha citato le osservazioni critiche fatte da Arpa e Ats Val Padana sull’impatto degli odori, “non ci fidiamo della relazione di A2A, è fatta su modelli matematici, l’esperienza di chi vive accanto a quegli impianti ci dice altro” e poi ci sono tante domande inevase: provenienza dei materiali, viabilità d’accesso; capacità di carico dei mezzi; problemi di falda e di allagamenti dell’area, in pieno Parco del Po e del Morbasco.
A Roberto Poli (Pd) che difendendo il biometano come alternativa al fossile aveva citato il plauso del presidente di Legambiente al più grande impianto di biometano d’Europa, Lipara ha risposto che “quell’impianto, a Schiavon in Veneto, è nel mezzo del nulla, qui invece c’è un’azienda privata che produce profitto dai reflui derivanti da attività private che a loro volta producono profitto e non sono nemmeno localizzate sul sito. E i costi ricadono sulla collettività”.

A difendere le scelte dell’amministrazione, il capogruppo pd Roberto Poli e Lapo Pasquetti di Sinistra per Cremona; interventi fortemente critici quelli di Roberto Chiodelli (FDI), Carlo Malvezzi (FI) e Luca Nolli (M5S). Il presidente del circolo di Legambiente VedoVerde Luigi Rizzi ha rimarcato la contrarietà a quella localizzazione e ha ribadito uno dei punti cardine della lotta all’inquinamento per l’associazione, ossia porre dei limiti agli allevamenti zootecnici intensivi.  gbiagi

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