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Lo Spezia condanna la Cremo
I grigiorossi salutano la Serie A

Lo 0-0 di Lecce decreta la retrocessione matematica della squadra di Ballardini

È finita l’avventura della Cremonese in Serie A. I grigiorossi vengono condannati dal risultato maturato a Lecce, a quasi mille chilometri da Cremona, dove lo Spezia ha pareggiato 0-0 contro i padroni di casa.

Il pesante ko contro il Bologna aveva ridotto a mera pratica aritmetica la retrocessione della Cremonese, salvata dal ko del Verona a Bergamo, ma oggi impotente spettatrice del proprio destino che ha vestito panni bianconeri.

Dalla notte di Como, quando il club grigiorosso aveva gioito per una promozione in A non preventivata, ma meritata, all’addio un anno dopo.

Eppure la gioia piena era durata nemmeno lo spazio di un mese, con le nubi per la mancata permanenza dell’allenatore Fabio Pecchia diradate dagli investimenti della società per ammodernare le strutture e messi a disposizione degli uomini mercato per allestire una rosa in grado di affrontare la categoria.

L’affannata rincorsa per firmare Massimiliano Alvini come nuovo tecnico, le difficoltà incontrate sul mercato e i relativi errori – ammessi anche dal ds Simone Giacchetta nel post partita col Bologna – cui si sono sommati un gruppo inesperto di A e i tanti punti persi fanno apparire subito la stagione complicata.

Arrivano le prestazioni, la Cremo ha un’identità chiara e se la gioca alla pari praticamente con tutti, ma i punti non arrivano. Motivi che inducono la società ad insistere con Alvini anche oltre la sosta mondiale, poi la svolta non arriva e allora ad arrivare è il cambio in panchina con Davide Ballardini.

La Cremo perde via via sempre più la propria l’identità tattica, ma trova qualche punto in più, abbastanza per rimanere in corsa e sempre con i tifosi al proprio fianco. Le imprese di Coppa Italia – dove i grigiorossi si arrampicano fino alla storica semifinale – mascherano un cammino in Serie A rimasto zoppicante. Fino a Lecce, che chiude ogni residua speranza salvezza.

Ora, si ripartirà dalla Serie B dopo un’annata che ha riportato alla mente i fasti di un passato lungo 120 anni e pronto per vedere scritte nuove pagine. Perché questo 2022/23, se da un lato ha fatto emergere l’inesperienza di chi mancava da 26 anni dalla massima divisione, dall’altro ha fornito gli strumenti necessari per un ritorno all’altezza della tradizione del club.

Mauro Taino

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