Piove, ma il Po è in discesa
Piloni: "Crisi idrica non risolta"
"Serve una pianificazione e una programmazione conseguente nel destinare le risorse dove servono, anche attraverso bandi più semplici ed efficaci", avverte il consigliere regionale Dem
![](https://www.cremonaoggi.it/app/uploads/2023/05/po-piloni-rami-17-maggio-23.jpg)
Mentre in Emilia Romagna la pioggia sta causando danni innumerevoli e purtroppo anche morti, in Lombardia il fiume Po non desta preoccupazioni. A differenza dei fiumi appenninici che risentono di alvei stretti, il Grande Fiume è abbondantemente lontano dalle soglie critiche e anzi dopo le piogge intense di domenica, quando il livello si era alzato fino – 5,08 sotto lo zero idrometrico, oggi è in discesa e a mezzogiorno all’idrometro sotto il ponte in ferro segna -5,92.
Non bisogna farsi illusioni, però, sulla fine della siccità, avverte il consigliere Dem in Regione Matteo Piloni: “Se c’è un errore da non fare, oggi, è smettere di parlare della siccità e degli effetti dei cambiamenti, o meglio, della crisi climatica in Lombardia.
La pioggia di questi giorni dà una tregua e aiuta a far partire la stagione irrigua, ma non cancella certamente il problema. Positivo il fatto che, grazie alla pioggia, si vedono aumentati gli afflussi nei laghi e nei vari fiumi che li alimentano, ma all’appello continua a mancare circa il 35% di acqua, se non di più, dal momento che non ha nevicato”.
“Urge cambiare radicalmente l’approccio alla gestione dell’acqua – incalza Piloni -: se continueremo a vederla come una questione di emergenza, le misure non saranno mai tempestive e i danni sempre più elevati.
Serve un approccio strutturale basato sulla prevenzione, a cominciare da un uso razionale e sobrio della risorsa idrica nell’immediato, partendo contemporaneamente con investimenti e progettazione di infrastrutture per soluzioni più strutturate per il medio termine.
In quest’ottica, bisogna partire da una conoscenza approfondita di tutti i territori, acquisendo dati che ad oggi non ci sono, per declinare le diverse necessità in azioni concrete, perché i nostri territori non sono tutti uguali.
Serve una pianificazione e una programmazione conseguente nel destinare le risorse dove servono, anche attraverso bandi più semplici ed efficaci. Non basta affidarsi a Giove Pluvio. E soprattutto non serve fare le cose che si sono sempre fatte, soprattutto se fatte male”.
“Risale al 2018 la nostra richiesta di rivedere la normativa sul deflusso minimo vitale e la risposta è arrivata solo adesso, in parte e cinque anni dopo – sottolinea l’esponente dem -. Eppure, già allora si vedevano i problemi. La tempestività, in un momento come questo, è importante. Le nostre aziende e i nostri territori non possono permettersi di aspettare i tempi, lunghi, di Regione Lombardia”.