Esplosione in fonderia, sindacati:
"Promuovere sicurezza sul lavoro"
Il grave incidente sul lavoro verificatosi nel pomeriggio di venerdì in una fonderia di Casalbuttano riaccende i riflettori sul tema della sicurezza sugli ambienti di lavoro. Ed è il mondo sindacale, in primis, a intervenire sul tema, con una serie di riflessioni.
A partire da quella della Fiom Cgil di Cremona, che “esprime profonda preoccupazione per l’ennesimo infortunio sul lavoro verificatosi il 5 maggio 2023 presso l’azienda Trade Broker, fonderia di Casalbuttano” e “si unisce alle famiglie dei lavoratori colpiti, esprimendo la massima solidarietà in questo momento difficile.
“La sicurezza sul lavoro deve essere una priorità fondamentale, garantita in ogni ambiente lavorativo” evidenzia Armando Generali, segretario Fiom. “Pertanto chiediamo alle autorità competenti di effettuare un’indagine accurata e dettagliata per stabilire le cause dell’incidente e prendere tutte le misure necessarie per garantire la sicurezza dei lavoratori”.
Anche la Uil Cremona-Mantova “auspica la totale guarigione dei 5 operai coinvolti nello scoppio della azienda metalmeccanica e il rientro immediato nelle loro famiglie. Famiglie in continua apprensione per la sorte dei propri cari” sottolinea Fabio Caparelli, segretario generale del sindacato.
“In attesa che le forze dell’ordine e gli istituti preposti all’ accertamento si esprimano sulla dinamica e sulle cause, il sindacato chiede ancora una volta che vengano attuati maggiori controlli sul territorio e nelle fabbriche tramite le figure in esse individuate. Si chiede l’istituzione di una Procura speciale e l’inasprimento delle pene e delle sanzioni per quelle realtà produttive che violando le norme sulla prevenzione e sulla sicurezza, provocano infortuni anche mortali.
Per il sindacato, la sicurezza sul lavoro è una vera emergenza sociale che richiede interventi mirati e tempestivi se si vuole superare il concetto del profitto che viene prima del rispetto e del valore della vita.
La Uil promuove una grande sinergia con gli altri sindacati confederali sull’invito alla formazione dei piani di sicurezza: in questi giorni sono state organizzate assemblee nei luoghi di lavoro per dire basta alle troppe donne e ai troppi uomini che muoiono lavorando”. È una strage silenziosa. Per costruire il futuro del nostro paese è quindi necessario definire una strategia nazionale, poiché il rispetto della persona, del suo diritto al lavoro, alla salute, alla sicurezza, segnano il grado di civiltà del paese stesso”.
Da parte della Uil, ci sono una serie di richieste, che dovrebbero estrinsecarsi in “un concreto gesto di responsabilità collettiva tra governo, istituzioni, patti sociali, affinchè si stipuli un grande patto per la salute e la sicurezza sul lavoro che si inserisca all’interno di una rinnovata strategia nazionale di prevenzione e protezione”.
Tra queste, si chiede di “rendere pienamente operativi gli organismi nazionali della salute e sicurezza dei lavoratori, puntando a concretizzare un coordinamento permanente tra ispettorato nazionale del lavoro e aziende sanitarie locali, migliorando le verifiche ispettive in qualità, quantità e frequenza, anche attraverso finanziamenti e assunzioni”, ma anche di “investire risorse sulla ricerca per accrescere la conoscenza del fenomeno degli infortuni e delle malattie professionali, in relazione alle modalità di accadimento, ai rischi emergenti con particolare attenzione agli effetti derivanti al cambiamento del mondo del lavoro”.
Inoltre, per il sindacato si deve partire dal sensibilizzare il mondo scolastico: è necessario “inserire nei programmi scolastici a partire dalle scuole superiori la materia della sicurezza sul lavoro, ponendo al centro della discussione il messaggio del valore della vita umana anche sul lavoro, i giovani che oggi sono a scuola saranno lavoratori e imprenditori del domani per cui dovranno acquisire la salute e la sicurezza sul lavoro non come questione burocratica o voce di spesa, ma come prevenzione e protezione per se e per gli altri nel rispetto delle norme” nonché “assicurare informazione, formazione e addestramento come diritti fondamentali ed esigibili di ogni lavoratore: non bisognerà mai lavorare senza una preparazione ed un addestramento adeguati”. Infine, sempre dal punto di vista formativo, è necessario “introdurre l’obbligo di formazione per i datori di lavoro e per tutti coloro che intendono avviare un’attività lavorativa”.
E ancora, per Caparelli serve “dare un nuovo impulso al ruolo della rappresentanza a partire dal garantire in ogni contesto lavorativo la consegna e la consultazione del Dvr; -garantire il pieno accesso e agibilità di Rls e Rlst nei luoghi di lavoro: nessun’azienda dovrà essere senza queste 2 figure regolarmente eletti o designati dai lavoratori; -rafforzare le competenze e la formazione degli Rspp e garantire una partecipazione costante degli Rls/Rlst al sistema di prevenzione aziendale; incentivare campagne di controllo da parte degli organi di vigilanza nelle aziende; rispetto delle norme e attuazione degli accordi interfederali e dei protocolli con il coinvolgimento e la partecipazione delle rappresentanze dei lavoratori, dei servizi Ats, dell’ispettorato del lavoro, dell’Inail e delle forze dell’ordine; investimenti crescenti sulla prevenzione dei rischi e la formazione continua dei lavoratori. La sicurezza deve essere la priorità dell’agenda della politica e delle associazioni di categoria con l’obiettivo di prevenire e contrastare gli incidenti mortali che sono purtroppo in costante aumento”.
Solo in questo modo, conclude il sindacalista, “si potrà iniziare un percorso democratico di rispetto delle norme, della dignità umana e del diritto al lavoro sicuro”. lb