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Cremonese, il sogno non si
avvera, ma rimane il ricordo

Non è bastato non subire gol alla Cremonese per superare se stessa e approdare ad una finale di Coppa Italia utopica di per sé, ma resa ancora meno tangibile dalla sconfitta 2-0 con cui i grigiorossi si sono approcciati al calcio di inizio al Franchi di Firenze per un secondo atto che non è mai apparso poter realmente metterne in discussione l’esito.

La Fiorentina ha giocato sotto ritmo, ha felpatamente fatto scorrere i minuti giocando sorniona il pallone senza disturbare la quiete vigile di Sarr, estremo difensore di Coppa per Davide Ballardini.

Gli squilli viola, chiamati a gran voce da uno stadio ribollente di passione in cui anche i 500 tifosi cremonesi non hanno fatto solo da coreografia, sono arrivati nel momento in cui la Cremonese ha provato ad alzare la testa e i giri.

Un cambio di rotta abbozzato e presto abbandonato: l’uscita di Felix Afena-Gyan e il problema di Cyriel Dessers hanno costretto Ballardini ha provare un assalto all’arma bianca giusto con qualche coltello: troppo poco per scalfire un serafico Terracciano.

Il tecnico grigiorosso ha cambiato ancora uomini e modulo, ma non un’impostazione chiara: atteggiamento più prudente nel primo tempo per rimanere attaccati alla partita e alla qualificazione, secondo tempo da tutto per tutto, poi nemmeno realmente tentato.

Quello della Cremonese rimane comunque un percorso capace di illuminare una stagione piena di difficoltà per stamparsi negli almanacchi sentimentali dei tifosi, un cammino storico ironicamente – ma non certo per i supporter grigiorossi – terminato come nell’unico altro precedente in semifinale di Coppa Italia: uno 0-0 al ritorno incapace di sovvertire lo 0-2 dell’andata, anche se nel 1987 con l’Atalanta accadde a campi invertiti.

Più che un sogno infranto, rimane, più prosaicamente, una partita chiusa a reti inviolate, nonostante una Fiorentina che ha viaggiato con le marce basse, a volte avanzando in folle quasi per inerzia. Un buon viatico, tuttavia, per provare a costruire l’ultima impresa stagionale, quella che si preventivava già da inizio campionato: quella della salvezza, prima che la Coppa Italia irrompesse nel cammino grigiorosso.

Contro il Verona domenica 30 allo Zini non subire gol sarà importante, ma determinante sarà la capacità di riuscire a fare male, a differenza di quanto accaduto a Firenze. Banditi i sentimentalismi, anche se la Cremo di Coppa ha fatto sognare il suo popolo.

dall’inviato a Firenze – Mauro Taino

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