Cronaca

San Vincenzo, cresce la richiesta
di assistenza: oltre 70 pacchi a settimana

Sfide sempre più impegnative, in uno scenario sociale che si fa di giorno in giorno più drammatico: questo quello che si trova ad affrontare quotidianamente la Società di San Vincenzo de Paoli, che ha da poche settimane rinnovato il proprio direttivo. Ne abbiamo parlato con il neoeletto presidente, Massimo Fertonani. A 49 anni, di cui oltre 30 trascorsi al servizio del prossimo all’interno dell’associazione, ha preso in mano le redini insieme a una squadra di collaboratori, 10 persone in tutto, che si sono suddivisi le numerose responsabilità a cui deve far fronte la San Vincenzo.

A partire da una povertà sempre più grave: “La situazione oggi, rispetto al periodo pre-pandemia, si è aggravata, soprattutto sul fronte dei bisogni primari, come l’alimentazione. Ogni settimana il magazzino centrale della San Vincenzo consegna pacchi di cibo a 70 famiglie. Ma le necessità dei nostri assistiti spaziano anche su tanti altri fronti: non si riescono a pagare affitti e bollette, e spesso c’è bisogno di aiuto anche sul fronte tecnico e burocratico”.

In un contesto che evolve continuamente, anche a causa dei conflitti, dunque la San Vincenzo ha dovuto aprirsi a nuove sfide, in primis quella della collaborazione con altre associazioni: “Le sinergie che sono nate negli ultimi anni risultano fondamentali per lavorare meglio” sottolinea Fertonani. “Ad esempio, quella con la Caritas, a cui abbiamo ceduto alcuni appartamenti in comodato gratuito per le esigenze di accoglienza, o con l’associazione NoSpreco, con cui portiamo avanti un progetto per la consegna di cibo fresco direttamente a domicilio. Ma c’è anche la collaborazione con le San Vincenzo di altre province e regioni, grazie a cui abbiamo mandato alcuni volontari lombardi in Ucraina, ad aiutare un sacerdote del posto”.

Un’altra sfida importante da affrontare, per la nuova presidenza, è la carenza di volontari, che affligge tutto il Terzo settore. “Per quanto riguarda la San Vincenzo il problema riguarda soprattutto i volontari giovani. Si trovano invece tante persone che danno la propria disponibilità una volta raggiunta la pensione, in quanto il tempo a disposizione è maggiore. Ma ci sono anche i giovani che, pur non essendo vincenziani, collaborano con noi: ad esempio alle cucine benefiche ci sono tantissimi volontari che si alternano, anche la domenica”.

Laura Bosio

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