Lettere

Osservazioni sull’impianto a
biometano A2A via Antichi Budri

da Pier Luigi Rizzi

La Provincia di Cremona è prima in Italia per numero e concentrazione di impianti di biogas con  54 installazioni e per più di un terzo di queste finiranno gli incentivi statali nei prossimi due anni. È probabile che saranno riconvertite o sostituite con nuovi impianti a biometano per poter usufruire dei nuovi incentivi previsti per questa tipologia o semplicemente abbandonate.

Prima di pensare di costruire nuovi impianti, sarebbe bene capire come dare futuro a quelli che rischiano di diventare precocemente delle dismissioni. Alla luce di ciò, poiché esiste un evidente
problema di reperimento di biomasse in filiera corta, è necessaria una pianificazione territoriale  degli eventuali nuovi impianti a biometano, tenendo anche conto della necessità di una  programmazione agricola che contempli la riduzione dei capi allevati.

In merito al nuovo progetto che A2A presenterà e che sarà sottoposto a V.I.A. (Valutazione Impatto Ambientale), il Circolo Vedo Verde Legambiente Cremona chiede una puntuale verifica di compatibilità della localizzazione rispetto alla strumentazione urbanistica vigente locale e
sovracomunale, alla presenza di un Corridoio Ecologico Primario, ai vincoli paesaggistici e idrogeologici e alla coerenza con la preesistenza del PLIS del Po e del Morbasco, il cui quadro pianificatore e normativo è di seguito sintetizzato:

1. Area prioritaria per la biodiversità n. 25 “Fiume Po”, elemento di primo livello del Settore 136 “Po di San Daniele Po” della Rete Ecologica Regionale (infrastruttura regionale prioritaria prevista dal PTR, vedi DGR 10962/2009) che al paragrafo 2.5, prevede, come regola da seguire negli strumenti  di pianificazione, che si eviti l’inserimento delle “aree di trasformazione” previste dai P.G.T. negli elementi di primo livello della R.E.R.

2. PLIS del Po e del Morbasco (L. r. 86/’83) che rappresenta una forma di tutela normata dal P.G.T. finalizzata al recupero e valorizzazione e risanamento (anche mediante trasferimento di funzioni improprie e incompatibili con superamento delle situazioni di degrado e inquinamento) dei caratteri paesaggistici, storici, ambientali, naturalistici ed agricoli del territorio laddove prioritario appare pertanto l’obiettivo di salvaguardare i suoli esistenti evitando altro consumo di suolo

3. Ambito agricolo strategico AA3 di rilevanza ecologico-ambientale e paesaggistica che prevede il mantenimento, valorizzazione e promozione dell’agricoltura, sulla base dell’elevato valore agronomico dei suoli e degli spiccati caratteri paesaggistici e ambientali laddove non sono ammessi impianti per la produzione di energia rinnovabile da fonte agricola superiori a 100 Kwa ex DM  6/02/2012

4. Relazione geologica e di caratterizzazione Geotecnica – Elaborato 11A) che evidenzia la presenza di falda caratterizzata da notevoli escursioni piezometriche e presenza di acqua a quota prossima a quella del piano campagna (rif. Pag. 23, 24, 26–27)

5. Grado di sensibilità del Paesaggio: elevata, art.4 delle Disposizioni attuative del Documento di Piano

Il Circolo chiede inoltre:

• informazioni dettagliate circa la dieta dell’impianto, la provenienza delle biomasse impiegate e la sostenibilità delle stesse, stante quanto previsto dal Decreto Biometano in essere
• la verifica della viabilità interessata al conferimento delle biomasse all’impianto, con riguardo sia all’attraversamento di centri abitati, sia al numero di mezzi giornalieri usati considerando il contesto di forte compromissione ambientale esistente

• la verifica della vicinanza a centri sensibili a emissioni odorigene

• un’individuazione precisa e puntuale dei quantitativi e delle aree previste per gli spandimenti dell’ammendante derivato dal trattamento del digestato e, nello specifico, gli apporti di azoto reattivo ai suoli, a cui occorre porre attenzione particolare stante che la Provincia di Cremona è in zona critica per i nitrati

• un chiarimento circa il recupero dell’acqua derivante dall’impianto, risorsa importante stante la situazione di siccità crescente sul territorio

• informazioni sul ciclo impiantistico, con particolare riferimento al recupero di CO2 e solfato d’ammonio

• informazioni sulle emissioni in aria, in particolare per quanto riguarda ammoniaca ed altri precursori della formazione di particolato secondario, visto che nella classifica della qualità dell’aria dell’Agenzia Europea dell’Ambiente la città di Cremona risulta tra le peggiori per polveri sottili

Il Circolo richiederà di partecipare come uditore alle conferenze di servizi per la procedura di V.I.A.

Pier Luigi Rizzi, presidente del Circolo Vedo Verde Legambiente Cremona

© Riproduzione riservata