Cronaca

Sciolto il Circolo Zaccaria dopo oltre 100 anni di attività

Amarezza per un’esperienza di fede e amicizia che si conclude, ma anche orgoglio per avere contribuito a scrivere una pagina gloriosa della storia della città di Cremona dal punto di vista educativo e culturale, civile e religioso. Sono questi i sentimenti che hanno prevalso tra i membri del “Circolo Zaccaria” nell’assemblea dei soci di giovedì 5 luglio che ha sancito definitivamente la chiusura del sodalizio che in due riprese, dal 1908 agli inizi degli anni ’80 e dal 1988 al 2012, ha rappresentato un baluardo della cultura cattolica in città. La riunione si è svolta a San Luca, alle 16.30, negli storici locali del Circolo, poi alle 18, in chiesa, il superiore generale  dei barnabiti, padre Giovanni Villa, ha celebrato l’Eucaristia nella festa liturgica del fondatore dell’ordine, Sant’Antonio Maria Zaccaria, che dal 1917 è anche patrono secondario della diocesi di Cremona. Al termine dell’omelia il religioso ha ringraziato esplicitamente i soci del Circolo per il loro  forte impegno laicale e ha auspicato che la loro eredità non si perda, ma sia di stimolo per altre iniziative di carattere formativo e culturale. Tra le decisione prese dall’assemblea spicca la donazione dell’importante archivio (in esso ci sono anche le tante lettere che i soldati al fronte scrivevano ai padri barnabiti e ai compagni rimasti in città) e della gloriosa bandiera all’archivio storico diocesano, diretto da don Andrea Foglia.

All’inizio dell’assemblea il presidente, prof. Piervincenzo Gabbani, ha offerto la relazione sulle attività svolte nell’anno sociale 2011-2012. I soci sono stati 31 contro i 91 dell’anno precedente: la flessione è stata netta, di ben 60 unità, causata certamente dai decessi, ma anche dalla notizia della chiusura del sodalizio. Se si aggiungono i soci onorari, il totale degli aderenti all’atto della chiusura dell’esperienza sale a 38. Gli incontri formativi, di cadenza mensile, su temi di stretta attualità (politica, economia, società, informazione) sono stati nove con una partecipazione ogni volta di una ventina di persone. Gabbani ha poi elencato le altre attività del Circolo: l’apertura la domenica mattina dei locali, l’assemblea ordinaria annuale, la memoria dei soci e degli assistenti defunti (1 novembre), la celebrazione della festa del Circolo (8 dicembre) e l’assemblea straordinaria che ha decretato lo scioglimento del sodalizio celebrata il 25 marzo 2012.

Tra le attività più meritevoli spicca senza dubbio la pubblicazione del periodico “Il Ventino”: nell’anno sociale 2011-2012 sono stati editi ben tre numeri. La tiratura del bollettino (fondato nel luglio 1939) è di 800 copie di cui oltre 700 spedite in abbonamento postale. Da non dimenticare l’aspetto caritativo: i soci del Circolo hanno contribuito con oltre 18.000 euro al progetto “scuola di pace” portato avanti dai padri barnabiti a Kabul, capitale dell’Afghanistan.

Un plauso generale è stato espresso dai presenti al presidente Gabbani che in questi anni si è sempre impegnato con grande zelo e passione nella promozione delle attività del Circolo, tra di esse anche gustose gite sociali con meta luoghi di rilevante interesse artistico e storico. Un plauso anche ai soci che stanno sistemando l’archivio che, secondo una deliberazione dell’assemblea, sarà interamente donato all’archivio storico diocesano insieme alla gloriosa bandiera.

Storia del Circolo Zaccaria

Il Circolo Zaccaria, fondato nel 1909 presso l’oratorio maschile «Maria Immacolata» di S. Luca, ha ricoperto un ruolo importante nella storia del movimento cattolico nella città di Cremona, nel solco di un’appassionata vicenda, protrattasi fino ai primi anni 80 del secolo scorso. Nel 1988, un gruppo di ex zaccarini, nel nome dell’antica amicizia e nello spirito conciliare di un forte impegno alla formazione di laici cristiani responsabili e maturi, volle ricostruire il sodalizio che poi è stato riconosciuto come aggregazione ecclesiale  con decreto del vescovo Nicolini del 13 dicembre 2000. Il nuovo “Circolo” fu finalizzato, come recitava lo statuto, alla crescita umana e cristiana dei soci, uomini e donne che liberamente vi aderivano, al sostegno delle opere missionarie barnabitiche, alla promozione dei rapporti di fraterna amicizia, attraverso momenti di vita comunitaria e di aggregazione sociale e culturale.

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