Lettere

Biometano di Gerre: "Serve
coerenza con tutta la provincia"

da Marco Degli Angeli

L’impianto di biometano di Gerre ha messo finalmente a nudo tutte le contraddizioni di questi impianti e creato un serio dibattito all’interno di quei partiti che fino ad oggi vivevano nell’ambiguità di chi predicava bene, ma alla fine autorizzava e avallava la qualunque.

Molto bene. È un segnale importante che esponenti sia di centrodestra che del PD si siano smarcati dalle posizioni storiche dei loro schieramenti, ma ora è importante portare il dibattito e fare atti concreti a livello regionale e di consiglio provinciale. Per quanto riguarda il cremasco, come sollecitato già in una lettera ai sindaci rimasta inascoltata, nel febbraio 2021 quando ricoprivo il ruolo di consigliere regionale, sarebbe opportuno portare il tema all’ordine del giorno degli incontri di area omogenea (come andrebbe fatto per le nuove trivelle per nuovi pozzi per lo stoccaggio gas in arrivo nel nord cremasco).

É importante capire quale linea terranno i vari partiti politici in tutti i comuni della nostra provincia dove sono in essere delle richieste autorizzative. Cosa ne pensano per esempio degli impianti di Sergnano o di Sospiro? È fondamentale a questo punto uscire dalla narrazione mainstream che da anni domina il nostro territorio e aver il coraggio di prendere posizione in modo netto: gli impianti di biogas/biometano sono all’antitesi rispetto agli obiettivi della vera economia circolare e soprattutto va contrastato il pensiero, fino ad oggi unico, che li definisce come necessari e fondamentali per la transizione energetica. Il tema non riguarda solo la location scelta, ma va allargato a tutto il territorio. Il biogas e il biometano sono stati fino ad oggi il paravento di un modello imprenditoriale che sfrutta l’ambiente, gli agricoltori e l’agricoltura, e che ne deforma la mission e qualità.

È necessario un intervento sulle linee guida regionali per stringere la maglie e per far rientrare questi impianti in una programmazione regionale e provinciale, basata sul vero fabbisogno e che tenga in considerazione gli impatti cumulativi in termini di inquinamento e gli aspetti epidemiologici.

In mancanza di questi studi epidemiologici d’area e di una vera pianificazione che tenga conto anche della necessaria riduzione dei capi di bestiame allevati è inevitabile istituire una moratoria autorizzativa (di tutela sanitaria) fino a quando gli enti pubblici non potranno decidere sulle autorizzazioni basandosi su dati sanitari e ambientali solidi. Il principio di precauzione non vale solo quando fa comodo. Il discorso vale per questo impianto ma anche per tutti gli altri in fase autorizzativa nella nostra provincia.

Abbiamo 3 consiglieri regionali eletti nel nostro territorio. Qual’é la loro posizione? Che azioni intraprenderanno nei confronti di Regione Lombardia?

Marco Degli Angeli, coordinatore provinciale M5S Cremona

© Riproduzione riservata