Cronaca

Lauree magistrali Smea: i futuri
esperti dell’agro-alimentare

Tredici nuovi specialisti del sistema agroalimentare, pronti a interagire su temi complessi che spaziano dalle più diverse dinamiche aziendali alle politiche di settore sia a livello nazionale che internazionale.

Si tratta dei neolaureati alla Magistrale in Agricultural and food economics della Smea, l’Alta scuola di management ed economia agro-alimentare dell’Università Cattolica di Cremona.

Come spiega il professor Paolo Sckokai, coordinatore della laurea, a caratterizzare la Magistrale Smea è un forte orientamento internazionale. Agli studenti in possesso dei requisiti adeguati viene offerta la possibilità di trascorrere uno o due semestri del secondo anno presso un’università partner all’estero, in Europa, Usa o Australia. Inoltre, alcuni accademici internazionali fanno parte del corpo docente Smea e tutti i corsi della Magistrale sono tenuti in lingua inglese.

«Gli studenti sperimentano un’intensa attività didattica con partecipazione attiva in aula, un’interazione diretta con i docenti e un rapporto costante con accademici, aziende e stakeholder della filiera agroalimentare – sottolinea il professor Sckokai».

Da anni la Smea forma i futuri manager delle aziende agrifood e della Grande distribuzione, ma anche ricercatori e analisti del settore agro-alimentare che trovano poi impiego nelle università o nei gangli decisionali delle politiche di settore.

Una situazione che si riscontra nell’ampiezza dello spettro di argomenti delle tesi appena discusse dai neolaureati. A cominciare da uno studio sul consumo di alimenti biologici in Italia, dove sono stati approfondite le differenze tra gruppi demografici e le relative ripercussioni politiche. Oppure – tema molto attuale – in un altro lavoro è stato effettuato un focus sull’impatto ambientale degli allevamenti e le sue implicazioni socioeconomiche. E sempre sul lato della sostenibilità, il lavoro di uno studente si è concentrato sui progressi nella plastica a base biologica, con analisi della sostenibilità economica negli imballaggi alimentari.

Altre tesi sono state maggiormente indirizzate verso il consumatore: dallo studio di un modello di business per sfruttare le nuove opportunità del trend dei frutti tropicali in Italia, alla percezione delle persone rispetto ai prodotti free from, e in particolare i senza glutine, senza lattosio e senza Ogm.

E ancora, in un campo decisamente orientato alla policy di settore, in che modo le etichette Dop e il cosiddetto Nutriscore influenzano l’intenzione di acquisto di prodotti di origine animale che verrebbero etichettati come non salutari, operando un confronto tra Italia e Paesi Bassi, grazie a un programma di scambio di studenti tra Smea e Università di Wageningen.

Dal punto di vista formativo, oltre alla Magistrale, la Smea offre lo storico Master di secondo livello in Agri-food business, giunto ormai alla quarantesima edizione. Ma a qualificare Smea è il metodo di lavoro full time e multitasking, l’approccio internazionale e il sistema di stage e placement che ogni anno permette di trovare – in pochi mesi e spesso in settimane – un’occupazione soddisfacente a una percentuale elevatissima di studenti (ben oltre il 90%). Grazie a questi risultati, da molti anni Smea ottiene l’accreditamento Asfor (Associazione italiana per la formazione manageriale) e il patrocinio di Federalimentare.

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