Ambiente

Impianto biometano, il sindaco:
"Ascolteremo i cittadini"

Per la prima volta parla il sindaco Galimberti sull'impianto che sta facendo discutere residenti e politici. "Il percorso deve essere rigoroso e chiederemo le giuste compensazioni". Ma il biometano resta un pilastro fondamentale della conversione energetica per l'abbandono del fossile.

“Siamo qui per dare risposte ai cittadini. Alcune  reazioni sono corrette e indipendentemente dal fatto che la Provincia escluda o non escluda la VIA (valutazione di impatto ambientale), il percorso che faremo sarà rigoroso”. Il sindaco di Cremona Gianluca Galimberti interviene  per la prima volta sulla questione dell’impianto di biometano in corso di approvazione in Provincia, a ridosso delle case di Bosco ex Parmigiano e del comune di Gerre de Caprioli. Proprio da lì sono giunte le critiche al progetto non solo da parte dell’amministrazione comunale (che ha depositato sei pagine di osservazioni in Provincia), ma soprattutto dei residenti della frazione del capoluogo che hanno avviato una petizione addirittura per fermare il progetto.

Ed è a loro che Galimberti si rivolge: “Un’idea buona ha bisogno di essere accompagnata” e lo sarà anche questa, assicura,  lasciando intendere che ci saranno momenti di ascolto, forse anche incontri pubblici con la partecipazione di A2A, come del resto avvenuto nei due anni passati in occasione delle presentazioni pubbliche del progetto di riconversione energetica Cremona 20/30. Proprio stamattina il sindaco ha incontrato il nuovo dirigente della multiutility milanese, Paolo Soldani, che ha preso il posto dal 1 gennaio del cremonese Claudio Sanna. Per entrambi parole di stima e apprezzamento da parte del primo cittadino: “Sanna è stato un ottimo manager, Soldani è importantissimo riferimento. Ma il rapporto con le nostre partecipate è schietto, qui non si tratta di fare sconti a nessuno, ma di portare avanti un lavoro comune, ognuno per la parte che gli compete”.

Quindi l’assicurazione, reiterata: se la Provincia escluderà la necessità di una VIA, il percorso autorizzativo sarà comunque “rigorosissimo, dal punto di vista delle garanzie sul contenimento degli odori, dell’impatto sulla viabilità esistente e delle piantumazioni di compensazione”. Nessun riferimento, in questa fase almeno, alle richieste puntuali contenute nelle osservazioni depositate in Provincia dal Comune di Gerre: studio del traffico indotto dall’impianto, comprensivo dei picchi stagionali; manutenzione straordinaria dell’asfalto alla tangenzialina; allargamento di parti di via Bosco; monitoraggio delle pm2,5 e molte altre ancora, tra cui le forti perplessità sulla resa effettiva in termini di bilancio energetico, dell’impianto di digestione anaerobica.

“Ci siamo mossi secondo un’idea precisa e le vicende dei rincari energetici e della guerra hanno reso urgentissima l’esigenza di portarla a compimento”, si legge nel documento predisposto dall’amministrazione comunale in merito al dibattito in corso “Ogni territorio  deve impegnarsi per produrre il più possibile energia pulita in modo da contribuire a rendere il nostro paese energeticamente autonomo, deve impegnarsi a ridurre il consumo di combustibili fossili per ridurre la emissione di CO2 e migliorare l’ambiente e deve impegnarsi a costruire progetti di economia circolare nei quali gli scarti di altre produzioni possano essere usate e non gravare sull’ambiente per essere smaltite. L’impianto di biometano raggiunge questi obiettivi.

“Il biometano è definito molecola green e verrà infatti prodotto recuperando biomasse vegetali, reflui zootecnici e sottoprodotti di origine agroindustriali, che, invece di essere smaltiti in altro modo impattante per l’ambiente e le emissioni in aria, sono usati per produrre energia pulita. Sono previsti 3,4 milioni di m3 di metano verde immessi in rete a fronte di metano fossile acquistato pari a 0 (zero). L’impianto infatti utilizzerà la soluzione di autoalimentarsi con il biogas prodotto dall’impianto stesso. In questo modo la CO2 emessa sarà ridotta di ben l’80% rispetto alla produzione della stessa quantità di energia con combustibili fossili.

“Inoltre  l’uso di pannelli fotovoltaici (con produzione di 495 MWh annui) e del motore endotermico dell’unità di cogenerazione (3.619 MWh annui), alimentato da una parte del biometano prodotto, garantirà l’autosufficienza energetica dell’impianto (anche in questo caso senza combustibili fossili). L’uso di parte del calore dal teleriscaldamento è concentrato in quei mesi (ad esempio quelli estivi) in cui quel calore non serve e per dissiparlo occorrerebbe consumare energia. L’attenzione al mondo dell’agricoltura si concretizza poi nell’uso dei reflui in entrata in una logica pura di economia circolare e nella possibilità di usare il digestato in uscita per la produzione di fertilizzanti.

“La bontà ambientale di un progetto, sostenibile anche economicamente, è dunque nei numeri ed è per questo che l’Europa preme in questa direzione, il presidente di Regione Lombardia Fontana ha previsto nel suo programma la costruzione di molti impianti di biometano, il nuovo assessore all’agricoltura ha parlato della necessità di valorizzazione energetica dei reflui agricoli anche per diminuire l’impatto ambientale e Legambiente spiega: “La produzione del biometano è una grande opportunità per l’economia circolare e per la lotta alla crisi climatica nel nostro Paese. Lo sviluppo degli impianti a biometano è fondamentale e comporta notevoli vantaggi ambientali su diversi fronti,

“Proprio l’utilità ambientale del progetto rende ancora più importante l’ascolto delle preoccupazioni di cittadini che meritano confronto e impegno. I possibili impatti odorigeni, l’aspetto viabilistico, le compensazioni necessarie sono temi importanti all’attenzione nostra, di altri enti pubblici e della Provincia, che ha chiesto molte integrazioni all’azienda.

“Il rigore in questi percorsi è necessario e qualunque siano le valutazioni tecniche della Provincia (passaggio in VIA o percorso differente ma sempre altrettanto rigoroso) noi sosterremo tutto ciò che possa rassicurare la comunità nella consapevolezza dell’importanza di un progetto importante per l’ambiente e con tutta l’attenzione necessaria alla tutela di cittadini e dell’habitat naturale.

“Nei mesi scorsi abbiamo presentato più volte pubblicamente il progetto Cremona 20/30. Sull’impianto in particolare abbiamo incontrato sindaci di Comuni interessati e lo faremo ancora a breve e sappiamo che anche A2A l’ha fatto. Ma non ci basta. Vogliamo interloquire con i cittadini e a breve per questo organizzeremo momenti pubblici”.

“La questione del produrre sempre di più energia pulita – conclude il documento – è questione centrale per tutti e anche per Cremona. Ad esempio, oltre al progetto illustrato, come previsto sempre da Cremona 20/30, entro l’anno Aem darà il via al progetto per 1 MW di produzione di energia pulita fotovoltaica, come primo passo verso una produzione ancora più estesa. Cura dell’ambiente, autonomia energetica, economia circolare, ascolto e tutela dei cittadini: continuiamo a impegnarci per Cremona e il suo futuro”. gb

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