Cronaca

Piscina, minoranza chiede Vigilanza
e scrive a Collegio Revisori

Continua la battaglia della minoranza in consiglio comunale sulla situazione della piscina di Cremona e della discussa gestione Forus. A questo proposito, i consiglieri Maria Vittoria Ceraso, Carlo Malvezzi, Federico Fasani e Saverio Simi hanno chiesto la convocazione della Commissione di Vigilanza, per “fare chiarezza sulle responsabilità di questi mesi disastrosi di gestione dell’impianto”. Secondo i consiglieri, “non passa giorno che nella gestione della piscina comunale non si verifichino disservizi e inadempienze. Di ieri la notizia di alghe nella vasca didattica appena riaperta. Durante l’incontro tra la dirigenza di Forus e le società sportive  è emerso il fatto che nella piscina olimpionica per un lungo periodo ha  funzionato solo una pompa  invece di quattro (per legge dovrebbero essere almeno due funzionanti), problemi di temperatura dell’acqua e di qualità dell’aria e in generale la mancanza di manutenzione dell’impianto”.

L’opposizione si chiede quindi “in che modo il Comune ha vigilato e contestato nel tempo tutti questi disservizi che di fatto si traducono in un inadempimento della Convenzione?”. Ma non è tutto: è stata anche inviata una nota al Collegio dei Revisori “affinchè si esprima, per quanto di competenza, in merito alla legittimità e correttezza del pagamento da parte del Comune della quota di ammortamento investimenti pari ad euro 66.611,00 annui (ben identificata nelle determinazioni di impegno della spesa relativamente al canone)”.

Un pagamento che, per i consiglieri di minoranza, “sembra configurarsi quale corrispettivo di una prestazione che di fatto non è mai stata eseguita (avvio lavori riqualificazione impianto natatorio) che potrebbe pertanto generare  un possibile danno erariale trattandosi di un  indebito esborso di denaro pubblico a cui non corrisponde nessuna utilità acquisita. Tra l’altro la stessa Amministrazione, continuando a concedere proroghe a Forus, si è posta nella condizione di non poter chiedere la risoluzione della contratto per inadempimento, in quanto corresponsabile dello stesso avendo legittimato il comportamento della concessionaria concedendo monteplici rinvi per la presentazione del progetto. Ricordiamo che nella sentenza del Consiglio di Stato n. 2762 del 30 aprile 2020 (pag, 16) era esplicitato  che “ulteriori gravi ritardi nella presentazione della progettazione esecutiva o nell’avvio dei lavori accessori ben potrebbero, in futuro, essere valutati dal Comune concedente per la risoluzione del contratto, ove dovuti a fatti imputabili alla concessionaria”.

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