Cronaca

Crisi idrica sempre più grave:
preoccupazioni per l'estate

Continua a peggiorare la crisi idrica della Val Padana, e nella fattispecie del territorio cremonese, dove a preoccupare è la portata del fiume, a 387 metri cubi al secondo a fronte di una portata minima media mensile di 459, e una media mensile di 919. Il livello del fiume, intatso, all’idrometro di Cremona si attesta intorno ai -7,40. Numeri che non fanno presagire nulla di buono in vista di quella che si appresta ad essere una delle estate più torride di sempre.

Il punto della situazione è stato fatto nel corso del secondo incontro ufficiale dell’Osservatorio Permanente dell’Autorità di Bacino del Po, nel corso del quale è stata ribadita “la situazione idrologica di conclamato stress idrico già evidenziata un mese fa e peggiorata nelle ultime settimane alla luce della mancanza prolungata di precipitazioni in grado di colmare, anche solo parzialmente, il deficit ereditato dalla stagione del 2022”, mentre la parte meridionale del bacino padano offre qualche indicatore positivo solo in Emilia-Romagna.

Oltre 70 gli esperti che hanno preso parte alla riunione, tra rappresentanti di ministeri, regioni del distretto del Po, stakeholder e agenzie di monitoraggio. Ne è uscito un quadro di palese difficoltà che si preannuncia, per i prossimi mesi in cui prenderà il via la stagione dell’agricoltura, fondamentale per le produzioni ed in cui sarà essenziale impiegare la risorsa in modo quanto mai equilibrato e consapevole da parte di tutti gli utilizzatori.

Nell’insieme dei macrodati, raccolti e rielaborati dallo staff tecnico di ADBPo in stretta collaborazione con le Arpa regionali, emergono alcuni casi che dimostrano chiaramente lo stato di sofferenza all’interno del distretto del fiume Po. Le portate rilevate nelle stazioni lungo l’asta del Po rimangono, al 6 marzo, ancorate ad uno stato di estrema o media gravità. Dato che evidenziano quanto il contesto, a questo periodo della stagione e alla vigilia della parte più consistente dei prelievi per l’irrigazione, si annunci deficitario. Anche i laghi mantengono quote minime.

A peggiorare il tutto, l’assenza quasi torale di precipitazioni, soprattutto in Piemonte dove, secondo Arpa, vi è una anomalia delle piogge fino a -85%, esclusa l’area del Cuneese, dove qualche nevicata ha ristorato leggermente il comprensorio sotteso.

Per quanto riguarda i portatori di interesse, Utilitalia (la Federazione delle imprese idriche, ambientali ed energetiche) ha comunicato che, ad oggi, nella parte nord occidentale del distretto, sono presenti diversi Comuni con il massimo livello di severità idrica, cioè con criticità su parte significativa dell’abitato, riempimento del serbatoio integrato con autobotti o atri interventi provvisori di somma urgenza; fra questi, 19 sono concentrati in Piemonte nelle provincie di Novara, Verbano Cusio Ossola e Cuneo.

Anbi (l’Associazione dei consorzi di bonifica) ha avanzato l’immediata richiesta – condivisa dal Segretario Generale di AdBPo, Bratti – di poter provvedere, quanto prima, ad accumulare parte della risorsa idrica oggi disponibile nelle reti di canalizzazioni dei consorzi, in anticipo sulla consueta stagionalità, per creare le migliori e più efficaci condizioni di beneficio per le falde e i pozzi ad uso agricolo, ma naturalmente anche per habitat e biodiversità.

Inoltre, ha sottolineato Alessandro Bratti, come “sia importante un confronto con i vari portatori di interesse per determinare il reale fabbisogno di risorsa idrica. È necessario avere un quadro conoscitivo complessivo delle derivazioni e concessioni che è, ad oggi, ancora frammentato. È altresì rilevante utilizzare e citare i dati ufficiali prodotti dalle Agenzie regionali”.

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