Cronaca

Baby gang alla Bissolati, ma
imputati non riconosciuti: assolti

È finito con una sentenza di assoluzione il processo di primo grado nei confronti di due persone accusate di rapina, lesioni e percosse.

Sul banco degli imputati c’erano due giovani, Mouad, 20 anni, marocchino nato a Cremona, difeso dall’avvocato Cristina Pugnoli, e Yassin, anch’egli ventenne, connazionale nato in provincia di Padova e residente a Cremona, assistito dal legale Stefano Sangiovanni. I due, insieme ad altri ragazzi minorenni all’epoca dei fatti, erano sospettati di aver fatto parte della baby gang che la sera del 12 giugno del 2019, durante una festa tra giovanissimi che si stava svolgendo alla canottieri Bissolati, aveva rapinato e picchiato alcuni coetanei.

È mancato, però, il riconoscimento, sia da parte delle vittime che dei testimoni, e i giudici, accogliendo le richieste del pubblico ministero e dei difensori, li hanno assolti.

“Abbiamo fatto chiudere la Bissolati”: così si erano vantati su Instagram i responsabili di quanto successo quella sera.


L’operazione “Last Night” della Questura di Cremona relativa ad una parte di indagine dei carabinieri riguardante il gruppo di giovanissimi che gestiva la pagina Instagram “Cremona Dissing”, aveva permesso di individuare nell’agosto del 2019 i presunti responsabili di cinque episodi di violenza andati in scena due mesi prima.

La prima aggressione si era verificata vicino alla società canottieri dove un ragazzo era stato circondato dal gruppo e preso a schiaffi. Il secondo episodio, invece, si era verificato durante la festa alla Bissolati, quando un giovane era stato aggredito solo perché passando davanti alla gang aveva urtato e fatto cadere una sedia. Poco dopo, il fatto più eclatante: un minorenne era stato circondato dal branco, buttato a terra, preso a calci e derubato di 20 euro. E poi ancora un altro tentativo di rapina era avvenuto ai danni di un altro ragazzo che però era riuscito a scappare. L’ultimo episodio aveva riguardato altri due minorenni, inseguiti e minacciati dalla gang all’uscita dalla festa.

Nelle abitazioni dei presunti autori erano stati sequestrati i vestiti che gli aggressori indossavano durante la serata e schermate di cellulare in cui si erano vantati delle loro gesta.

Ma nessuno, a processo, è stato in grado di indicare i due imputati o di collocarli sui luoghi dei fatti contestati.

Sara Pizzorni

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