Cronaca

In Cattedrale i funerali di Borsella
Lafranconi: "Uomo di grande fede"

Grande partecipazione questa mattina in Cattedrale per i funerali di Giovanni Borsella, professore di tedesco e germanista dai molteplici interessi, dall’arte alla filosofia, dalla politica alla teologia oltre che collaboratore, nel corso degli anni, di diversi giornali locali. E’ scomparso sabato scorso, all’età di 87 anni. Che si trattasse di un personaggio di grande fede ed elevata cultura lo si è capito dalla processione di sacerdoti entrati in Chiesa precedendo la bara di legno scuro ricoperta di fiori candidi.

Il lungo corteo di religiosi in paramenti bianchi e viola era chiuso dal Vescovo emerito della Diocesi, Monsignor Dante Lafranconi che ha officiato il rito. Poi è stato tutto un fiorire di ricordi e sensazioni accostate a riferimenti teologici ed espressioni di ammirazione per la sensibilità e la personalità di una persona di grande potenza culturale. Monsignor Lafranconi ha citato la costanza con cui il professor Borsella veniva in bicicletta per assistere alle Messe vespertine. “Mi diceva sempre di pregare per lui perché era un peccatore. Al che gli rispondevo che anch’io lo ero”.

Il Vescovo prendendo spunto dalle parole di Sant’Agostino, ha ricordato la citazione del Santo, il quale diceva che Gesù con gli occhi luminosi fissava quelli velati di pianto di chi era in procinto di incontrarlo. “Anche noi dobbiamo ricordare che gli occhi di Giovanni in questo momento stanno risplendendo della luce luminosa di chi ha trovato la beatitudine nella pace del Signore”.

Giovanni Borsella, che risiedeva a Cremona in piazza S.Anna, era originario di Cividale Mantovano e tra i primi banchi, oltre ai famigliari più stretti vi erano parenti e conoscenti giunti da Rivarolo e Cividale.  Borsella era un carissimo amico di mons. Alberto Franzini, a lungo parroco a Casalmggiore e poi in questa stessa Cattedrale, con il quale, appena il tempo lo consentiva, si incontrava per lunghissime chiacchierate su teologia, politica e società.

Al termine del rito la bara sopra il carro funebre è rimasta a lungo in sosta davanti al Duomo per consentire ai tanti conoscenti di stringere le mani e manifestare il profondo cordoglio ai congiunti, prima della partenza verso il cimitero per la sepoltura.

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