Cronaca

Derubava i colleghi negli spogliatoi
Per ex dottoressa condanna definitiva

Nella foto, i guanti utilizzati per i furti e le banconote civetta

Condannata in via definitiva dai giudici della Corte di Cassazione, Giampiera Gatti, oggi 64 anni, ex medico all’ospedale di Crema, colpevole di aver messo a segno una serie di furti ai danni dei colleghi. Per la dottoressa, la Suprema Corte ha confermato la condanna a 3 mesi e 10 giorni di reclusione inflitta in Appello, condannandola al pagamento delle spese processuali. In primo grado, nel febbraio del 2015, la Gatti, processata con il rito abbreviato, era stata condannata ad una pena di 4 mesi, poi ridotta nel secondo giudizio e ora confermata nell’ultimo grado. All’imputata, assistita dall’avvocato Marco Severgnini, in tutti i gradi di giudizio è stato riconosciuto un vizio parziale di mente. La difesa, invece, aveva sostenuto la totale incapacità in quanto la donna sarebbe stata affetta da cleptomania.

I giudici della Cassazione, però, si sono detti concordi con il ragionamento fatto dalla Corte d’Appello che “ha considerato l’incompatibilità di uno stato soggettivo di totale obnubilazione mentale con lo svolgimento della normale vita lavorativa, peraltro nel medesimo ambiente in cui i fatti si sono verificati, e sottolineato la decisiva circostanza del ricorso agli accorgimenti utilizzati per la commissione dei furti (l’uso dei guanti) come sintomatici di un persistente stato di coscienza e della consapevolezza della illiceità delle condotte”.

L’ex medico dell’accettazione era stata arrestata nel 2013 per furto aggravato per diversi episodi messi a segno o tentati tra il febbraio e il marzo di quello stesso anno. A smascherarla erano state le telecamere e anche le banconote cosiddette “civetta”.

Vittime, i medici e il personale dell’ospedale che durante l’orario di lavoro erano stati alleggeriti di denaro e monete lasciati nelle borse depositate negli spogliatoi. Dopo una decina di denunce, la procura aveva dato il via libera agli uomini della polizia che, anche in accordo con l’Azienda ospedaliera, avevano posizionato telecamere e banconote civetta nelle borse e nei portafogli di alcune delle vittime, preventivamente cosparsi di una speciale sostanza fluorescente.

Poche ore dopo il posizionamento delle “trappole”, l’autrice dei furti era stata ripresa mentre con indosso i guanti rovistava negli armadietti, nelle borsette e negli indumenti del personale dell’ospedale. In un caso aveva anche rubato la chiave di un armadietto che aveva usato in seguito per rovistare all’interno.

Il giorno dell’arresto i poliziotti si erano appostati in attesa che la ladra agisse di nuovo. E puntualmente, lei, nonostante fosse fuori servizio, era arrivata, entrata negli spogliatoi per poi uscirvi subito dopo con il bottino. Il denaro rubato, una banconota da 20 euro, era cosparso della polvere fluorescente che aveva permesso agli agenti di arrestarla in flagranza di furto.

Dopo i fatti, Giampiera Gatti si era dimessa dall’ospedale.

Sara Pizzorni

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