Cronaca

Ecosistema Scuola, Cremona terza
città in Italia per i servizi educativi

I risultati dell'indagine di Legambiente sulla spesa media pro capite dei comuni capoluogo per singolo studente. Ma sul capitolo manutenzioni degli edifici scolastici Cremona ha ancora molto da fare.

La scuola media Anna Frank ai tempi della didattica a distanza

Lo stato di salute degli edifici scolastici pubblici e i servizi offerti tra scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di primo grado sotto i riflettori della XXII edizione di Ecosistema Scuola, il rapporto annuale di Legambiente con dati forniti dai Comuni capoluogo di provincia riferiti al 2021.

Cremona emerge per quanto riguarda la spesa del Comune per progetti educativi: 68 euro in media per singolo studente, il terzo miglior piazzamento tra i capoluoghi italiani, dietro però a Reggio Emilia (205 euro) e Mantova (115 euro).

 Soddisfazione da parte dell’assessore Maura Ruggeri, che non nasconde le difficoltà dell’aver mantenuto invariate le tariffe degli asili nido e delle mense scolastiche (fino alla primaria) nonostante la lievitazione dei prezzi e mantenendo la gratuità delle rette nelle scuole per l’infanzia. “Non era scontato in questo periodo – afferma – ma teniamo alta l’asticella. Oltre al mantenimento dei servizi abbiamo provveduto  a una ulteriore qualificazione, ad esempio procedendo con i concorsi che hanno portato alla stabilizzazione di diversi insegnanti e facendo formazione del personale sia per gli insegnanti dei nidi e delle scuole d’infanzia comunali, sia per quelli del privato e del privato sociale. Continueremo su questa linea, anche perchè finalmente sono entrate in attuazione le disposizioni nazionali e regionali per valorizzare il percorso educativo nella fascia 0-6  anni, che attribuisce alla costruzione del sistema integrato asilo nido – scuola infanzia, una grande importanza per rispondere al diritto di bambini e bambine a una educazione di qualità fin dalla nascita”.

Il Comune di Cremona sarà capofila nel coordinamento della formazione degli insegnanti (pubblico e privato) delle scuole cittadine, ma anche nell’intero ambito distrettuale. Già istituiti due coordinamenti, uno cittadino e uno appunto sovracomunale, il Comitato locale 0-6, come disposto dalla Regione.

In sintesi: “Un grande impegno concreto – conclude Ruggeri – anche per quanto riguarda la mensa e portando elementi elementi innovativi, penso ad esempio ai percorsi di educazione ambientale, all’educazione all’aperto, all’educazione alla cittadinanza e all’introduzione dello sport fin nella sezione dei grandi”.

PER L’EDILIZIA SCOLASTICA ANCORA MOLTO DA FARE – Per quanto riguarda invece le manutenzioni ad esempio la verifica di stabilità dei solai, Ecosistema scuola colloca Cremona tra “le amministrazioni che hanno avuto tutti gli edifici interessati, negli ultimi cinque anni, da interventi di manutenzione straordinaria. Tuttavia, (….) Cremona, Oristano, Rieti e Taranto dichiarano di necessitare ancora di interventi urgenti in tutti o quasi gli edifici scolastici”. negli anni sono stati fatti interventi sui solai, ma il percorso per completare tutti gli edifici scolastici, perlopiù datati, è ancora lungo. Entro l’anno dovrebbe iniziare la costruzione della nuova scuola Martiri della LIbertà che verrà costruita grazie al Pnrr, nel quartiere Po.

Cremona eccelle anche nelle mense, meritando la definizione di “città dove è nata la prima mensa scolastica italiana”. “Come confermato anche dalla classifica di Foodinsider (l’Osservatorio sulla qualità delle mense) – spiegano da Legambiente – per l’anno scolastico 2021/22 – che nell’ambito del miglior servizio di mense scolastiche premia il Comune di Fano, storica Città dei bambini – anche dalla nostra indagine emergono alcune esperienze interessanti. Sono soprattutto esperienze nell’Italia settentrionale e tutte hanno in comune un’attenzione particolare alle famiglie in difficoltà. Spicca Parma, al centro della cosiddetta “Food Valley”, con le sue 69 scuole, di cui quasi la metà con cucina interna e con locali mensa dotati di pannelli fonoassorbenti, accorgimento importante per favorire condizioni acustiche più adatte al consumo del pasto; il Comune fornisce 8.400 pasti giornalieri con l’80% di prodotti bio, che privilegiano i prodotti del territorio e il rispetto della stagionalità, non utilizzano stoviglie monouso, distribuiscono acqua del rubinetto e prevedono il recupero di cibo non somministrato in collaborazione con Enti del Terzo Settore. Con numeri più ridotti (37 scuole e 3.197 pasti giornalieri), ma con le stesse caratteristiche, Cremona, la città dove è nata la prima mensa scolastica italiana”.

Per quanto riguarda la sicurezza, dal dossier emerge che solo a Brescia, che si trova in zona sismica 2, sono state realizzate le verifiche di vulnerabilità sismica su tutti gli edifici scolastici, uno dei principali strumenti per verificare lo stato di salute degli stessi e del terreno su cui sono costruiti. Lecco e Pavia le città lombarde che dichiarano di aver svolto le indagini diagnostiche dei solai in tutti gli immobili scolastici, attività che dovrebbe essere prioritaria se si considera che il crollo degli stessi costituisce il più frequente fattore di rischio e di incidenti nelle scuole. Mantova si distingue tra le prime 5 città italiane con maggiore capacità di spesa media per la manutenzione ordinaria: poco meno di 26mila euro per singolo edificio. La città dei Gonzaga, inoltre, ha avviato la sperimentazione del bicibus come incentivo alla mobilità dolce.

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