Cronaca

Cr Solidale, rette rincarate, Malvezzi:
"Azienda che da sola non si regge"

Approvato in consiglio comunale il Budget 2023 dell’Azienda Speciale Cremona Solidale, ossia il bilancio preventivo e il Piano Programma, confermando i contenuti della commissione Welfare di lunedì scorso (leggi QUI). Ampio il dibattito che si è sviluppato dopo l’illustrazione dei contenuti da parte dell’assessore al Welfare Rosita Viola che ha letto ampi stralci della relazione predisposta dalla direzione dell’azienda di via Brescia. Evidenziata la partecipazione dell’azienda ad una rete di ricerca con università (Bocconi, Statale Milano) per approfondire le tematiche di geriatria, Alzheimer, patologie invalidanti.

“Le progettualità che il sistema nella sua complessità oggi possiede, le interlocuzioni con soggetti autorevoli e disponibili a collaborare con noi anche nell’ottica di possibili evoluzioni, sperimentazioni, consolidamento dei servizi dedicati all’accompagnamento e al sostegno all’invecchiamento della popolazione, che sono declinati nel Piano Programma sono un forte segno di ripresa e investimento poiché dopo il Covid si tratta ora di ricostruire il futuro”, questo un passaggio letto da Viola.

Tra i percorsi qualificanti intrapresi, quello con la  SDA Bocconi, che mira ad approfondire il migliore posizionamento strategico dell’Azienda all’interno delle recenti riforme e piani di sviluppo nell’ambito del PNRR. A conclusione del percorso, tenuto conto degli indirizzi, sarà definito il relativo Piano.

Ma c’è anche il rincaro delle rette: “Il caro energia, gli incrementi di molte forniture, il rinnovo contrattuale del personale previsto dai contratti nazionali, i costi di prevenzione Covid che permangono, hanno messo a dura prova la sostenibilità del sistema, delle famiglie e, non da ultimo, delle aziende del settore sociosanitario. In questo contesto, si è ritenuto opportuno per tutto l’esercizio 2022 non intervenire con incrementi tariffari straordinari, ma rinviare l’adeguamento delle rette al 2023 valutando attentamente il trend dei costi e, in particolare, del mercato energetico”.

Quindi per quest’anno, “ritenendo che l’applicazione dell’indice Istat (+ 8,6%) graverebbe in maniera eccessiva sulle famiglie (+ 5 € ) è stato proposto un adeguamento delle  rette nel limite del 50% dell’ISTAT corrispondente ad un incremento giornaliero della retta di 2,5€ (4,3% in più)”.

La retta giornaliera nella RSA ordinaria passa dunque a 61 euro, quella dei nuclei Alzheimer a 63 euro e la a della residenza Duemiglia a 45 euro. Ritoccate sempre di 2,50 euro al giorno, anche le rette dei tre Centri Diurni Integrati (32 euro il costo giornaliero per i CDI Ordinari, 35 euro per i CD Alzheimer; 1 euro in più (da 2 a 3 euro giornalieri) se si usufruisce del servizio di trasporto.

“Rette comunque che si collocano al livello più basso nella fascia di oscillazione delle strutture sul territorio”, ha puntualizzato Lapo Pasquetti (Sinistra per Cremona)

Le reazioni delle minoranze. Simona Sommi (Lega) ha ricordato che la Regione ha per tre volte aumentato i contributi per le Rsa, facendo presente che l’aumento delle rette, per ora contenuto a 2,5 euro sia in Rsa sia nei centri Diurni integrati, potrebbe salire ulteriormente nel corso dell’anno. Citati anche i casi di famigliari che dovrebbero far ricoverare entrambi i genitori in rsa in quanto non più gestibili a domicilio con la badante, ma che non sanno come potervi far fronte.

“Il welfare di oggi non risponde più alle esigenze delle famiglie, va riformato; una famiglia, senza un adeguato supporto di valorizzazione si trova a destreggiarsi in situazioni estremamente difficili. Gli strumenti ci sono, come l’assistenza domiciliare, ma sono poco conosciuti, a volte difficili da intercettare, spesso anche da parte degli stessi  medici”, ha commentato Carlo Malvezzi (Forza Italia) che ha evidenziato elementi positivi (elogiata sia la direzione sanitaria che generale della struttura), ma non solo.

“Non vogliamo strumentalizzare l’aumento delle rette, non ci stupisce, è noto che gli aumenti nel settore delle energia e di altri, ci sono”, ha detto, aggiungendo però a proposito del bilancio aziendale, che  “siamo di fronte all’ennesima perdita di circa 500mila euro, tutti gli anni lo verifichiamo. Questa struttura non ha le caratteristiche dal punto di vista economico di reggersi e di collocarsi all’interno dei servizi in una logica di autosufficienza. Bene lo studio commissionato alla Bocconi; ma l’individuazione di modelli di sviluppo dell’azienda si dovevano fare prima e comunque auspico che non occorre attendere il termine dello studio per prendere provvedimenti e fare in modo che Cremona Solidale possa posizionarsi in maniera diversa all’interno dell’offerta di welfare locale.  Io non ho ancora capito quale evoluzione futura l’azienda pensi di avere, e non perchè non ho letto i documenti, ma perchè proprio non c’è scritto nulla”.

“Ci asteniamo per l’incertezza rispetto al fabbisogno finanziario che ci sarà nel corso dell’anno”, ha poi detto Alessandro Zagni, FdI. “Vorremmo avere più certezze anche per capire quali carichi potrebbe avere il Comune di Cremona”. Zagni ha anche chiarito che né lui né altre forze di centrodestra all’opposizione avevano mai chiesto che l’azienda si trasformasse in fondazione, ma solo che venisse fatto uno studio per valutarne l’opportunità. gb

 

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