Cronaca

Ex Bertarini, sindacati: "Chiederemo
cassa integrazione straordinaria"

Paola Marazzi e Maurizio Zanoni

La crisi della ex Bertarini e l’istanza di chiusura dello stabilimento, con conseguente licenziamento di 54 persone, è stata oggetto di un’assemblea sindacale, svoltasi nel primo pomeriggio di lunedì alla sede della Cgil. Rabbia, sconcerto e qualche lacrima, da parte degli ormai ex dipendenti, che da un giorno all’altro si sono scoperti senza lavoro. “Hanno sempre detto che erano in difficoltà ma che stavano facendo di tutto per proseguire l’attività a Sesto” raccontano alcuni lavoratori. La maggior parte vivono molto male questa situazione, come spiega una donna: “Sono troppo giovane per andare in pensione e troppo vecchia per trovare lavoro” si dispera. “Non mi aspettavo di essere trattata così. Speriamo almeno che ci paghino il nostro stipendio e il Tfr. Non è bello lasciare a casa 50 persone prima di Natale. Hanno avuto un grande pelo sullo stomaco a comportarsi in questo modo con chi ha sempre lavorato duramente. Noi abbiamo famiglie, figli, come faremo se non troviamo un lavoro? Intanto loro si sono fatti lo stabilimento nuovo alle nostre spalle”.

“Siamo sbigottiti” aggiunge un altro lavoratore. “Secondo l’azienda doveva essere una manutenzione straordinaria di messa in sicurezza, e ci avevano dato delle ferie forzate. Invece ci siamo trovati licenziati senza preavviso. Hanno iniziato a smantellare l’azienda prima di Natale mettendo le catene al cancello e una guardia giurata dentro e non ci hanno neppure permesso di prendere le nostre cose personali. Ci sono persone con famigli e figli: cosa faranno?”.

I sindacati durante la riunione hanno illustrato quale sarà la procedura da seguire nelle prossime settimane e quali garanzie si chiederanno all’azienda. “Faremo una richiesta di incontro con l’azienda” spiega Paola Marazzi, segretaria provinciale Fai Cisl. “In quella sede avanzeremo le prime richieste: il pagamento dello stipendio di gennaio e degli stipendi da qui alla fine della procedura, che potrebbe durare 45 giorni e oltre. Questi lavoratori devono essere tutelati a livello contributivo ed economico”.

Si cercherà anche di accedere agli ammortizzatori sociali disponibili in questi casi: “Se l’azienda dovesse decidere di arrivare al licenziamento collettivo senza ripensamenti, abbiamo la possibilità di aprire una cassa integrazione straordinaria, finanziata dalla Regione, che è propedeutica al reinserimento dei lavoratori in altri ambiti lavorativi, perché prevede dei corsi di formazione” conclude Maurizio Zanoni, segretario provinciale Flai Cgil.

Laura Bosio

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