Cronaca

"Totem" a fin di bene: i progettisti
donano il compenso a Occhi Azzurri

Le installazioni metalliche alle porte della città, i cosiddetti totem, fanno ancora parlare di sé, ma stavolta in positivo. Il gruppo di professionisti che ha ricevuto l’incarico dal Comune di progettare il rinnovo dell’arredo urbano (con un budget, va detto, molto limitato) ha deciso di devolvere in beneficenza il compenso, pari a 12mila euro. Questo pomeriggio, la consegna dell’assegno a Filippo Ruvioli, presidente di Occhi Azzurri, la onlus cremonese attiva nella ricerca, cura e riabilitazione dei bambini con patologie neurologiche.

“Polemiche che hanno fatto un danno d’immagine alla città, con il solo scopo di colpire l’amministrazione comunale”, ha detto il capofila dei professionisti coinvolti, l’architetto Stefano Corbari, anche a nome dei co-progettisti Andrea Treu, Mariano Biazzi Alcantara, Daniele Cipelletti, Paolo Pugnoli, Fabio Venturini, Ettore Favini.

Una donazione fatta “perché il progetto Occhi Azzurri ci ha colpito nel profondo”. Ringraziamenti da parte di Ruvioli: “Questa donazione testimonia il bene che l’associazione sta facendo alla città e ai bambini”.

“Oggi abbiamo idealmente chiuso con la coerenza e trasparenza che abbiamo sempre cercato di mantenere, il progetto di riqualificazione del centro storico”, dichiara l’architetto Stefano Corbari.
“Quando ho accettato l’incarico l’ho fatto con uno scopo preciso e per un solo motivo che era quello di dare un servizio alla mia città, di impegnarmi a fare qualcosa di positivo per Cremona. Per senso civico, o “per honorar la mia contrada” come direbbe il Campi.
Proprio nello spirito che l’obiettivo fosse la città ho quindi pensato che il progetto non dovesse essere frutto di una singola idea bensì il risultato di una condivisione ed ho coinvolto gli amici con i quali avevo fatto un’esperienza analoga dieci anni prima.
Colleghi con formazione, competenze e idee differenti che hanno accettato di mettersi in gioco con il medesimo obiettivo e con lo stesso spirito.
Abbiamo interpretato il bando -per verità discutibile- individuando un percorso che avesse un senso più ampio di una proposta di arredo urbano, che vista l’estensione dell’ambito e l’esiguità dei fondi sarebbe stata giocoforza limitata, attraverso pochi oggetti simbolici che raccontassero un po’ di storia di Cremona.
Si, perché nonostante tutto quanto è stato scritto, ognuna delle idee proposte ha un senso.
Al di là delle critiche più o meno fantasiose, incomprensibili, alcune decisamente insensate, con riferimenti topografici o pseudo storico-filosofici, trovo tristemente penoso che allo scopo di colpire l’amministrazione -perché è evidente che questa vicenda è stata presa a pretesto a questo scopo- si denigri così pesantemente la città. Urlare che questa città fa schifo e che questo intervento è un ulteriore insulto alla nostra storia, non fa bene alla città prima ancora che a chi la amministra in questo momento.
Citando qualcuno più autorevole di me: la giunta cambia, Cremona resta.
Trovo inoltre profondamente ingiusto denigrare il lavoro, la competenza e la professionalità di chi ci ha messo testa cuore e mani per realizzare qualcosa con l’intento di fare del bene per la città, quindi per tutti i cittadini, compresi quelli a cui non va mai bene niente a prescindere.
C’erano altre priorità? Certamente. Si sarebbero potuti spendere questi soldi per altre cose? Evidentemente no, come più volte detto erano destinati a questo scopo.
Né la sistemazione delle strade e neppure il più pertinente riordino e pulizia dei cartelli pubblicitari non potevano rientrare in questo incarico.
Viceversa il riordino degli arredi urbani è una delle fasi previste da questo progetto che mi auguro verrà messa in atto quanto prima, così come il rinnovo della cartellonistica culturale dei palazzi e luoghi storici di cui è già stato approvato il prototipo della nuova targa.
In sostanza abbiamo ricevuto un incarico, l’abbiamo svolto con passione, serietà e dignità professionale, abbiamo ricevuto l’approvazione di ben cinque commissioni, l’abbiamo realizzato grazie alla competenza e dedizione di esecutori qualificati che hanno lavorato anche a ferragosto, nei tempi e costi previsti.
Di cosa mai dovremmo chiedere scusa?
Forse dovremmo chiedere scusa di aver creduto che questo progetto potesse stimolare quel senso di appartenenza e di comunità che spinge i cittadini a riconoscersi nei valori della loro città e a prendersene cura.
È in questo spirito e per la motivazione che ci ha spinto ad accettare un incarico indipendentemente da quanto ci avrebbero pagati, oggi, prima ancora di averne ricevuto il saldo, anche l’onorario della nostra prestazione professionale ritorna alla città.
Vogliamo che questa esperienza si chiuda con un sorriso: nel giorno “simbolico” di Santa Lucia un regalo ad Occhi Azzurri, uno dei progetti più belli e che rendono onore a Cremona.
L’esecuzione del progetto si è concretizzata grazie alla dedizione e la professionalità della ditta Tedeschi che ha curato la logistica e la posa in opera, di Arnaldo Racchetti che ha composto e assemblato con straordinaria precisione gli elementi semplici in acciaio corten a formare i telai e di Paolo Mezzadri che con maestria artistica ha impreziosito la “brutale” struttura con le lettere rivestite in foglia metallica colorata e trattata, che qui voglio ringraziare unitamente allo staff tecnico del Comune di Cremona guidato dall’arch. Riccardo Zelioli e all’ing. Fabio Venturini che a seguito con il sottoscritto la direzione dei lavori.
Gli stendardi sono stati realizzati dalla ditta 2S Insegne di Alberto Iazzi che li ha appesi di notte per non “disturbare troppo” la città.
Le decorazioni della galleria Kennedy sono state eseguita con misurata e fine fantasia dall’artista Elisa Veronelli”.

Lorenzo Scaratti

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