Chiesa

Immacolata, messa solenne
in Duomo con il vescovo Napolioni

Messa solenne in Duomo a Cremona in occasione della Festività dell’Immacolata, presieduta dal Vescovo, Antonio Napolioni. Di fronte ai numerosissimi fedeli che hanno riempito la Cattedrale, il presule ha commentato il Vangelo secondo Luca, imponendo una riflessione sulla necessità di tornare a stupirsi, di liberarsi dall’abitudine, dalla tendenza a lamentarsi e di invidiare il prossimo.

“Abbiamo bisogno di turbarci anche noi, perché non vorrei che l’abitudine ci impedisca di stupirci, riconoscendo che c’è un mistero, una grandezza delle cose sproporzionata rispetto alle nostre povere forze ed intelligenze” ha detto il vescovo nell’Omelia. La riflessione di monsignor Napolioni ha riguardato il termine “Grazia”, quella ricevuta dalla vergine Maria, ma anche quella che ogni giorno il popolo cristiano è chiamato ad accogliere. “Nel linguaggio corrente questa parola è quasi scomparsa. Sa di romanticherie. Le diamo un significato che ci porta fuori strada. La Grazia non è semplicemente la gentilezza. Con la Grazia, in Maria si riversa la potenza dell’Altissimo, che l’ha preparata a una missione, quella di inaugurare una nuova creazione. Un nuovo inizio”.

Il presule ha parlato anche di contrapposizioni: del termine “disgrazia”, che oggi tutti utilizziamo, e che si contrappone alla Grazia di Dio, che “non si ferma di fronte alle nostre disgrazie e ci dona la sua Grazia. A tutti gli uomini e le donne semplici, come noi, che riconoscono il rischio di una vita disgraziata, banale, spenta. Fatta di lamenti e di invidie che ci immiseriscono. Non siamo nati per questo. Siamo nati come Maria per essere santi e immacolati. Siamo come lei candidati per essere pieni di grazia” ha detto.

Secondo il presule, solo accogliendo il Natale, e la continua rinascita, l’uomo potrà percepire la quotidiana presenza di Dio nella propria vita, imparando a ringraziare per quello che possiede. “Il credente arriva ad avere una tale percezione quotidiana della presenza di dio nella sua vita che riesce ad accontentarsi. Riesce a percepire le cose in un modo diverso. Per diventare operatori di pace bisogna permettere alla Grazia di lavorare sulla nostra natura umana, pigra, ribelle. Il Natale arriva ogni anno per un bisogno dello spirito, che Gesù rinasca per noi per farci fare il pieno di Grazia”.

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