Cronaca

Lo strano caso del maxiparcheggio, bloccati da anni 150 posti sotto il palazzone dell'Ibis

Un parcheggio di 150 posti costruito, ma mai aperto. Sotto l’area Lucchini, meglio noto come complesso dell’Ibis. Da via Mantova la rampa per l’accesso delle auto è ostruita da alte transenne e da un grande portone chiuso con il lucchetto. Gli ingressi destinati ai pedoni sono murati e, per tutto il complesso, le rampe di scale (escluse quelle che portano al parcheggio dell’hotel) sono bloccate da pannelli in legno o da mattoni.
La questione è spinosa e riguarda gli accordi presi anni fa tra costruttori e Comune di Cremona per la realizzazione del secondo lotto. Secondo la convenzione urbanistica del ’99 (modificata nel 2000), per la necessità di corrispondere agli standard pubblici urbanistici, le ditte costruttrici si impegnavano a realizzare un parcheggio privato ad uso pubblico. “Il regolamento – si legge nella modifica alla convenzione – dovrà prevedere il regime di asservimento dell’uso pubblico del parcheggio con l’obbligo, a carico del lottizzante o dei suoi aventi causa, della manutenzione, della sorveglianza, della pulizia e dell’apertura e chiusura degli accessi”. Risultato? L’opera è stata realizzata, ma non è mai stata aperta. E chi compra casa nel complesso, a volte inconsapevolmente, si trova proprietario di un pezzetto di parcheggio sotterraneo che però ha il vincolo di uso pubblico e in più, nel caso dell’apertura, deve pagarne i costi di gestione.
Incontri serrati sono in corso tra Comune e Intercondominio per risolvere l’annosa questione. “Stiamo sollecitando l’apertura del parcheggio – ha detto il vicesindaco Malvezzi -. La formula di proprietà privata in uso pubblico che è stata individuata nella convenzione dell’epoca, non da noi, non è facile da attuare a livello di trattative. L’Intercondominio, secondo accordi, deve aprire il parcheggio ai cremonesi e gestirlo, ma ha espresso alcune resistenze per via dei costi. Ovviamente noi stiamo cercando di arrivare ad una mediazione perché ci rendiamo conto dello sforzo importante chiesto ai proprietari”.
Per uscire da questa fase di stallo che dura ormai da anni, dal Comune due alternative: o i condomini aprono e pagano la gestione, con la possibilità di affidarla anche a un’azienda privata che però ha sempre un costo, oppure monetizzano il vincolo, ossia pagano al Comune una certa somma (valutata dai tecnici sui 480 mila euro) per togliere quel pezzettino della convenzione. In questo modo, il parcheggio resterebbe al condominio, ma ad uso privato. “Il Comune non può rilevarlo – ha continuato Malvezzi -. In quella zona non c’è una domanda stringente della cittadinanza. Piuttosto, se l’Intercondominio deciderà di monetizzare, potremmo reinvestire i soldi in parcheggi che servono maggiormente alla collettività”.
Dall’altra parte, diverse le possibili soluzioni vagliate dai proprietari delle case, dal coinvolgimento della vicinissima clinica S. Camillo che però sembra non volerne sapere, a quello dell’Aem che, per gestire il parcheggio, vuole comunque essere pagata perché “gli oneri di gestione non devono cadere sulla collettività”, ha ribadito il vicesindaco.
Una situazione complicata che rischia di andare ancora per le lunghe. Di fatto, bloccando sotto il palazzone dell’Ibis quei 150 stalli che, da anni, aspettano di essere utilizzati.

Greta Filippini

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