Influenza australiana 2022, arrivata in Italia: cosa c’è da sapere, sintomi
(Adnkronos) – L’influenza australiana 2022 è arrivata in Italia . Ed “è partita a razzo”, come ha sottolineato Matteo Bassetti. Il numero dei casi infatti è cresciuto sensibilmente negli ultimi giorni. Ma quali sono i sintomi? e come va curata? “Nella settimana 21-27 novembre, l’incidenza è pari a 12,9 casi per mille assistiti (9,5 nella settimana precedente), i casi stimati sono 762mila, per un totale di circa 2.552.000 casi a partire dall’inizio della sorveglianza”, secondo il rapporto Influnet dell’Istituto superiore di sanità (Iss). A trainare i contagi sono i bambini: “Risultano maggiormente colpite le fasce di età pediatrica, in particolare i bambini al di sotto dei cinque anni di età, in cui l’incidenza è pari a 40,8 casi per mille assistiti. Era 29,6 nella settimana precedente”, precisa l’Iss. L’incidenza “nella fascia di età 5-14 anni è 25,02 per mille assistiti, nella fascia 15-64 anni è pari a 10,10 e tra gli individui di età pari o superiore a 65 anni a 5,04 casi per mille assistiti”.
“Stiamo registrando una grande richiesta di assistenza da parte dei pazienti: ne abbiamo tantissimi ammalati a causa dei virus influenzali, in particolare i più giovani. Quella dell’epidemia stagionale, quest’anno, è una curva molto concentrata: in una settimana si ammalano tante persone quante prima” del Covid “se ne ammalavano in 2”, ha riferito all’Adnkronos Salute Claudio Cricelli, presidente della Società italiana di medicina generale e delle cure primarie (Simg), in merito al grande aumento dei casi d’influenza.
Il picco invernale, ricorda Cricelli, “quest’anno è previsto in anticipo, tra la fine di dicembre e l’inizio di gennaio, e questo è evidente proprio perché si stanno ammalando tante persone tutte insieme”. La rapida diffusione del virus è legata al fatto che “ci sono meno protezioni, non si usa più la mascherina né altre precauzioni. Ci stiamo avvicinando alle feste natalizie, la gente circola molto. Quello che vogliamo ricordare, soprattutto ad anziani e fragili, è che l’influenza si prende nei luoghi affollati. E se ci si vuole proteggere, il suggerimento è usare la mascherina nei posti molto frequentati”, conclude Cricelli.
“L’influenza è tornata peggio di come ci aveva lasciato nel 2019 ed è partita a razzo, siamo tornati alla forza propulsiva dell’influenza del 2009 con numeri alti anticipati rispetto alla stagione. Abbiamo numeri importanti già a fine novembre”, ha affermato con l’Adnkronos Matteo Bassetti, direttore Malattie infettive ospedale Policlinico San Martino di Genova. “Sicuramente oggi fa paura anche per tutto quello che si porta dietro con una quantità di virus paninfluenzali, patologie da pneumococco e anche polmoniti – ha sottolineato l’esperto – Qualcuno dice rimettiamo le mascherine, io dico assolutamente no. Questi microorganismi devono circolare e hanno sempre circolato, ci dobbiamo proteggere ma come? Ad esempio, abbiamo perso molto la copertura per lo pneumococco, la vaccinazione da polmonite, ma anche quelle per l’influenza”.
La curva influenzale “continuerà a crescere perché questo è solo l’inizio”, avverte l’infettivologo. “Oggi l’incidenza è altissima tra i bambini piccoli, ma dove arriveranno gli adulti e poi i nonni. I primi perderanno qualche giorno di scuola ma i nonni finiranno in ospedale? Gli anziani – suggerisce in conclusione Bassetti – in queste due settimane che ci separano dal Natale invece di correre a fare i regali correre a fare il vaccino antinfluenzale”.
Mariano Magrì, pediatra del dipartimento di Prevenzione dell’Asl Lecce: “Non possiamo dire che i casi siano più gravi o gravati da complicanze rispetto agli anni scorsi, anche perché i bilanci si fanno alla fine, quindi ne dovremo riparlare nella primavera del 2023. Ma certamente il numero di bambini colpiti dai virus dell’influenza è di gran lunga più elevato rispetto a quello registrato nelle ultime due stagioni invernali”.
Sintomi influenza e come curarla
“L’influenza arriva con i soliti sintomi: una grande febbre con i brividi, dolori articolari, spossatezza. Dura qualche giorno, non c’è da allarmarsi, a meno che non si sia di fronte a una persona vulnerabile, anziana o con sintomi particolari. In questo ultimi casi il medico deve intervenire tempestivamente. Altrimenti si usano i normali farmaci sintomatici e, soprattutto, niente antibiotici”, ha sottolineato Cricelli.
Anche le cure dunque non cambiano, ha affermato anche Giovanni Rezza, direttore generale della prevenzione ministero della Salute in un’intervista al Corriere della sera. Prendere antipiretici per abbassare la temperatura, bere molto, riposo e no antibiotici a meno che non siano indicati dal medico di fronte al sospetto di una complicazione batterica. “Gli antibiotici non funzionano contro i virus”, ha chiarito il professore.
Prevenzione
“Ciò a cui bisognerebbe prestare attenzione è fondamentalmente la prevenzione”, ha ricordato l’immunologo Mauro Minelli, responsabile per il Sud-Italia della Fondazione per la medicina personalizzata.. E cioè “evitare che le persone adulte o i fratellini più grandi, se influenzati, possano stare a diretto contatto con i bambini piccoli; evitare il fumo passivo certamente in grado di peggiorare le malattie respiratorie in età pediatrica; continuare, ove possibile, ad allattare al seno, considerando questo come l’unico meccanismo protettivo diretto di cui l’uomo può disporre contro le infezioni virali”. “Se tutto questo dovesse non essere sufficiente ad evitare che il bambino venga coinvolto da una forma importante di influenza quello a cui le mamme dovrebbero prestare grande attenzione è il controllo dell’alimentazione del piccolo paziente, perché il primo segno di una evoluzione sfavorevole della malattia virale è la riduzione della nutrizione”, ha aggiunto.