Ambiente

Impianto fotovoltaico da 1 Megawatt
in via Postumia: il progetto di Aem

Un parco fotovoltaico alle porte della città per fornire energia elettrica alle attività e alle sedi di Aem e agli edifici comunali, scuole incluse. E’ un primo esempio di comunità energetica quello a cui sta lavorando l’azienda municipalizzata cremonese presieduta da Massimo Siboni, con il coinvolgimento di Padania Acque e con l’ausilio di università Cattolica e Politecnico per quanto riguarda le questioni normative e tecniche.

 L’idea è quella di realizzare un impianto fotovoltaico da 1 Megawatt di potenza nell’area di proprietà Aem che sta dietro il Centro Servizi di via Postumia, accanto al deposito dei bus e alla centrale di cogenerazione. Un’area di circa 10mila mq, già a destinazione produttiva e che quindi non implica nessun cambio di destinazione d’uso né consumo di suolo. Con un investimento di circa 1 milione di euro potrà essere prodotta energia pulita in grado di soddisfare le esigenze dell’amministrazione comunale che quest’anno ha pagato pesantemente i rincari delle utenze, e per l’autoconsumo della stessa Aem: dalla sede di via Persico, al forno crematorio del cimitero, all’autosilo Massarotti. Per il Comune sarebbe un primo passo verso l’autonomia energetica tante volte invocata nell’ottica dell’abbandono delle fonti fossili e i risparmi ottenuti sulla bolletta potranno essere ripartiti sulla comunità cremonese. Se si pensa che il Comune necessita di una capacità di 3,5 Megawatt per soddisfare le sue esigenze, si capisce come si sia ancora lontani da una vera e propria autonomia, ma almeno la strada sembra essere imboccata.

 

Tanto per rendere l’idea, 1 Megawatt di potenza potrebbe soddisfare fino a 500 utenze domestiche, ma non sembra essere nell’orizzonte della Muncipalizzata l’ipotesi di una vendita ai privati dell’energia prodotta: il quadro entro cui si sta muovendo Aem è quello di una collaborazione tra soggetti pubblici e tra questi figura Padania Acque, che proprio in via Postumia, nei pressi del futuro impianto, ha l’impianto di potabilizzazione. Tecnicamente il progetto è più che fattibile, spiegano da Aem: l’azienda di via Persico figurerebbe come rappresentante legale della comunità energetica in qualità di piccola media impresa, ma resta da sbrogliare  la matassa dei cavilli giuridici per regolare i rapporti con Padania Acque.

L’azienda di proprietà del Comune di Cremona intende occupare uno spazio ben preciso all’interno delle iniziative per il progressivo utilizzo di fonti rinnovabili e l’abbandono graduale di quelle fossili e il fotovoltaico è uno dei tasti su cui ritiene di poter agire, con impianti di dimensioni medio piccole.  “Tra i grandi impianti di produzione elettrica da fotovoltaico e quelli per l’autoconsumo domestico c’è una fascia di impianti di medie dimensioni su cui Aem è in grado di intervenire”, aveva detto il presidente di Aem Siboni al recente convegno promosso da A2A al Crit.

La dislocazione dell’impianto fotovoltaico, fuori città, non andrà ad intaccare il paesaggio cremonese: come noto a Cremona ci sono già state forti contrapposizioni tra chi sostiene la  necessità di sfruttare l’energia del sole e chi teme che venga deturpato il contesto ambientale. Nel 2019, proprio un parco fotovoltaico su 15mila mq, su terreni agricoli nei pressi di Cremona Solidale, era stato stoppato dalle proteste prima ancora di vedere la luce. gbiagi

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