Cronaca

Faliva, 13 anni di misteri. "Finito
in un business troppo grande"

Il 25 novembre del 2009, 13 anni fa, spariva nel nulla Angelo Faliva, all’epoca 31 anni, scomparso mentre si trovava a bordo della nave da crociera Coral Princess in viaggio da Aruba a Cartagena, in Colombia.

Su quell’imbarcazione, Angelo lavorava come primo cuoco. La sera della scomparsa era di turno al ristorante della nave. Alle 20,15, quasi tre ore prima che finisse il suo turno, aveva lasciato il suo posto di lavoro e nessuno ha più avuto sue notizie, nemmeno il compagno di cabina che non lo aveva visto rientrare a dormire.

Solo un testimone, un altro dipendente della nave, un macellaio, aveva detto di averlo visto il mattino dopo alle 6. Poi più nulla. Neppure le telecamere avevano aiutato a risolvere il mistero.

L’ipotesi primaria del suicidio e poi, visto che dalla nave mancava un salvagente, dell’allontanamento volontario avanzata dalla polizia delle Bermuda, che per competenza si era occupata del caso, è sempre stata respinta dai genitori e da Chiara, la sorella di Angelo: “Tre giorni prima di scomparire mio fratello aveva fatto richiesta di essere reimbarcato su quella nave”, ha raccontato Chiara. “Il lavoro gli piaceva, guadagnava bene, aveva una fidanzata, non aveva motivi per togliersi la vita”. Senza alcun senso, secondo la famiglia, anche la tesi dell’allontanamento volontario: l’imbarcazione era quasi già arrivata a Cartagena. Che senso avrebbe avuto allontanarsi a nuoto nel mezzo del mar dei Caraibi?.

Le prove di quanto accaduto ad Angelo ci sarebbero, eccome, e sarebbero tutte nel computer del primo cuoco, sequestrato dalla polizia, ma secondo la famiglia mai analizzato. Dalla perizia informatica fatta fare dai familiari una volta rientrati in possesso degli effetti personali del 31enne erano venute alla luce una serie di mail tra Angelo e un certo Miguel, tassista di Cartagena. Si parlava di “paia di scarpe”, gergo solitamente usato dai trafficanti di cocaina, e in quelle mail Miguel avrebbe offerto ad Angelo di fare da corriere. Al 31enne, Miguel aveva dato anche un appuntamento: il 18 novembre avrebbero dovuto incontrarsi, ma Angelo non si era presentato. Il giorno dopo, in una mail, il tassista gli aveva chiesto spiegazioni, e il cuoco cremonese gli aveva risposto che aveva dovuto reimbarcarsi, rimandandolo alla settimana seguente. Ma Angelo scomparirà, e il pc di Angelo non riceverà più mail. E quelle ricevute sarebbero state fatte sparire nei giorni compresi tra l’1 e il 7 dicembre 2009, quando il computer era ancora a bordo. Secondo la famiglia, Miguel già sapeva che Angelo era morto, e per saperlo, voleva dire che qualcuno sulla nave gliel’aveva comunicato.

“Angelo deve aver fatto il passo più lungo della gamba”, aveva dichiarato Chiara l’anno scorso in uno speciale della trasmissione “Le Iene”. Per Chiara, “probabilmente Angelo era a conoscenza di quelli che erano certi giri a bordo nave e qualcuno deve aver detto: ‘Questo ormai sa troppo, facciamolo fuori'”.

“Impossibile”, per Chiara, “che nessuno abbia visto o sentito nulla”. Chiara ha parlato anche del compagno di cabina di Angelo, che lei aveva incontrato quando la nave aveva attraccato a Los Angeles. In quell’occasione, il giovane italiano si era mostrato disperato per la morte del collega. ‘Secondo me l’hanno fatto fuori’, avrebbe detto a Chiara. Un mese e mezzo dopo, durante un secondo incontro avvenuto a Cremona a casa dei Faliva, quella stessa persona avrebbe cambiato idea, dicendosi certa che Angelo si era tolto la vita.

Passano gli anni, ma suo fratello, Chiara non lo dimentica, e spera sempre che un giorno qualcuno possa farsi avanti e dire finalmente la verità su quanto accaduto.

Sara Pizzorni

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