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Fumo, Vaccaro (Censis): “Ampliare azioni per prevenzione e sostegno a chi vuol smettere”

(Adnkronos) – “I fumatori italiani si dichiarano informati sulle varie tipologie di prodotti da fumo ma questa informazione si basa principalmente sul passaparola. Sono infatti informazioni acquisite soprattutto da fonti paritarie e sul sentito dire, in cui riferimenti istituzionali e scientifici, come quelli forniti dal proprio medico curante, hanno una rilevanza relativa”. Così Ketty Vaccaro, responsabile dell’area Welfare e Salute del Censis in occasione della presentazione del “1° Rapporto su fumo di sigaretta e prodotti senza combustione in Italia” realizzato dal Censis, con il contributo di Philip Morris Italia, che è stato presentato oggi a Roma.  

“Sulla base di queste informazioni autogestite poi però i fumatori italiani hanno preso delle decisioni rispetto alle loro abitudini al fumo”, aggiunge Vaccaro che spiega: “Per esempio quella metà circa del nostro campione che ha deciso di cambiare è passata a prodotti ‘smoke free’. Altro elemento importante è che il 61% dei fumatori dice che vorrebbe smettere di fumare e non c’è riuscito. Questi soggetti trovano un interlocutore importante nel proprio medico curante: il 37% riferisce che il medico gli ha detto di smettere di fumare però solo il 7% dice che li ha indirizzati a un centro antifumo”.  

“L’impressione – osserva la ricercatrice – è che ci sia un ‘fai da te’ generalizzato sia sotto il profilo dell’informazione sia sotto il profilo della autogestione anche di questa intenzionalità di smettere di fumare. Proprio perché il fumo rappresenta una priorità importante per le politiche di sanità pubblica, perché è un fattore di rischio per tutta una serie di patologie, ritengo sia molto importante una presa di posizione istituzionale perché le attuali strategie poste in essere – penso ad esempio alla dissuasione attraverso le immagini posti sui pacchetti di sigarette o alla stessa funzionalità dei centri antifumo – hanno avuto ad oggi, nel nostro Paese, un’efficacia limitata”.  

Occorre quindi, secondo Vaccaro: “aumentare la gamma di azioni necessarie per promuovere una strategia di prevenzione, da una parte, e di sostegno dall’altra, ai fumatori che vogliono smettere di fumare, perché il fenomeno è complesso: è molto difficile smettere di fumare se non c’è un sostegno complessivo in questa direzione. E quindi ritengo essenziale sviluppare quella funzione di informazione e di sostegno che per primi i fumatori chiedono ai soggetti istituzionali e che aumenterebbe le potenzialità di efficacia di un intervento di sanità pubblica che deve avere come obiettivo la prevenzione dal fumo e l’eradicazione, se possibile, di questa abitudine così dannosa”, conclude. 

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