Cronaca

Morta 14enne, gravissimo il cugino
Quattro anni per omicidio stradale

Una 14enne morta sul colpo e il cugino di 18 anni gravissimo. Era il bilancio del terribile incidente stradale accaduto la sera del 9 luglio del 2020 sulla Quinzanese, in territorio di Bordolano. Con le accuse di omicidio stradale e lesioni gravissime, Ivan Bertoni, il 35enne automobilista di Dello che aveva provocato l’incidente, è stato condannato ad una pena di 4 anni con il rito abbreviato. Patente revocata.

A perdere la vita era stata Serena Sbolli, 14 anni, di Bordolano, che era in sella ad una Vespa insieme al cugino di 18 anni Federico Bonvini, lui residente a Cignone, uscito dallo schianto in condizioni gravissime. A tamponarli, la Fiat Punto di Bertoni, oggi muratore, all’epoca dei fatti autotrasportatore. Viaggiava ad una velocità di 120 chilometri orari su un limite di 70. E aveva assunto cocaina. I veicoli viaggiavano nella stessa direzione di marcia. Davanti c’era la Vespa, che stava per svoltare a sinistra all’incrocio che porta a Bordolano, e dietro la Punto che era in fase di sorpasso. 

Nell’emettere la sentenza, il giudice ha riconosciuto un concorso di colpa anche al 18enne alla guida del ciclomotore, accogliendo la tesi contenuta nella perizia della difesa.  Secondo quanto scritto nella memoria depositata dall’avvocato difensore Giacomo Nodari, “Bonvini non avrebbe manifestato l’intenzione di svoltare a sinistra con sufficiente anticipo rispetto all’incrocio”. Dall’accertamento peritale, si legge nella memoria, “è emerso che quando mancavano due secondi all’urto, l’autovettura condotta dall’imputato aveva già palesato, pur in modo non conforme e in violazione di più disposizioni del Codice della strada, l’intenzione di sorpassare, invadendo con le ruote di sinistra l’altra corsia di marcia, mentre a 52 metri dall’impatto il motociclo non aveva ancora manifestato in alcun modo la propria volontà di eseguire una svolta a sinistra”. 

Oggi Bertoni non c’era, davanti al gup Elisa Mombelli. C’erano invece Tiziana e Tania, le mamme di Serena e Federico. Non erano parti civili perché già risarcite. Due donne provate dal dolore immenso di aver perso, una la figlia, l’altra la nipote. Una famiglia unita sprofondata nella disperazione dopo quel maledetto giorno di luglio. 

Quella sera i due ragazzi erano stati a Cignone a casa della nonna che aveva festeggiato il compleanno. Durante il rientro erano stati tamponati dalla Punto condotta dal 35enne. La Vespa dei due giovani era stata sbalzata in avanti di decine di metri, mentre la macchina era finita nel canale. Serena era morta subito, mentre il cugino era stato trasportato con l’elisoccorso all’ospedale di Brescia. Le sue condizioni erano gravissime. Per fortuna è sopravvissuto. “Un miracolato”, lo ha definito mamma Tania, commossa, mentre aspettava la sentenza. Alla fine, 4 anni, pena decurtata di un terzo per il rito abbreviato (il pm Chiara Treballi aveva chiesto 7 anni). I genitori di Serena e Federico si aspettavano una pena più alta. “Ma tanto mia figlia non me la restituirà mai nessuno”, ha detto tra le lacrime la mamma della giovanissima vittima.

Sara Pizzorni

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