Cronaca

Ginnastica per la mente: corso
per operatori dell'oncologia

All’Ospedale di Cremona, la “ginnastica per la mente” aiuta medici, infermieri e operatori del Dipartimento oncologico a gestire lo stress e le proprie emozioni. L’idea è di Anna Favagrossa, studentessa al terzo anno del corso di laurea in Assistenza Sanitaria (Università degli Studi di Brescia, in convenzione con Ats della Val Padana – sede di Cremona), in tirocinio presso la Struttura di Medicina del Lavoro Ospedaliera, punto di riferimento per lo sviluppo di progetti che promuovono il benessere e la salute dei dipendenti. L’iniziativa è stata organizzata in linea con il programma regionale “Luoghi di lavoro che promuovono salute – Rete Workplace Health Promotion (Whp) Lombardia, promosso anche sul nostro territorio dall’Ats della Val Padana.

L’iniziativa consiste in un corso di mindfulness: una pratica fondata sulla meditazione e orientata al benessere. Gli esercizi proposti si fondano su particolari tecniche che, se eseguite con regolarità, guidano la persona alla consapevolezza di sé e della realtà nel momento presente. Ascoltare e riconoscere le proprie emozioni in modo non critico aiuta a contenerle e a gestire meglio i pensieri negativi che possono portare alla sofferenza psicoemotiva. Questa pratica è stata tradotta nell’applicazione del protocollo MBSR (acronimo di Mindfulness Based Stress Reduction), che è il primo e più importante programma scientifico di riduzione dello stress basato sulla meditazione guidata.

Da nove anni, l’Asst di Cremona promuove percorsi rivolti al benessere personale e sociale dei dipendenti, che comprendono la promozione di una corretta alimentazione, dell’attività fisica, della sicurezza stradale e della mobilità sostenibile, il contrasto al fumo di tabacco e alle dipendenze, con ampia partecipazione da parte dei lavoratori ospedalieri.

Come ricorda Raffaella Fazioli, direttore della SC Medicina del Lavoro, “guadagnare salute e rendere facili le pratiche salutari è il principio su cui si basa la promozione delle iniziative sul posto di lavoro del percorso Whp o come più recentemente indicato del Twh (Total Worker Health), da anni è dimostrato che migliorare l’ambiente e l’organizzazione del lavoro permette di intervenire efficacemente sui processi di invecchiamento attivo creando condizioni di inclusione, supporto oltre che di conciliazione con esigenze individuali”.

In questo ambito si inserisce anche la pratica della mindfulness, “che insegna ad osservare e accettare la realtà evitando che possa influire negativamente sulla propria vita», prosegue Fazioli. «Pertanto la realizzazione di buone pratiche configura i luoghi di lavoro come setting privilegiati di intervento, dove le persone trascorrono la maggior parte della propria giornata”.

Affiancata dalla tutor Manuela Lattarini, assistente sanitaria e referente aziendale della Rete Whp, la studentessa ha dato avvio al progetto pilota, che per cinque mercoledì consecutivi ha riunito fuori orario di lavoro una decina di operatori del Dipartimento oncologico, per un’ora di mindfulness guidata da una trainer certificata. L’andamento del percorso (che si conclude il 26 ottobre) è stato valutato con la somministrazione di questionari volti a registrare l’esperienza dei partecipanti.

“Già dopo i primi incontri abbiamo riscontrato reazioni positive e una maggiore consapevolezza del proprio stato emotivo e del proprio benessere», conferma Anna Favagrossa. «L’ideale sarebbe estenderlo all’intero reparto, per un supporto concreto in termini di salute mentale, aspetto che spesso nelle nostre giornate rischia di passare in secondo piano, soprattutto in ambienti ad altro rischio di stress psicoemotivo”.

La giovane laureanda racconta il percorso che l’ha condotta fin qui: “È stato tutt’altro che lineare! – afferma – subito dopo le superiori avevo il sogno di diventare pasticcera, ma dopo poco tempo mi è stata diagnosticata una malattia professionale che mi ha costretta ad abbandonare questa strada”. Da qui nasce l’interesse per il mondo della prevenzione, che porta Anna ad iscriversi al corso di Assistenza Sanitaria, che a breve concluderà con profitto.

“La mindfulness mi ha aiutata moltissimo: mi ha insegnato a cambiare il modo di affrontare la vita e di gestire le emozioni, sia positive sia negative, anche quando sembra che nessuna strada sia percorribile. Ho pensato potesse essere utile anche ai professionisti sanitari, che lavorano con ritmi serrati e a contatto con situazioni di difficile gestione emotiva”.

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